ASKfm, precedentemente noto come Ask.fm o semplicemente Ask[3], il cui nome starebbe per "Ask for me"[4],è stato un servizio di rete sociale basato su un'interazione "domanda-risposta", lanciato il 16 giugno 2010 da Mark Terebin.[5]
Scopo del sito è quello di scrivere domande sul profilo degli altri membri. Il servizio è basato principalmente sull'anonimato[4], per cui è possibile scrivere domande in forma anonima sulla bacheca degli altri utenti e seguire gli utenti senza che essi lo sappiano. Per domandare e rispondere è necessario registrarsi al sito.[6]
Il sito, nelle condizioni di utilizzo, stabilisce che gli utenti di ASKfm devono avere almeno 13 anni.[7][8]
Nell'agosto 2014, il gruppo IAC/InterActiveCorp, ha annunciato l'acquisto di ASKfm e la sua integrazione con Ask.com, con il dichiarato intento di estirparvi il bullismo. Tutto il vecchio staff di ASKfm non farà parte della nuova struttura.[14]
Applicazioni per dispositivi mobili
Nel 2013 arriva all'interno dell'App Store l'applicazione ufficiale del sito.[15] L'anno precedente era stata creata l'applicazione "Ask FM", scaricabile nel Play Store per i dispositivi Android.[16]
Gli sviluppatori del sito hanno annunciato che sarà elaborata un'applicazione per il sistema operativo Windows Phone, anche se non hanno specificato la data precisa.[17]
Funzionamento e utilizzo
L'utilizzo del sito consiste nel porre e rispondere a domande personali che gli utenti si scambiano fra loro.[12][18]
Solo agli utenti iscritti ad ASKfm è concesso porre domande sulle bacheche altrui.[19] Le domande non possono superare, in qualsiasi caso, i 300 caratteri.[12][20]
Quando si risponde ad una domanda, la risposta diventa visibile sulla bacheca del proprio profilo e gli altri utenti hanno la possibilità di cliccare «mi piace» se la condividono.[18]
Controversie
A metà del 2013 vari quotidiani internazionali hanno posto l'attenzione sul problema del cyberbullismo all'interno del sito.[5][11][22][23]
Tale fenomeno è accentuato dal fatto che le domande poste sui profili degli altri utenti si presentano quasi sempre in forma anonima; dunque per chi utilizza il sito non è possibile risalire all'identità di chi pone tali domande.[24]
Il sito ha risposto alle accuse affermando che esso possiede una «funzione di reporting». Inoltre, esiste un «numero di moderatori per combattere il bullismo».[25][26] Tuttavia, non risultano casi in cui i commenti (contenenti insulti o minacce di morte) siano stati cancellati, anche per le minacce esplicite.[25][27]
In un primo momento i dirigenti di Ask.fm dichiararono che alcuni dei messaggi pieni di insulti erano stati inviati dalla ragazzina a se stessa.[31] In seguito affermarono di voler collaborare con gli investigatori che cercano di individuare i responsabili di insulti e offese a danno della ragazzina e promisero di fornire alle autorità i nomi dei cyberbulli.[32][33]
La sorella di Hannah, Joanne, criticò pesantemente il sito, affermando inoltre che «Ask.fm crea dipendenza, è difficile da spiegare».[34] Il padre di Hannah, Dave, ha accusato i creatori di Ask.fm di omicidio colposo, chiedendosi: «quanti teenager si devono uccidere a causa degli abusi online prima che si faccia qualcosa?».[35]
Altre controversie relative ad adolescenti
Altri suicidi di adolescenti sono stati collegati all'utilizzo di Ask.fm,[36] tra cui quello di Clara Puglsey,[5] quello di Erin Gallagher, tredicenne, che si impiccò nell'ottobre 2012[37] e quello di Jessica Laney, sedicenne, che si suicidò nello stesso modo, alla fine del 2012.[38] La madre di Gallagher ha richiesto la chiusura del sito.[37]
Il sito ebbe un ruolo determinante per la diffusione di «rivelazioni, scandali sessuali e retroscena» riguardanti un liceo dell'Ohio, attraverso un account anonimo, nell'agosto 2013.[39]
