Le automotrici M2 serie 50 vennero commissionate alla Piaggio a metà anni Trenta[2] dalla società Mediterranea Calabro Lucane (successivamente Ferrovie Calabro Lucane), che in quegli anni acquistò dalla stessa società costruttrice le monodirezionali M1c INOX[3], allo scopo di sopperire alla carenza di materiale rotabile automotore leggero sulle proprie linee ferroviarie del cosentino. Vennero costruite in numero di 10 unità con la caratteristica cassa nervata e saldata in acciaio inossidabile; a quel tempo la Piaggio aveva acquisito la licenza esclusiva del brevetto della Budd di Philadelphia e costruiva rotabili ferroviari e tranviari con cassa in acciaio inox saldato. Tale caratteristica permetteva di evitare la periodica riverniciatura con risparmi nella manutenzione della cassa; furono immatricolate come M2.51-60 e consegnate alle Ferrovie Calabro Lucane dove furono assegnate alla direzione di Catanzaro (unità 51-52 e 59-60) e di Bari (unità 53..58).
La prima unità del gruppo entrò in servizio il 21 aprile 1937[2]. Le unità vennero accantonate a partire dalla fine degli anni settanta in conseguenza dell'arrivo di rotabili più moderni. La M2.54 riacquisita dalla stessa ditta costruttrice Piaggio è stata restaurata ed esposta nel piazzale antistante il Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli di Pontedera[4]. L'allestimento scenico dell'esposizione mostra l'automotrice mentre sfonda la vetrata di ingresso[5].
Stato attuale
M2.51 (radiata)
M2.52 (radiata)
M2.53 demolita nel 1973
M2.54 restaurata ed esposta a Pontedera
M2.55 in stato di abbandono alla Selva di Paliano
M2.56 demolita nel 1973
M2.57 in stato di abbandono alla Selva di Paliano
M2.58 distrutta da un incendio a Matera nel 1943
M2.59 demolita nel 1999
M2.60 (radiata)
Caratteristiche
Le automotrici erano a carrelli con 2 motori diesel OM tipo BUD (costruiti su licenza Saurer) da 73,5 kW a 2300 giri/min[6] che azionavano generatori a corrente continua e motori elettrici di trazione sulle ruote; avevano anche la possibilità di frenatura elettrica a recupero di energia nelle discese.
A partire dal 1950 i motori OM vennero sostituiti con i più potenti (88 kW a 1900 giri/min) Breda AEC D.24 a sei cilindri[6]. Nello stesso periodo sulle unità assegnate a Catanzaro la trasmissione venne modificata con giunto idraulico e cambio epicicloidale Wilson a 4 marce, come sulle ALn 668 Breda serie 2400 e sulle ALn 668 Fiat serie 1500.
Negli anni sessanta vennero operate anche delle trasformazioni dell'ambiente interno, che offriva maggior spazio ai passeggeri.
Note
^Antonio Federici, "Le Ferrovie Calabro-Lucane", in TuttoTreno, Tema 14, pp. 68-73.