l'arcidiaconato di Chichester comprendeva i decanati di Chichester, Arundel, Boxgrove, Midhurst e Storrington;
l'arcidiaconato di Lewes comprendeva i decanati di Lewes, Dallington, Hastings e Pevensey.
Non è ben documentato il numero e la natura delle chiese della diocesi e di quelle parrocchiali. La Taxatio ordinata da papa Nicola IV nel 1291 elencava un numero di 267 chiese, molte delle quali di proprietà dei diversi monasteri presenti nella diocesi.[1]
Caratteristica della diocesi medievale di Chichester era la presenza di enclavi nel proprio territorio non soggette alla giurisdizione del vescovo (Jurisdictional peculiars), ma sottoposte ad altri proprietari; tra questi i maggiori beneficiari erano gli arcivescovi di Canterbury, che possedevano diversi terreni, castelli e proprietà di vario genere, e i vescovi di Londra e di Exeter.
L'opera di evangelizzazione del regno del Sussex è tardiva rispetto al resto dei regni anglosassoni.[3] Essa fu iniziata attorno al 680 dal vescovo Vilfrido, che si era rifugiato nel sud dell'Inghilterra dopo che era stato deposto dalla sua sede di York; fondò un monastero a Selsey dove stabilì una sede episcopale e la cattedrale dedicata a san Pietro; percorse il regno per annunciare la fede cristiana ed amministrare il battesimo, ed organizzò il clero diocesano.
Nel 685Cadwalla, re del Wessex, invase e occupò il Sussex e lo annesse al suo regno; anche la diocesi fu soppressa ed unita a quella di Dorchester. Quando nel 709 il Sussex ottenne l'indipendenza, fu ristabilita anche la diocesi di Selsey con il vescovo Eadbeorht.
Dopo l'arrivo di Guglielmo il Conquistatore la sede episcopale fu trasferita da Selsey a Chichester, come stabilito dal concilio di Londra del 1075, che aveva deciso il trasferimento delle sedi episcopali dai piccoli centri di campagna nelle grandi e importanti città del regno, meglio controllate dai padroni Normanni. Il trasferimento della sede episcopale a Chichester avvenne in un'epoca imprecisata tra il 1075 ed il 1085, durante l'episcopato del vescovo Stigand.
Con Stigand e soprattutto con il vescovo Ralph de Luffa, la diocesi conobbe il suo massimo splendore; Ralph organizzò la diocesi, fondò la cattedrale, istituì il capitolo dei canonici, visitò più volte il territorio e beneficiò largamente i parroci nelle campagne. La sua opera di organizzazione materiale e spirituale fu continuata dai suoi successori, in particolare Seffrid II, che consacrò la cattedrale nel 1199, e soprattutto san Riccardo di Chichester († 1253), il titolare più illustre e meglio conosciuto di Chichester. Gilbert di Saint-Leonard convocò nel 1289 un sinodo diocesano allo scopo di riformare la vita religiosa e sacerdotale della diocesi.
Verso la fine del XIV secolo fecero la loro apparizione in diocesi i lollardi (i poor preachers), legati alle idee riformiste di John Wycliffe, ma considerati, come il loro fondatore, degli eretici. Nel 1401, con lo statuto De haeretico comburendo, il re Enrico IV li condannò alla pena del rogo. Si conosce un solo caso di condanna al rogo nella diocesi di Chichester, quella di Thomas Bageley nel 1432.[4] Nella foga contro gli eretici, a farne le spese fu lo stesso vescovo Reginald Peacock (1450-1457); infatti nelle sue opere contro i lollardi, The Repressor of overmuch blaming of the clergy (1455) e The Book of faith (1456), finì per cadere lui stesso in posizioni eterodosse, e per questo venne deposto nel 1457.
Quando Enrico VIII si attribuì il titolo di Capo della chiesa d'Inghilterra, il vescovo Robert Sherborne si lasciò convincere dalle nuove idee a tal punto da predicare dal pulpito (1535) l'opportunità e la necessità della supremazia regia sulla Chiesa inglese. Alla sua morte nel 1536, gli successe il vescovo anglicano Richard Sampson; durante il suo episcopato vennero chiuse le principali abbazie e monasteri della diocesi e nel 1538 venne distrutta la cassa d'argento che conteneva le reliquie di san Riccardo di Chichester. Il suo successore George Day si rifiutò tuttavia di distruggere tutti gli altari delle chiese diocesane, come deciso da un'ordinanza del 1550; questo gli costò la perdita dell'episcopato e la prigione. Durante la restaurazione cattolica operata dalla regina Maria Tudor, George Day fu liberato e riprese il suo posto sulla cattedra di Chichester; a lui succedette l'ultimo vescovo in comunione con la sede di Roma, John Christopherson, eletto nel maggio 1557 e morto nel dicembre 1558.
^Un elenco esaustivo delle abbazie, dei priorati e delle case religiose presenti sul territorio diocesano nel XVI secolo in Warrilow, op. cit., col. 673.
^Il Sussex è l'ultimo regno anglosassone a convertirsi al cristianesimo. Termina così la missione d'Inghilterra, iniziata nel 596 con papa Gregorio Magno. Cfr. Storia della Chiesa, op. cit., vol. III, p. 214.