Amedeo VII di Savoia
Amedeo VII di Savoia detto il Conte Rosso (Castello di Avigliana, 24 febbraio 1360[1][2] – Castello di Ripaglia, 1º novembre 1391) fu conte di Savoia, d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1383 al 1391. Secondo lo storico francese Jean Frézet, nel suo Histoire de la Maison de Savoie, Volume 1, Amedeo fu detto conte Rosso a causa del colore dei suoi capelli[3], mentre secondo altri, si prese a soprannominarlo Conte Rosso poiché nel 1383, impegnato nelle Fiandre in una campagna militare in difesa del duca di Borgogna, alla notizia della nascita del proprio primogenito, abbandonò il lutto per la morte del padre, a favore di abiti rossi per festeggiare[4]. OrigineAmedeo, secondo lo storico francese Samuel Guichenon nel suo Histoire généalogique de la royale maison de Savoie, era il figlio maschio primogenito di Amedeo VI, detto il Conte Verde, Conte di Savoia, d'Aosta e di Moriana, e della moglie, Bona di Borbone[5], che sempre secondo la Samuel Guichenon era figlia del secondo duca di Borbone, Pietro I di Borbone e di sua moglie, la principessa francese Isabella di Valois[6], che, secondo la Chronique parisienne anonyme du XIVe siècle era figlia del conte di Valois, Conte di Angiò e del Maine, conte d'Alençon e conte di Chartres, Carlo di Valois e di Mahaut di Châtillon[7] ed era sorella del futuro re di Francia (Bona era la nipote) di Filippo di Valois[8]. BiografiaLa località in cui Amedeo nacque non è sicura, in quanto, Jean Frézet, cita il Castello di Avigliana[3], mentre secondo altri fu il Castello di Chambéry[12][13]. Nel 1379[14], suo padre lo creò signore di Besse[3], dove, secondo lo storico francese Victor Flour de Saint-Genis, fece le sue prime esperienze in campo militare combattendo contro alcuni nobili che avevano rifiutato di prestare l'omaggio feudale a suo padre[15]. Sempre nel 1379, nelle Fiandre ci fu una rivolta contri il conte di Fiandra, di Nevers e di Rethel, Luigi di Male, che dovette rifugiarsi a Lilla[16] e, nel 1382, chiese aiuto al proprio cognato, il nuovo duca di Borgogna, Filippo II[16] ed al nuovo re di Francia Carlo VI detto "il Beneamato"[17]; Amedeo si aggregò a Carlo VI con 700 cavalieri[15], dove si distinse alla Battaglia di Roosebeke[15], del 27 novembre 1382, dove i ribelli fiamminghi furono sconfitti[16][17]. Rientrato dalle Fiandre, nel 1383, Amedeo dovette affrontare una sollevazione nel Vallese, fomentata dai Visconti[15]. La politica del Conte RossoQuando salì al potere, lasciò nei primi tempi il potere alla madre, già abituata a governare lo Stato durante le lunghe assenza del marito per guerre e missioni politiche (Amedeo VI fu considerato uno dei maggiori combattenti del suo tempo, e anche il figlio non fu da meno). Amedeo salì al trono di uno Stato afflitto da gravi problemi economici: le continue guerre del padre avevano prosciugato le finanze dello Stato, già di loro natura mai floride. Per ottenere i fondi necessari alle imprese che meditava dovette faticare non poco. Già dalla sua ascesa al trono dovette affrontare i riottosi conti del Canavese e il Monferrato, sempre più potente ed invasivo (aveva negli anni addietro scacciato i Visconti da Asti e Alba, e ora minacciava apertamente i Savoia). Anche Gian Galeazzo Visconti preoccupava, ma Amedeo seppe abilmente stipulare un patto di non aggressione, anche grazie alla madre di Gian Galeazzo, la sorella del conte Verde, Bianca di Savoia, zia di Amedeo. Altre preoccupazioni arrivarono dall'imperatore Venceslao, che gli aveva confermato l'investitura dei suoi feudi[22], ma, che nel complicato quadro europeo del Grande Scisma d'Occidente parteggiava per Urbano VI, intimò al Conte Rosso di abbandonare la causa del rivale, l'antipapa Clemente VII[23]. Amedeo non poteva piegarsi alla volontà imperiale anche per fattori economici: Clemente aveva promesso al conte una retribuzione pari a 4000 fiorini sulle decime della Chiesa in Piemonte. Il Conte Rosso girò intorno all'argomento, e la faccenda si placò. Anche perché l'astuto conte aveva un progetto ambizioso che lo occupava: Carlo VI di Francia lo aveva chiamato per una guerra contro gli inglesi: l'intento del folle monarca francese consisteva nello sbarcare direttamente sul suolo inglese[24]. L'impresa non si fece mai, scoraggiata dal duca di Berry, ma il Conte Rosso ebbe modo di farsi notare ugualmente nel periodo che passò nell'accampamento francese di Ecluse: perse al gioco somme enormi, che riottenne a stento e dopo lunghe richieste e suppliche. Ma se andò male con il gioco, gli riuscì almeno di far fidanzare la figlia del duca di Borgogna con il figlio Amedeo. Parte della dote della giovane, 100.000 fiorini, servì ad estinguere i debiti di gioco. Tornato dall'Ecluse, Amedeo VII si trovò immischiato nella rivolta cosiddetta dei Tuchini, gruppi di contadini che, manifestando contro i signori locali, erano protetti dal marchese del Monferrato e dai Visconti[23]. Quando in aiuto dei monferrini giunse anche il famoso condottiero Facino Cane, Amedeo VII decise che era giunto il momento di scontrarsi con Gian Galeazzo. Ma dalle due parti non vennero segnali di voler attaccare per primi: la faccenda si protrasse, Gian Galeazzo decise di proporre la pace. Motivo della scelta era che la figlia Valentina Visconti avrebbe dovuto fidanzarsi con il fratello di Carlo VI, e per raggiungerlo avrebbe dovuto attraversare le terre sabaude. Dopo alterne vicende, Valentina il 1º luglio 1389 entrava nelle terre del Conte Rosso. Lo sbocco sul mareNei suoi progetti, Amedeo VII vedeva un obiettivo fondamentale: il mare. Aveva osservato l'oceano nel periodo dell'Ecluse, quando Carlo VI cercò inutilmente di attaccare l'Inghilterra. Tornato in patria, si prefissò come obiettivo importante la conquista di uno sbocco al mare. Giovanni Grimaldi, nominato gran siniscalco della città di Nizza dai napoletani, si vide costretto a firmare un atto in cui Nizza veniva ceduta al Piemonte. Amedeo VII entrò in Nizza il 28 settembre 1388: dopo i consueti festeggiamenti, nominò i Grimaldi come governatori sabaudi della città e signori di vari feudi adiacenti. La morte del Conte RossoVerso la fine di ottobre del 1391 il Conte Rosso fece ritorno a Ripaglia e rivolse la sua attenzione al Vercellese, dove era in atto una sanguinosa rivolta. Chiese che Gian Galeazzo non intervenisse ulteriormente nei suoi affari di stato e decise che avrebbe sedato la protesta rapidamente. Ma, durante una caccia al cinghiale nella tenuta di Ripaglia, Amedeo VII si ferì ad una gamba in seguito ad una caduta dal cavallo, spaventato dal cinghiale[26]; la ferita era grave, ma non appariva mortale[26]; purtroppo il giorno seguente fu aggredito dal tetano che si manifestò prontamente col trisma e morì tre giorni dopo a soli trentadue anni. Il Conte Rosso, prima di morire redasse un testamento, in cui Amedeo VII (Dominus Amedeus comes Sabaudiæ) nominava suo erede il figlio, Amedeo (Amedeum eius filium), ma le redini dello Stato sarebbero state tenute dalla nonna Bona di Borbone, reggente (Dominæ Bonæ de Borbonio comitissæ Sabaudiæ eius carissima genetricis), con Louis III de Cossonay, (?-1394) signore di Cossonay (cum consilio viri nobilis et potentis domini Ludovici domini de Cossonay) ed inoltre destinava lasciti alla figlia, Bona (Bonam de Sabaudia eius filiam), e alla moglie, Bona di Berry (Domina Bona de Biturio eius consorte) e chiedeva di essere inumato nell'Abbazia di Altacomba (in monasterio Altæcombæ)[29]. Nella cultura di massa
Matrimonio e discendenzaAmedeo VII aveva sposato a Parigi nel 1377 la nipote diretta del re di Francia Giovanni il Buono, Bona di Berry, che, sia secondo i Documens historiques et généalogiques sur les familles et les hommes remarquables du Rouergue, che secondo Pierre de Guibours, detto Père Anselme de Sainte-Marie o più brevemente Père Anselme, era la figlia terzogenita del duca di Berry e d'Alvernia e conte di Poitiers e Montpensier, Giovanni di Francia[31] (1340 † 1416) e della prima moglie Giovanna d'Armagnac[32] (24 giugno 1346-1387). Il 7 maggio 1372 era stato siglato il contratto matrimoniale tra Amedeo VII e Bona di Berry, come ci viene confermato dalle Preuves de l'Histoire généalogique de la royale maison de Savoie[33]; le nozze vennero poi celebrate a Parigi il 18 gennaio 1377 anche se poi Bona arrivò in Savoia solo nel 1381[34]. Bona di Berry venne soprannominata in seguito Madame la Jeune, per distinguerla dalla suocera Bona di Borbone, detta la Madama Grande.
Amedeo VII, nel biennio 1378/79 ebbe un'amante di nome FRANÇOISE Arnaud, che gli diede un figlio[12][13]: Amedeo VII, nel biennio 1380/81 ebbe una seconda amante di nome ANTOINETTE Chalvet, che gli diede una figlia[12][13]:
Ascendenza
OnorificenzeNote
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
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