Adon Olam (in ebraicoאֲדוֹן עוֹלָם ?; "Signore Eterno" o "Signore dell'Universo") è un inno rigorosamente metrico della liturgiaebraica scritto in tetrametrogiambico. È stato parte normale della liturgia quotidiana e dello Shabbat sin dal XV secolo.[1]
Secondo la tradizione sefardita e nelle sinagoghe inglesi Adon Olam viene cantato alla fine dei servizi liturgici dello Shabbat e delle Festività ebraiche durante le preghiere mattutine, mentre gli ebrei ashkenaziti lo cantano alla fine dei servizi serali nelle stesse occasioni - e tutti lo cantano alla Vigilia dell'Espiazione (Kol Nidre). A causa di queste associazioni ad eventi solenni, per i sentimenti espressi in apertura e chiusura di inno, viene letto (senza melodia) anche nelle stanze dei morenti e sottovoce nelle sinagoghe quando si annuncia il decesso di qualche membro della congregazione.[2] Si recita inoltre o si canta all'inizio delle prime preghiere mattutine,[2] che tale orazione possa assistere colui che prega a volgere reverenzialmente la mente a Dio con timore e ardore. Quando l'inno viene cantato alla fine del servizio liturgico la congregazione si siede mentre lo canta per dimostrare che non si ha fretta di lasciare il luogo di preghiera ma si è desiderosi di rimanere e pregare (cominciando nuovamente all'inizio delle preghiere quotidiane).[3]
Autore e origini sono incerti. Si attribuisce tentativamente a Solomon ibn Gabirol (1021-1058), che è rinomato per le sue poesie in ebraico, ma non esiste evidenza certa a parte la qualità di questo inno e la lingua usata che pare essere antica. L'inno è stato anche attribuito a Rav Hai Gaon (939-1038) nonché al saggio talmudistaYochanan Ben Zakkai. Sebbene la dizione indichi antichità, non diventò parte della liturgia ebraica mattutina fino al XV secolo.[4]
Questa melodia viene spesso cantata come antifona, tra precentore e congregazione, sebbene fosse ovviamente intesa solo per la congregazione. È un inno che può esser cantato usando molte melodie diverse, poiché gli si adattano tutte a causa del suo metro. A volte, nelle scuole, Adon Olam viene adattato a melodie moderne, anche pop.[5]
^Nulman, Macy, Encyclopedia of Jewish Prayer (1993, NJ, Jason Aronson) page 7.
^abNulman, Macy, Encyclopedia of Jewish Prayer (1993, NJ, Jason Aronson) p. 7.
^Ziegler, Aharon, Halachic Positions of Rabbi Joseph Ber Soloveitchik, Jewish Press (Brooklyn weekly) 31 Jan 2003, and 24 July 1998.
^Nulman, Macy, Encyclopedia of Jewish Prayer (1993, NJ, Jason Aronson) p. 7; Jacobson, B.S., The Weekday Siddur (1978, Tel-Aviv, Sinai Publ'g) p. 27; Silverman, Morris, "Further Comments on the Text of the Siddur", Journal of Jewish Music & Liturgy, vol. 13 (1991-1992) p. 34.
^Nulman, Macy, Encyclopedia of Jewish Prayer (1993, NJ, Jason Aronson) p. 8.
^...Se così stanno le cose, allora i nostri Maestri sono d'accordo sul fatto che il mondo sarà distrutto e che esso tornerà al suo stato iniziale (Nachmanide)
^oppure: "Anche qualora il mio spirito mi lasciasse".
Bibliografia
Questa voce incorpora informazioni estratte da una pubblicazione ora nel dominio pubblico: Jewish Encyclopedia (1901–1906), con la seguente bibliografia: