Share to: share facebook share twitter share wa share telegram print page

Andrea Finocchiaro Aprile

Andrea Finocchiaro Aprile

Sottosegretario di Stato al Ministero del tesoro
Durata mandato15 marzo 1920 –
21 maggio 1920
Capo del governoFrancesco Saverio Nitti
PredecessoreBortolo Belotti
SuccessoreArnaldo Agnelli

Sottosegretario di Stato al Ministero della guerra
Durata mandato23 giugno 1919 –
14 marzo 1920
Capo del governoFrancesco Saverio Nitti
PredecessoreAugusto Battaglieri
SuccessoreArnaldo Agnelli

Deputato dell'Assemblea Costituente
Durata mandato25 giugno 1946 –
31 gennaio 1948
Gruppo
parlamentare
Misto
CollegioXXX (Palermo)
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione per la Costituzione e della Seconda Sottocommissione
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato27 novembre 1913 –
25 gennaio 1924
LegislaturaXXIV, XXV, XXVI
Gruppo
parlamentare
Gruppo demosociale
CollegioPalermo
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPDSI, MIS
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Andrea Finocchiaro Aprile (Palermo, 26 giugno 1878Palermo, 15 gennaio 1964) è stato un politico italiano, leader del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia.

Biografia

Nasce a Palermo, figlio di Camillo Finocchiaro Aprile, politico liberale e più volte ministro e in particolare fu Ministro di grazia e giustizia del governo Fortis. Proveniva da una famiglia della borghesia palermitana. La madre era la nobildonna siciliana Giovanna Sartorio.

Andrea Finocchiaro Aprile era fratello di Emanuele, ingegnere palermitano, anch'egli deputato del Regno.

Fu anche docente di "storia del diritto" all'università di Ferrara e dal 1912 a Siena.

La politica prima del fascismo

Iniziò la propria attività politica con l'elezione a deputato alla Camera nel 1913 come liberale, seguendo le orme paterne. Rieletto nel 1919 alla Camera con la lista demosociale, fu nominato sottosegretario alla Guerra nel governo Nitti I fino al 1920 e alle Finanze nel governo Nitti II. Rieletto nel 1921, si oppose da massone al nascente regime fascista, e nel 1924 preferì candidarsi nelle liste dell'Unione nazionale di Giovanni Amendola, piuttosto che nel listone fascista e non fu rieletto[1].

Finocchiaro Aprile nel suo studio

Nell’epoca fascista

Si ritirò dalla politica attiva nel 1925 e tornò all'avvocatura, esercitando la professione a Roma.[2]

L'indipendentismo siciliano

Nell'inverno del 1942 prese contatti con esponenti della politica siciliana pre-fascista, e ritornò ufficialmente in politica nel giugno 1943, pochi giorni prima dello sbarco degli alleati in Sicilia, lanciando a Palermo un appello con un Comitato d'Azione alla resistenza passiva contro l'Italia fascista, comitato che diventerà il nucleo originario del Movimento Indipendentista Siciliano. Mantenne anche stretti contatti con i servizi segreti sia inglesi sia statunitensi, e quindi con l'Amgot, per sostenere la causa separatista, divenutone il leader. Per cercare sostegno - sia politico che economico - alle battaglie del suo partito, scrisse innumerevoli lettere, tra cui un memoriale inviato alla Conferenza di San Francisco. Tra le personalità che ricevettero una sua lettera figurano anche Winston Churchill, Giorgio VI, Charles de Gaulle, Pio XII, Cordell Hull ed Eleonora Roosvelt, moglie del presidente statunitense.[3]

Autorizzò la nascita dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia sulla scia di diversi fatti di sangue, tra cui la strage del pane, incontrando a Catania il professore indipendentista Antonio Canepa. Nel 1944 scampò ad un attentato nel corso di una manifestazione organizzata dal Movimento Indipendentista Siciliano a Regalbuto (EN) ma, nello stesso anno, fu arrestato per ordine del governo Bonomi. Il MIS nel 1944 arrivò a contare quasi mezzo milione d'iscritti. Ritornò libero nel 1945 ma, nell'ottobre dello stesso anno, fu nuovamente arrestato insieme al suo braccio destro Antonino Varvaro ed inviato al confino politico a Ponza dove rimase sino al marzo del 1946[4].