Nel settembre 2013, a Lakeland, la dodicenne Rebecca Ann Sedwick si uccise per via degli insulti ricevuti tramite Ask.fm e altri siti (tra cui Instagram e Kik Messenger).[40]
Nello stesso mese una rissa di adolescenti, tra i 14 e i 16 anni, venne organizzata su Ask.fm, nella città di Bologna, nella zona «Giardini Margherita».[41][42]
Nel febbraio 2014 una quattordicenne di Padova si uccise a seguito degli inviti al suicidio che le venivano inviati su Ask.fm dai suoi coetanei in maniera anonima.[43][44]
Nell'aprile 2014 una quattordicenne di Venaria Reale (TO) si buttò dal sesto piano del suo palazzo dopo aver ricevuto insulti su Ask.fm sul suo aspetto fisico.[45]
«Le parole possono uccidere? Ci sono parole “assassine”? L’unica risposta sensata sembrerebbe essere: no. Ma sarebbe una risposta affrettata. Avital Ronell, filosofa statunitense, ha parlato di “testi assassini”, tra cui I dolori del giovane Werther di Goethe che avrebbe scatenato un’ondata di suicidi in tutta Europa. Uno dei maggiori antropologi del Novecento, Claude Lévi-Strauss ha parlato di “casi attestati in parecchie regioni del mondo, di morte per scongiuro o sortilegio”. Casi estremi: ma che attestano come, in certi contesti, le parole in quanto tali possano produrre morte. [...] Oggi non dobbiamo nasconderci che la rete può essere uno di questi contesti, anche perché in essa il linguaggio ha un enorme potere. Cominciare a comprenderlo è il primo passo per poter elaborare strumenti culturali e giuridici di difesa. [senza fonte]»
«Part of the appeal of platforms like Ask.fm — where you create a profile and allow people to ask you questions — is the need for affirmation. [...] You need to be validated when you're a teenager [...] and so these sites completely meet that need. Because it's like: "This is so great. Someone asked me a question. Someone took the time to visit my profile ... and like my picture and leave a comment".»
(IT)
«Parte del fascino di piattaforme come Ask.fm — dove si crea un profilo e si consente alle persone di porre delle domande — è la necessità di affermazione. [...] Quando sei un adolescente senti il bisogno di essere apprezzato dagli altri [...] e così questo sito viene incontro completamente alla tua necessità. Perché è come se pensassi "Che bello, Qualcuno mi ha fatto una domanda. Qualcuno ha avuto tempo di visitare il mio profilo... e di mettere "mi piace" alla mia foto e di lasciare un commento".»
«[...] Sebbene non sia consentito l’accesso ad utenti di età inferiore a 13 anni, attraverso credenziali false l’ostacolo è facilmente aggirabile e nessun filtro è garantito.»
^(EN) Thinkuknow, Thinkuknow about… Ask.fm? (PDF), su microsites2.segfl.org.uk, 10 maggio 2013. URL consultato il 17 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
^ab Eugenio Spagnuolo, Ask.fm: cos'è e come funziona, in Panorama, 16 settembre 2013. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2013).
^(EN) UK Safer Internet Center, Ask.fm, Online Safety Guidance (PDF), su webwise.ie, 2013. URL consultato il 16 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2013).
^ Alessandro Longo, Mamma e papà, che paura di Ask, in l'Espresso, 5 settembre 2013. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2013).
«She was bullied by other users on the ask.fm website, which lets people ask anonymous questions of anyone on the network, inviting answers. Hannah killed herself after anonymous users sent messages encouraging her to self-harm.»
^ Marco Piras, Il caso Hannah Smith – ask.fm, in Fanpage, 11 agosto 2013. URL consultato il 2 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2013).
«But executives at the Latvian-based website are understood to have said privately that an analysis of the profiles of those who had sent the vicious messages to her were mostly linked to Hannah herself»