Il 7º Reggimento bersaglieri viene costituito in Verona il 1º gennaio 1871 (R. D. 13 novembre 1870) con i battaglioni VIII (già decorato con Medaglia di bronzo al valore militare per la battaglia di Custoza, 1866), X (anch'esso già decorato con Medaglia di bronzo al valore militare per la battaglia di San Martino, 1859) e XV provenienti dal 2º Reggimento, e infine l'XI proveniente dal 4º.
Nel 1883 si ridusse su tre battaglioni perdendo il XV. Il reggimento infatti concorre alla costituzione di alcuni battaglioni bersaglieri per la Campagna d'Eritrea prima e successivamente per la Campagna di Libia.
Dal 1910 si accrebbe del VII battaglione ciclisti (che dal 1914 ha visto tra le sue file il sottotenente Rino Corso Fougier) e nel 1926 si trasformò in Reggimento ciclisti su due battaglioni.
Partecipò alla guerra d'Africa nel 1887-1888, alla guerra italo-turca nel 1911-1912, alla prima guerra mondiale nel 1915-1918, dando sempre costante esempio di valore meritando una Medaglia d'argento al valore militare per la battaglia di Flondar-Jamiano.
Nella Prima guerra mondiale (1915-1918)
Il 24 maggio 1915 il Reggimento prese parte all'occupazione della Val Vestino e nell'ottobre il X battaglione, sempre inquadrato nel 7º Reggimento, conquistò la città trentina di Bezzecca.
Dal 6 novembre 1916 il Reggimento venne inquadrato nella II Brigata bersaglieri.
Tre volte distrutto e tre volte ricostruito, meritò la citazione sul Bollettino di Guerra n. 736 e la Medaglia d'oro al valore militare.
10º Battaglione bersaglieri "Bezzecca"
Il 21 ottobre 1975, con la costituzione dei battaglioni bersaglieri autonomi, venne ricostituito, a Solbiate Olona (VA), il 10º Battaglione bersaglieri "Bezzecca" per trasformazione del preesistente XXV battaglione bersaglieri del disciolto 3º Reggimento bersaglieri e ad esso furono affidate le tradizioni e la bandiera di guerra del 7º Reggimento bersaglieri.[1]
Nel 1983 il battaglione prese parte, al comando del tenente colonnello Corrado Nico, alla Missione "Libano 2" con ITALCON, il contingente italiano in Libano, dal 4 marzo al 9 giugno 1983, sostituito dal 67º Battaglione meccanizzato "Montelungo".
Dal 2 agosto al 10 settembre 1992 il 10º Battaglione bersaglieri "Bezzecca", partecipò, operando nella zona di Gela (CL), all'operazione "Vespri Siciliani" in concorso al mantenimento dell'ordine pubblico.
Il 16 settembre 1992, in Bologna, il 10º Battaglione bersaglieri "Bezzecca" venne sciolto cedendo il materiale e i suoi effettivi al ricostituito 6º Battaglione bersaglieri "Palestro".
Il 19 dicembre 2012 il reggimento è stato trasferito da Bari nella sede di Altamura presso la Caserma "Trizio".[2]
Più volte impegnato nelle operazioni di ordine pubblico in Puglia, Sicilia e Sardegna oltreché nella missione "Strade sicure" in Puglia, Campania e nella Capitale, al fine di fornire la necessaria cornice di sicurezza e supportare le forze di polizia nel controllo del territorio.
