Fu presidente dell'Accademia Olimpica dal 1895 fino alla morte; membro effettivo del Regio istituto veneto di scienze, lettere e arti e dell'Ateneo di Venezia; fece parte della Società veneto-tridentina di scienze naturali, della Società geografica italiana e di accademie italiane, pontificie ed estere. Collaborò nel progetto e nell'esecuzione dell'acquedotto di Schio. Dopo il 1866 fece parte del consiglio comunale di Schio e in quello stesso anno fu inviato dal sindaco scledense dal re Vittorio Emanuele II. Fu cittadino onorario di Schio.
Il suo interesse principale fu comunque quello per il volo ed egli divenne uno dei pionieri dei dirigibili in campo internazionale. Nel 1884 conobbe il professor Pasquale Cordenons con cui cominciò il progetto del primo dirigibile italiano, l'Aeronave Italia. Alla morte di Cordenons il progetto continuò con il fratello di questi, Federico, che però a sua volta abbandonò l'impresa poco dopo. Nonostante alcuni insuccessi, Almerico nel 1902 realizzò un cantiere a Schio e costituì un'associazione - l'"Associazione in partecipazione per la costruzione e l'eventuale esercizio della prima aeronave" - con un capitale sociale di 100 000 lire. Nonostante lo scetticismo generale e tra enormi difficoltà, il progetto continuava.
Almerico riuscì a realizzare ogni singolo elemento del dirigibile, trovando e facendo costruire ogni elemento sia in Italia che all'estero. Realizzò quindi il dirigibile più evoluto mai costruito fino a quel momento. L'aeronave si alzò in volo per la prima volta alle 5,40 del 17 giugno 1905 a Schio partendo dal prato della fattoria Caussa. Il 21, 27 e 28 giugno e il 1º luglio l'Italia volò alla presenza della regina madre. Con alcune modifiche volò ancora, ma a causa della guerra e degli enormi costi del progetto Almerico sciolse la società e, conclusa la guerra, dopo vari incidenti legati ai dirigibili avvenuti nel mondo, come molti altri si convinse definitivamente che il futuro del volo era dell'aeroplano. Tale convinzione era stata comunque da lui espressa già molto tempo prima, nel 1889, in un suo discorso all'Accademia Olimpica di Vicenza, intuendo che il dirigibile era solo il primo passo per il volo dell'uomo:
«Per ora dobbiamo accontentarci di voler dirigere i palloni che ci servono da dande come ai bambini ai primi passi. Di mano in mano che la meccanica progredirà, dandoci motori leggeri e forti, abbandoneremo mano mano il pallone, accostandoci al cosiddetto aeroplano che, procedendo rapido come fa il cervo volante o l'uccello ad ali tese, salirà, scenderà, si sosterrà in volo per l'impulso proprio e per reazione dell'aria sottostante.»
Alla sua morte, il ministro dell'aeronautica Italo Balbo inviò alla famiglia un telegramma ove scrisse:
«Gli aviatori d'Italia s'inchinano reverenti dinnanzi alla salma di Almerico da Schio, pioniere ed apostolo dell'arte del volo e inviano alla famiglia profonde espressioni di cordoglio.»
Nel 1925 e nel 2005 la città di Schio gli tributò onoranze e festeggiamenti rispettivamente nel 20º e 100º anniversario del volo.
Quando nel 1930 al Reale istituto veneto di scienze, lettere e arti venne commemorata la figura di Almerico da Schio, il relatore trattò anche della sua fervente passione patriottica parlando delle sue imprese contro gli oppressori austriaci nel periodo in cui era studente a Padova. Tra queste, quella in cui sabotò le comunicazioni telegrafiche tra l'Austria e Venezia per due volte (la seconda perché non era certo di aver conseguito lo scopo al primo tentativo):
«...Non avendo avuto sentore degli effetti del proprio atto di sabotaggio telegrafico, decise di ripetere il tentativo, ma procedendo con un metodo più sicuro e sbrigativo. Uscito da Porta Codalunga insieme al collega d'ufficio, certo Baseggio, che doveva fare da palo durante la temeraria impresa, si diresse verso la ferrovia ed arrampicatosi su di un alto palo telegrafico ne tagliò di netto tutti i fili e poi scese a precipizio e non avendo più trovato il Baseggio, si diede ad una fuga pazza verso la città smarrendo nella corsa il cappello, che per poco non fu la causa del suo arresto.
