Arura (in greco antico: ἄρουρα?, àrura) è una parola omerica[1] il cui significato originale era "terra arabile", derivato dal verbo "ἀρόω" (aroō), "arare".[2]
In particolare, Omero utilizza questo termine nel monologo di Achille, che descrive in questo modo la sua condizione di disperazione per la morte di Patroclo:
(
GRC)
«ἀλλ᾽ ἧμαι παρὰ νηυσὶν ἐτώσιον ἄχθος ἀρούρης»
(
IT)
«ma qui presso le navi inutil peso della terra mi seggo»
La parola originariamente era usata anche per "suolo", "terra" e "patria" e al plurale per indicare "campi" o "campi di frumento".[3]
La parola "arura" era usata anche per descrivere una misura di superficie dell'antico Egitto, un quadrato il cui lato misura 100 cubiti egizi,[4] equivalente a 2700 m² oppure a 2/3 di acro.[5] La parola è attestata per la prima volta in lingua micenea a-ro-u-ra, scritta in lineare B, col significato originale di "aratro".[6]
Note
- ^ Iliade, XI, 68; XVIII, 104.
- ^ (EN) Henry Liddell e Robert Scott, ἀρόω, in A Greek-English Lexicon, 1940.
- ^ (EN) Henry Liddell e Robert Scott, ἄρουρα, in A Greek-English Lexicon, 1940.
- ^ Erodoto, Storie, II, 168.
- ^ (EN) Vedi la prima nota.
- ^ Palaeolexicon.