Battaglia del Macerone
La battaglia del Macerone è lo scontro avvenuto il 20 ottobre 1860 fra i reparti dell'esercito borbonico guidati dal generale Luigi Scotti Douglas e il IV Corpo d'armata dell'esercito piemontese guidato dal generale Enrico Cialdini. L'episodio prende il suo nome dal valico del Macerone, il passo appenninico che collega l'Abruzzo con il Molise e che era attraversato dall'antica strada che univa L'Aquila a Napoli[1]: su questa direttrice i piemontesi, dopo aver invaso l'Italia centrale, avanzavano in direzione del fronte del Volturno e della città di Capua, dove le truppe di Francesco II stavano fronteggiando l'Esercito meridionale di Garibaldi. La sconfitta delle truppe borboniche, inferiori di numero e mal guidate, permetteva di prendere alle spalle l'esercito napoletano, che era così costretto a ripiegare verso il Garigliano e verso Gaeta. Allo scontro parteciparono, a fianco dei piemontesi, numerosi patrioti, fra cui il molisano Francesco de Feo[2]. Il maggior generale Paolo Griffini dell'esercito sardo ottenne una Medaglia d'oro al valor militare per le sue azioni durante la battaglia[3]. Note
|