Nell'inverno del 1942 prese contatti con esponenti della politica siciliana pre-fascista, e ritornò ufficialmente in politica nel giugno 1943, pochi giorni prima dello sbarco degli alleati in Sicilia, lanciando a Palermo un appello con un Comitato d'Azione alla resistenza passiva contro l'Italia fascista, comitato che diventerà il nucleo originario del Movimento Indipendentista Siciliano. Mantenne anche stretti contatti con i servizi segreti sia inglesi sia statunitensi, e quindi con l'Amgot, per sostenere la causa separatista, divenutone il leader. Per cercare sostegno - sia politico che economico - alle battaglie del suo partito, scrisse innumerevoli lettere, tra cui un memoriale inviato alla Conferenza di San Francisco. Tra le personalità che ricevettero una sua lettera figurano anche Winston Churchill, Giorgio VI, Charles de Gaulle, Pio XII, Cordell Hull ed Eleonora Roosvelt, moglie del presidente statunitense.[3]
Autorizzò la nascita dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia sulla scia di diversi fatti di sangue, tra cui la strage del pane, incontrando a Catania il professore indipendentista Antonio Canepa. Nel 1944 scampò ad un attentato nel corso di una manifestazione organizzata dal Movimento Indipendentista Siciliano a Regalbuto (EN) ma, nello stesso anno, fu arrestato per ordine del governo Bonomi. Il MIS nel 1944 arrivò a contare quasi mezzo milione d'iscritti. Ritornò libero nel 1945 ma, nell'ottobre dello stesso anno, fu nuovamente arrestato insieme al suo braccio destro Antonino Varvaro ed inviato al confino politico a Ponza dove rimase sino al marzo del 1946[4].
Nel giugno 1946 fu eletto deputato all'Assemblea Costituente nelle liste del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia.
Nel 1947 il sodalizio con Varvaro si dissolse per gravi divergenze sulla concezione del MIS. Il segretario voleva che il movimento assumesse una posizione politica ben precisa, nella fattispecie a sinistra, mentre Finocchiaro Aprile lo considerava trasversale a qualsiasi ideologia. Nel III congresso nazionale di Taormina, Varvaro fu espulso dal MIS[5] anche a causa delle pressioni della frangia di "destra" (Tasca-Carcaci)[6].
Nel maggio 1947 fu eletto deputato all'Assemblea regionale siciliana[7], da cui si dimise nel marzo 1948, per affrontare nuovamente le urne per le prime elezioni del Parlamento Repubblicano, ma non risultò eletto. Decise pertanto di lasciare il MIS che – dopo aver perso ogni rappresentanza parlamentare nazionale e regionale – nel 1951 si sciolse.
Ultime esperienze politiche
Sfaldatosi il MIS, si ritirò dalla politica attiva. Un effimero ritorno si verificò nel 1953, quando accettò, senza peraltro risultare eletto, di essere il capolista alle politiche dell'Alleanza Democratica Nazionale, la cui lista, animata da esponenti liberali e centristi, svolse la funzione di "antidoto" alla legge elettorale maggioritaria.
^ Antonello Battaglia, La fine del conflitto e la parabola del separatismo siciliano (1945-1951) in L'Italia 1945-1955, la ricostruzione del paese e le Forze Armate, Ministero della Difesa, Roma, 2014., p. 427.
G. C. Marino. Storia del separatismo siciliano 1943-1947. Roma, Editori Riuniti, 1979
A. Finocchiaro Aprile (a cura di Massimo Ganci). Il Movimento Indipendentista Siciliano. Palermo, Libri Siciliani, 1966
S. Musumeci. Tra Separatismo ed Autonomia - il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia. Messina, Armando Siciliano Editore, 2005
Il Movimento per l'indipendenza della Sicilia - Memorie del Duca di Càrcaci S.F. Flaccovio Editore, Palermo 1977
Antonello Battaglia, Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia, Salerno Editore, Roma, 2014
Antonello Battaglia, Il separatismo siciliano nei documenti dello SME e del SIM, in Le operazioni interforze e multinazionali nella storia militare, Ministero della Difesa, Roma, 2014
Antonello Battaglia, La fine del conflitto e la parabola del separatismo siciliano (1945-1951) in L'Italia 1945-1955, la ricostruzione del paese e le Forze Armate, Ministero della Difesa, Roma, 2014
Antonello Battaglia, Separatismo siciliano. I documenti militari, Nuova Cultura, Roma, 2015.