Fu una militante dei Nuclei Armati Proletari, uccisa a Roma all'età di 22 anni in una retata della squadra antiterrorismo.
Biografia
Annamaria era la sorella di Luca Mantini, militante dei NAP ucciso dalla polizia nel 1974 durante una tentata rapina di autofinanziamento a Firenze. Dopo la morte del fratello,[1] Annamaria, giovane scout cattolica di 21 anni, entrò a sua volta nei NAP. Fu tra i fondatori del Nucleo Armato 29 ottobre (in memoria della data dell'uccisione di Luca Mantini), organizzatore del sequestro del giudice Giuseppe Di Gennaro[2]. I NAP non avevano ancora commesso omicidi nel periodo in cui Annamaria vi militò.
Nel luglio 1975 l'appartamento della Mantini, sito in via Due Ponti nel quartiere Tor di Quinto a Roma, fu scoperto da una Squadra dell'Antiterrorismo guidata dal questore Emilio Santillo. Tra il 7 e l'8 luglio cinque poliziotti si appostarono sul pianerottolo interno della casa per un giorno e mezzo[3], in attesa del rientro della giovane. Quando questa tornò, venne uccisa mentre apriva la porta con un colpo di pistola alla fronte, esploso da distanza ravvicinata in circostanze non chiarite dal vicebrigadiere Antonino Tuzzolino. La versione fornita dalla Squadra Speciale fu che il colpo era partito per errore, a causa del battente della porta che, mentre si apriva, urtò sulla mano del vicebrigadiere[4]. Tuzzolino venne poi ferito per rappresaglia, rimanendo paralizzato, il 9 febbraio 1976 da sicari del "Nucleo Armato 29 ottobre" dei NAP.