La tradizione attribuisce l'evangelizzazione di Aix e del suo territorio e la fondazione della diocesi a san Massimino, discepolo di Gesù, che dalla Palestina raggiunse la Provenza e con Maria Maddalena diffuse per primo la buona novella ad Aix. Suo successore sarebbe stato san Sidonio, identificato dalla tradizione con il cieco nato, guarito da Gesù secondo il racconto dell'evangelistaGiovanni (9,1-41[1]).
Primo vescovo storicamente documentato è Lazzaro, vissuto agli inizi del V secolo, le cui vicende si intrecciano con quelle dell'imperatore romano e usurpatore Costantino III, a cui il vescovo diede il suo appoggio; alla morte di questi nel 411, Lazzaro fu costretto a dare le dimissioni. A partire dalla prima metà dell'VIII secolo il territorio di Aix è devastato dai Saraceni, e la loro presenza in Provenza fino al X secolo renderà difficile la vita cristiana; in questo periodo la serie episcopale di Aix è molto discontinua.
Nell'XI secolo fu iniziata la costruzione della cattedrale durante l'episcopato di Rostan di Fos; la parte più antica del battistero risale invece al V-VI secolo.
A partire dal XII secolo gli arcivescovi di Aix si liberano definitivamente dalla soggezione alla Chiesa di Arles. Il vescovo Pierre III ricevette il pallio nel 1102 e nel 1112 riunì per la prima volta un concilio provinciale dove vennero riuniti tutti i vescovi suffraganei.
Nel 1409 fu eretta l'università di Aix con una bolla del papa pisano Alessandro V. L'istituzione, che comprendeva le facoltà di teologia, di giurisprudenza e di medicina, fu confermata da Luigi II di Provenza nel 1413 e di nuovo dai re francesi nel corso del XVII secolo.[2]
Durante la riforma protestante, l'arcivescovo Jean de Saint-Chamond si lasciò attrarre dalla nuova confessione religiosa e fu scomunicato dal papa; il 25 dicembre del 1566 annunciò pubblicamente dal pulpito della cattedrale le sue dimissioni; in seguito si sposò e fu messo a capo di un reggimento ugonotto. La città e l'arcidiocesi rimasero tuttavia fedeli al cattolicesimo, per l'iniziativa soprattutto dell'arcivescovo Gilbert Génébrard.
Il 10 luglio 1817 l'arcidiocesi di Arles fu ristabilita, ma il 6 ottobre 1822 fu confermata definitivamente la sua soppressione e l'incorporazione nell'arcidiocesi di Aix. Lo stesso 6 ottobre furono ristabilite le diocesi di Marsiglia e di Fréjus, con territorio ricavato da quello di Aix. Da allora l'arcivescovo di Aix può fregiarsi anche del titolo di vescovo di Arles. Dopo i cambiamenti del 1801 e del 1822, la nuova provincia ecclesiastica comprendeva le diocesi di Fréjus, Digne, Gap, Marsiglia e Ajaccio; Nizza fu aggiunta nel 1860, mentre Marsiglia divenne arcidiocesi nel 1948. Dal 1838 al 1866 anche la diocesi di Algeri fece parte della provincia ecclesiastica di Aix.
L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, Aix ha perso il rango di sede metropolitana, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Marsiglia.[3]
L'arcidiocesi di Aix, nel corso della sua lunga storia, ha dato alla Chiesa undici cardinali presi tra i suoi arcivescovi ed altri sette presi tra i canonici del capitolo della cattedrale.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^Tra le fonti citate, questo vescovo è ammesso solo da Albanès (Gallia christiana novissima); avrebbe partecipato al concilio di Nimes del 396 e a quello di Torino del 401. Tuttavia, secondo Duchesne, quelle di Albanès sono pure congetture, poiché negli atti dei due concili non è mai indicata la sede di appartenenza dei vescovi.
^Dopo Lazzaro, le fonti citate riportano nomi di vescovi, ammessi dagli uni, esclusi dagli altri: Fisquet e Gams parlano di un sant'Armentario; Albanès riconosce invece un Ausanio; Fisquet aggiunge anche un Vittore. Tutti comunque ammettono come certo il successivo Basilio.
^Ammesso da Fisquet, Albanès e Gams, ignoto a Gallia christiana. Duchesne (p. 281, nota 5) riporta uno studio secondo il quale l'iscrizione che parla di Menelfalo potrebbe datarsi al X secolo.
^Ricordato da Gregorio di Tours, secondo il quale sarebbe vissuto all'epoca del re Sigeberto (che regnò dal 561 al 575).
^Ammesso da Albanès e Fisquet, il vescovo Onorato è ritenuto incerto da Duchesne e Gams; ignoto a Gallia christiana.
^Ammesso da Gallia christiana, Gams e Fisquet, è escluso da Albanès, secondo il quale Ingilramno rimase sempre vescovo di Cavaillon.
^Nominato una prima volta il 25 luglio 1414 perché si era sparsa la voce della morte di Thomas de Puppio.
^Il 22 dicembre 1504 è nominato arcivescovo, titolo personale, di Orléans.
^Nominato arcivescovo di Albi il 28 marzo 1575 o 1576.
^Nominato dal re francese, non ottenne la conferma pontificia a causa delle difficili relazioni diplomatiche vigenti all'epoca tra Governo francese e Santa Sede. Nominato ad Albi dal re, fu confermato da Roma solo nel 1693. Fisquet, La France pontificale, p. 183. Questo vescovo è sconosciuto alla cronotassi di Eubel.
^Nominato dal re nel mese di febbraio 1687, ottenne la conferma pontificia solo nel 1693. Eubel V, p. 92, nota 2.