Filippi, antica città della Grecia, ebbe il privilegio di ricevere l'annuncio del vangelo direttamente dalla predicazione di san Paolo, durante il suo secondo viaggio missionario attorno all'anno 50 (Atti 16,12-40[1]). In seguito l'apostolo visitò la comunità altre due volte durante il suo terzo viaggio missionario (tra il 57 ed il 58; cfr. Atti 20,1-6[2]).
La comunità cristiana di Filippi ebbe particolari riguardi e venerazione nei confronti del suo fondatore. In più occasioni gli inviarono degli aiuti (Filippesi 4,10-20[3]) tramite un loro delegato, Epafrodito, che la tradizione ricorda come il primo vescovo filippese. Questa fu l'occasione per la lettera che Paolo scrisse alla comunità dei Filippesi, che ancora oggi è parte dell'epistolario paolino.
La primitiva comunità di Filippi subì fin dall'inizio la persecuzione e il martirio, come testimonia san Policarpo nella sua lettera scritta ai Filippesi, e come è ricordato nel Martirologio Romano alla data del 17 ottobre: Commemorazione dei santi Rufo e Zosimo, martiri, che il beato Policarpo associò nel martirio a sant'Ignazio, scrivendo ai Filippesi: «Essi condivisero la passione del Signore e non amarono il secolo presente, ma colui che per loro e per tutti è morto e risorto».[4][5]
Lo stesso Martirologio menziona, alla data del 26 luglio, quello che la tradizione attesta essere il secondo vescovo di Filippi, successore di Epafrodito, ossia Erasto, «che, tesoriere della città di Corinto, fu al servizio di san Paolo Apostolo».[6]
Dopo il 1204, in seguito alla quarta crociata, Filippi divenne sede di un arcivescovo di rito latino. L'unico prelato conosciuto è Guglielmo, trasferito da Ezero (Nazaresca) alla sede di Filippi nel 1212. Non sono noti altri arcivescovi residenti di rito latino.[8]
^Il Vetus Martyrologium Romanum ricorda lo stesso santo alla data del 18 dicembre.
^Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II…, p. 578. Prima della riforma conciliare, il martirologio menzionava esplicitamente la città di Filippi come luogo di nascita di Erasto, indicazione topografica che il martirologio riformato ha depennato.