Lo sdegno tra le autorità militari e politiche fu immenso per questo secondo attentato; si ordinarono ricerche scrupolose, si diramarono ordini severissimi per cogliere i furfanti che erano "exemplarich zu bestrafen", da punire in maniera esemplare. Ma la polizia non venne a capo di nulla e mai più essa avrebbe potuto immaginare che proprio un magistrato di quel tribunale, che doveva giudicare i rei di tanto misfatto, era l'autore di quel crimine esecrando!
Questo suo alto spirito patriottico Egli conservò gagliardo per tutta la vita...»
Omaggi
Ad Almerico da Schio è stato intitolato un Istituto professionale di Stato per i servizi commerciali e turistici di Vicenza.
Inoltre la città di Schio gli ha dedicato una piazza.
Opere
(elenco parziale)
L'aquidotto di Schio, (con Giambattista Garofolo), 1871
Di alcuni risultati della osservazione durante la eclisse totale del 22 decembre 1870: memoria del Dott. Almerico Da Schio letta nella tornata del 3 febbraio 1871 nell'Accademia Olimpica di Vicenza, Vicenza, Tip. Nazionale Paroni, 1871
Anemografo di Vicenza, Vicenza, 1877
Almanacco vicentino per l'anno 1882 pubblicato dall'ufficio meteorologico dell'Accademia Olimpica: anno primo, Vicenza, Tip. Burato, 1881
Almanacco vicentino per l'anno 1883 pubblicato dall'ufficio meteorologico dell'Accademia Olimpica: anno secondo, Vicenza, Tip. Burato, 1882
Il bolide del 6 marzo 1882: indagini, Torino, Tip. San Giuseppe, Collegio degli Artigianelli, 1883
Almanacco astronomico e meteorologico per l'anno 1884: anno terzo, Padova : Drucker & Tedeschi, 1884
Almanacco meteorologico italiano per l'anno 1885, Padova : Drucker & Tedeschi, 1885
Clima di Schio: 1874-1888, (alcuni capitoli: la temperatura, le precipitazioni), 1890
Associazione in partecipazione per la costruzione e l'eventuale esercizio della prima aeronave, partecipanti d'onore le LL. MM. con lire tremila, Vicenza, Stab. L. Fabris, 1892
L'areonave Zeppelin, Venezia, 1901
Alcune idee sulla navigazione aerea a proposito di un recente giudizio, Firenze, 1901
Dell'aeronave "Italia": relazione aprile 1905, Schio, L. Marin, 1905
Agosto 1906: per il concorso aeronautico di Milano, Schio, Stabilimento Grafico L. Marin, 1906
L'aeronave dinamostatica, Venezia, Tip. C. Ferrari, 1916
Anima umana... risorgi e regna: conferenza tenuta all'Accademia Olimpica di Vicenza il 27 aprile 1920, Vicenza : Arti grafiche G. Rossi & c., 1920
Alessandro Rossi: commemorazione al R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, il 29 marzo 1903, Vicenza, Tipografia Rumor, 1922
Memorie, Schio, Ditta P. Marzari, 1937
Bibliografia
Cinquant'anni dopo (a cura del Comitato per la celebrazione del 50. anniversario del primo volo dell'aeronave Italia di Almerico da Schio), Schio, 1955
Giorgio EvangelistiAlmerico da Schio nel primo centenario del volo del dirigibile "Italia", Schio, Comune di Schio, Grafiche Marcolin Schio Editore, 2005
L'aeronave Italia di Almerico da Schio, Schio, Edizioni Menin, 2005
Vittorio Angius, Almerico da Schio, la scienza aerostatica, quattro memorie, Firenze, Giunti, 1998
Attilio Giovanni Carolo, Il clima del territorio vicentino negli studi di Almerico da Schio, Vicenza, Accademia Olimpica, 2008
Lucia Ciani (a cura di), Vittoria Aganoor, Almerigo da Schio: lettere (1886-1909), Ribis, 2005
Adolfo Crosara, Almerico da Schio e la sua opera, Arti grafiche vicentine, 1916
Giorgio Zanrosso, Un motore per l'aeronave, Menin edizioni, 1991.
Giorgio Zanrosso, L'aeronave "Italia", La Serenissima, 2005.