Per quanto riguarda gli impegni internazionali, il 7º ha operato con la Brigata in importanti manovre all'estero, inoltre ha partecipato a numerose missioni fuori area tra le quali:
Il 21 ottobre 1992 il Reggimento è ricostituito nuovamente in Bari, nei ranghi della Brigata “Pinerolo” e con esso la rinata Fanfara reggimentale. Il 19 dicembre 2012 il Reggimento viene trasferito presso la sede attuale di Altamura. La Fanfara è composta da sempre da giovani bersaglieri ed eccellenti musicisti, l'addestramento militare, l'assetto formale, il canto e lo studio della musica, si uniscono all'entusiasmo nello "“spirito di corpo" diventando una sol cosa. Diretta dal Capo Fanfara primo maresciallo Giovanni Carrozzo, coadiuvato dai suoi preziosi e insostituibili collaboratori, svolge un'intensa attività concertistica in Italia e all'estero. Il suo repertorio spazia dalla tradizione bersaglieresca, alla musica classica e moderna con arrangiamenti esclusivi e personalizzati, grazie anche ai suoi validi solisti che danno sempre quel tocco di personalità nelle inconfondibili esecuzioni della Fanfara del Settimo.
Per la Fanfara dei Bersaglieri sono state coniate numerosissime frasi di apprezzamento ma su di tutte la più significativa e attuale può essere considerata quella espressa da un poeta di inizio secolo scorso:
“Io vorrei che ogni mattina giungesse all'orecchio di ogni Italiano lo strepitio veloce e baldanzoso della Fanfara dei Bersaglieri e nella giornata di ogni italiano ci sarebbe qualche lacrima in meno e qualche sorriso in più”[senza fonte]
Inno al Settimo
Settimo mi prende il cuor,
Settimo per me è l'onor,
Settimo Comandamento nel firmamento Gloria Sangue e Onor,
Settimo dei Bersaglier,
Settimo correndo fier,
Settimo di gloria e canti col cuore in gola noi gridiamo avanti,
La corsa il passo accelerato fu,
La Marmora ci guarda da lassù,
Il reggimento sfila con ardor correndo lungo il viale dell'onor,
Il bersagliere con le piume va, con la fanfara a gran velocità,
del Settimo il ritornello è qua,
Gridiamo tutti insieme Hip Hip Hurrà......
Uh......Settimo!!!!!
Struttura
Il 7º reggimento bersaglieri si compone di:
Comando di reggimento
Compagnia comando e supporto logistico "El Alamein"
10º battaglione bersaglieri "Bezzecca" (articolato in 4 compagnie);
37ª Compagnia Supporto alla Manovra "Ghepardi"
38ª Compagnia Fucilieri "Falchi"
39ª Compagnia Fucilieri "Aquile"
40ª Compagnia Fucilieri "Tigri"
Fanfara di reggimento
Il reggimento è alimentato da volontari.
Il 7º reggimento bersaglieri si fregia dell'appellativo di Leggendario per i fatti d'arme della Seconda guerra Mondiale allorquando venne distrutto e ricostituito per ben tre volte, fornendo sempre un'impareggiabile condotta aggressiva che gli valse anche parole d'apprezzamento da parte del Feld Maresciallo Erwin Rommel[senza fonte]
Attualmente il Leggendario Settimo è tra le unità delle forze armate italiane a più alta valenza operativa e partecipa a numerose missioni all'estero.
Onorificenze
La bandiera di guerra del 7º Reggimento bersaglieri è stata insignita, nel corso della sua storia, delle seguenti onorificenze[3]:
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. Guerra italo-austriaca 1915 - 1918
(all'Arma di Fanteria del Regio Esercito e per duplicazione a tutti i Reggimenti combattenti)» — Roma, regio decreto 5 giugno 1920[4]
«Fiero Reggimento per compagine di spiriti e di cuori, in venti mesi di durissima, estenuante campagna, si prodigava con suprema dedizione, offrendo in ogni circostanza prove di leggendario valore. Costantemente aggressivo nelle azioni offensive, primo tra i primi a raggiungere e mantenere gli obbiettivi fissati e duramente contesi dall'agguerrito avversario, tenace nella difensiva sostanziata da arditi, violenti contrattacchi, audace nel contenere lembo a lembo a potenti Unità corazzate durante tormentosi ripiegamenti, teneva ovunque, e particolarmente nella crisi, in pieno onore il prestigio delle armi italiane, superbo nelle epiche, impari lotte come nel sacrificio. Tre volte decimato, tre volte ricostituito, fu sempre pari alle sue gloriose tradizioni. Africa settentrionale, aprile 1941 - maggio 1943» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 1949
«In combattimento ed in trincea fu costante esempio di valore, di tenacia, di saldezza. Con slancio irresistibile, superate le munite trincee avversarie, conquistava, di primo balzo, le posizioni di Jamiano, dando poscia efficace, contributo alla conquista della linea Flondar. Richiamato in linea dopo soli due giorni per fronteggiare un violento attacco nemico, si gettava ancora nella lotta con audacia ed abnegazione sublimi. Quota 144 - Jamiano - Flondar, novembre 1916 - giugno 1917» — Roma, regio decreto 5 giugno 1920
«Per la valorosa ed intrepida condotta tenuta nella battaglia di Custoza, 24 giugno 1866
(all'VIII battaglione)» — Torino, regio decreto del Regno di Sardegna 24 giugno 1859
«Per la bella condotta tenuta durante la giornata del 24 giugno [1866] a San Martino
(al X battaglione)» — regio decreto 24 giugno 1866
Simboli
Stemma
Scudo:interzato in palo: il primo d'argento, troncato da una doppia merlatura di porpora in fascia: a) ad una rosa araldica di rosso bottonata d'argento (Crimea); b) a due sciabole in decusse pure d'argento, una delle quali a lama ricurva (Custoza); il secondo d'azzurro alla torre di San Martino d'argento, finestrata di nero; il terzo d'argento alla gemella ondata d'azzurro, sormontata da una croce biforcata di rosso (Santo Stefano). Il tutto abbassato ad un capo d'oro, col quartier franco di azzurro al silfio d'oro di Cirenaica.
Ornamenti esteriori
Corona turrita d'oro.
lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto a caratteri capitali di nero: "CELERITATE AC VIRTUTE".
onorificenza: accollata alla punta dello scudo l'insegna dell'Ordine militare d'Italia, pendente al centro del nastro con i colori dello stesso.
nastri rappresentativi delle ricompense al valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo: 1 d'azzurro, filettato d'oro (Medaglia d'oro al valor militare), 1 d'azzurro, filettato d'argento (Medaglia d'argento al valor militare); 2 d'azzurro (Medaglia di bronzo al valor militare).
Sintesi della blasonatura:
La prima partizione ricorda in alto la presenza dei bersaglieri in Crimea e in basso la partecipazione alle Guerre d'Indipendenza, in particolare alla battaglia di Custoza. La doppia merlatura è riferita alla piazzaforte di Sebastopoli, sulla cui cintura esterna si svolsero sanguinosi scontri; il porpora è il colore tradizionale della specialità
Nella seconda partizione con lo smalto d'azzurro (simbolo di amor di Patria e lealtà) è rappresentata la torre di San Martino a ricordo della M.B.V.M. concessa nel giugno 1859 al X battaglione
La terza partizione è dedicata alla Grande Guerra; in alto la croce di Santo Stefano richiama Bezzecca (ove si è combattuto anche nel 1866); in basso sono raffigurati i due fiumi sacri, Isonzo e Piave, presso i quali i bersaglieri si batterono con grande valore
Il capo d'oro simboleggia la massima ricompensa al V. M. concessa al reggimento in Africa
Insegne
Il Reggimento indossa il fregio dei bersaglieri in metallo di colore oro: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue, cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. A differenza dei trofei delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del bersagliere è inclinata, fuggente, quasi a rappresentare la corsa.
^Informazioni ricavate dalla pagina del 7º Reggimento bersaglieri nel sito dello Stato Maggiore dell'Esercito Copia archiviata, su esercito.difesa.it. URL consultato il 21 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2011)..