Andrea Finocchiaro Aprile all'aeroporto di Punta Raisi tiene un discorso alla folla, fotografia di Federico Patellani, 1947

Nel giugno 1946 fu eletto deputato all'Assemblea Costituente nelle liste del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia. Nel 1947 il sodalizio con Varvaro si dissolse per gravi divergenze sulla concezione del MIS. Il segretario voleva che il movimento assumesse una posizione politica ben precisa, nella fattispecie a sinistra, mentre Finocchiaro Aprile lo considerava trasversale a qualsiasi ideologia. Nel III congresso nazionale di Taormina, Varvaro fu espulso dal MIS[5] anche a causa delle pressioni della frangia di "destra" (Tasca-Carcaci)[6].

Nel maggio 1947 fu eletto deputato all'Assemblea regionale siciliana[7], da cui si dimise nel marzo 1948, per affrontare nuovamente le urne per le prime elezioni del Parlamento Repubblicano, ma non risultò eletto. Decise pertanto di lasciare il MIS che – dopo aver perso ogni rappresentanza parlamentare nazionale e regionale – nel 1951 si sciolse.

Ultime esperienze politiche

Sfaldatosi il MIS, si ritirò dalla politica attiva. Un effimero ritorno si verificò nel 1953, quando accettò, senza peraltro risultare eletto, di essere il capolista alle politiche dell'Alleanza Democratica Nazionale, la cui lista, animata da esponenti liberali e centristi, svolse la funzione di "antidoto" alla legge elettorale maggioritaria.

Successivamente, sarà nominato giudice dell'Alta Corte per la Regione Siciliana.

Note

  1. ^ FINOCCHIARO APRILE, Andrea in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato il 26 aprile 2023.
  2. ^ Antonello Battaglia, La fine del conflitto e la parabola del separatismo siciliano (1945-1951) in L'Italia 1945-1955, la ricostruzione del paese e le Forze Armate, Ministero della Difesa, Roma, 2014., p. 427.
  3. ^ Assemblea Regionale Siciliana, Sicilia 1943 - 1947 | sulle tracce dell'autonomia (PDF), su ars.sicilia.it.
  4. ^ Cfr. lo scontro Finocchiaro-Parri alla Costituente del 25-26 febbraio 1947 (Intervento di F. A., Replica di Parri)
  5. ^ Antonello Battaglia, Sicilia contesa. Separatismo, guerra, mafia, Roma, Salerno, 2014.
  6. ^ Antonello Battaglia, Separatismo siciliano. I documenti militari, Roma, Nuova Cultura, 2015.
  7. ^ Finocchiaro Aprile Andrea | ARS, su www.ars.sicilia.it. URL consultato il 26 aprile 2023.

Bibliografia

  • G. C. Marino. Storia del separatismo siciliano 1943-1947. Roma, Editori Riuniti, 1979
  • A. Finocchiaro Aprile (a cura di Massimo Ganci). Il Movimento Indipendentista Siciliano. Palermo, Libri Siciliani, 1966
  • S. Musumeci. Tra Separatismo ed Autonomia - il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia. Messina, Armando Siciliano Editore, 2005
  • Il Movimento per l'indipendenza della Sicilia - Memorie del Duca di Càrcaci S.F. Flaccovio Editore, Palermo 1977
  • Antonello Battaglia, Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia, Salerno Editore, Roma, 2014
  • Antonello Battaglia, Il separatismo siciliano nei documenti dello SME e del SIM, in Le operazioni interforze e multinazionali nella storia militare, Ministero della Difesa, Roma, 2014
  • Antonello Battaglia, La fine del conflitto e la parabola del separatismo siciliano (1945-1951) in L'Italia 1945-1955, la ricostruzione del paese e le Forze Armate, Ministero della Difesa, Roma, 2014
  • Antonello Battaglia, Separatismo siciliano. I documenti militari, Nuova Cultura, Roma, 2015.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN69031197 · ISNI (EN0000 0000 0055 9630 · SBN IEIV010303 · BNF (FRcb124805512 (data)
Kembali kehalaman sebelumnya