Nasce a Napoli[2] il 18 luglio 1935. Suo bisnonno era il pittore svizzero Benjamin Vautier, da cui ha chiaramente ereditato il nome.
Dopo aver viaggiato in Turchia, Egitto e Grecia, si stabilisce nel 1949 a Nizza[3], dove apre un negozio di dischi d'occasione. Nel frattempo inizia la sua ricerca artistica da autodidatta: lo appassiona tutto ciò che nell'arte rappresenta la novità, lo choc rispetto a quanto già esiste, riconoscendo questa attitudine nell'opera di Marcel Duchamp, un artista che Ben considera un maestro difficilmente superabile. Tenendo conto della sua lezione, definisce, verso la fine degli anni cinquanta i criteri che rendono valida un'opera d'arte: la novità e l'esaltazione-affermazione dell'ego, che lo spingono ad effettuare delle "appropriazioni" firmando tutto ciò su cui non è stata ancora riconosciuta una paternità artistica.
Nel 1962 raggiunge Spoerri a Londra, dove vive per 15 giorni nella vetrina della Gallery One, e incontra George Maciunas che gli parla di Fluxus e lo invita a entrare nel gruppo. Ben diventa un ardente propagandista delle idee di questo movimento: azioni di strada, creazione del teatro totale, accettazione dell'identità tra arte e vita.
Nel corso degli anni settanta, un periodo che segna la sua partecipazione a importanti esposizioni (Documenta a Kassel, Guggenheim di New York) e in cui collabora con numerosi pittori in mostre, Ben apre a Nizza alcune gallerie, prima di fondare, nel 1978, La Différence, che è anche il nome della sua rivista, in cui si afferma difensore delle minoranze etniche.
Prosegue negli anni successivi l'obiettivo di un'arte totale innovativa: "Mi piacerebbe che si dicesse un giorno che sono comunque qualcuno… e che ero necessario in un certo momento per produrre una nuova situazione…" (Ben 1987).