Era figlio di un violinista di Napoli. Il padre l'aveva destinato allo studio dell'architettura, ma la sua passione per la musica fece cambiare questo progetto.[1]
Un oscuro insegnante, di nome Visocchi[1], gli insegnò i rudimenti della musica. Coccia aveva una bella voce da soprano e cantava nelle chiese.[1] All'età di nove anni ricevette lezioni da Pietro Casella.[2] Ancora giovanissimo, compose una serenata, alcuni solfeggi, una cantata e un capriccio per piano.[1] Continuò poi gli studi al Conservatorio di Santa Maria di Loreto[3], dove ebbe come insegnanti Saverio Valente (per il canto[4]
) e Fedele Fenaroli (per contrappunto e composizione[4]). Uscito dal conservatorio conobbe Giovanni Paisiello[4] che lo perfezionò nella composizione e lo prese sotto la propria protezione: grazie alle sue raccomandazioni, Coccia poté essere ammesso come insegnante di musica nelle migliori case di Napoli, e venne nominato accompagnatore al piano per i concerti privati del re Giuseppe Bonaparte.[1]
Nel 1807 Coccia scrisse, per il Teatro Valle di Roma, la sua prima opera, Il matrimonio per lettera di cambio, che non ebbe successo. (Il libretto di quest'opera è basato su una commedia di Camillo Federici, che fu la base anche per La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini.) Scoraggiato, il compositore avrebbe voluto rinunciare al teatro e tornare a Napoli a dedicarsi alle precedenti occupazioni, ma Paisiello lo esortò a continuare.[1] Nacque Il poeta fortunato, dato a Firenze nel 1808, che fu invece ben accolto. Ebbe così inizio la copiosa produzione operistica del compositore, che vide grandi successi, come Clotilde nel 1815, ma anche fiaschi clamorosi, come Etelinda nel 1816. A Ferrara, in occasione della seconda recita di Voglia di dote e non di moglie, Coccia stesso sostituì il buffo Lipparini, colpito da improvvisa indisposizione, ottenendo calorosi applausi.[1]
Coccia fu in seguito a Londra, dove il 24 gennaio 1824 venne nominato intendente e direttore teatrale del King's Theatre in the Haymarket;[5] più tardi fu anche maestro di armonia e di canto alla Royal Academy of Music. A Londra pubblicò numerose cantate, sei duetti con accompagnamento di pianoforte e alcuni altri piccoli lavori.[1] Sempre a Londra, nel 1827 fece rappresentare Maria Stuarda, regina di Scozia, alla cui inaugurazione presero parte il celebre soprano Giuditta Pasta e Filippo Galli (basso); l'opera fu apprezzata dalla critica mentre il pubblicò le accordò minor favore[6].
Ritornato in Italia nel 1828, nel 1836 diventò insegnante e direttore dell'Accademia Filarmonica di Torino[7] e nel 1840, in seguito alla partenza per Napoli di Saverio Mercadante, sostituì quest'ultimo nell'incarico di maestro di cappella del duomo di Novara, dedicandosi quasi esclusivamente all'insegnamento e alla composizione di musica sacra.
Nel 1849 venne eseguita a Novara, in occasione delle esequie del re Carlo Alberto, una Messa di Requiem, per quattro voci e grande orchestra, appositamente composta per l'occasione. La prima esecuzione di questa messa in tempi moderni si ebbe il 18 settembre 2011, presso la basilica di San Gaudenzio a Novara, nell'ambito della quinta edizione del festival MITO SettembreMusica.[8]
Coccia fu insegnante di composizione e primo direttore ("censore") della neonata scuola di musica di Novara, il Civico Istituto musicale Brera (1858). Ad essa dedicò due sinfonie appositamente scritte. Ebbe numerosi allievi per i quali scrisse un trattato di armonia e temi di contrappunto.
Molti degli autografi di Carlo Coccia sono conservati a Novara: nella biblioteca del duomo la musica sacra, in quella del Civico Istituto musicale Brera le composizioni profane, il Requiem ed alcune composizioni religiose.
Elenco di composizioni sacre (dalla Biographie universelle di F.-J. Fétis)[2]:
25 messe, in prevalenza con accompagnamaneto orchestrale
Messa da Requiem per Carlo Alberto, 1849
15 mottetti
21 vespri
17 Tantum Ergo
3 Miserere
1 Te Deum con orchestra
1 Stabat mater a 4 voci con organo
Altro
Alcune altre composizioni (dalla Biographie universelle di F.-J. Fétis)[2]:
1 ouverture per grande orchestra
Ero, monologo con accompagnamento d'orchestra
Il Lusitano (o I Lusitani), cantata a più voci, con grande orchestra e tre bande militari, per festeggiare il ritorno del re Giovanni VI dal Brasile in Lisbona nel 1821[4]
Note
^abcdefghCoccia (Charles), in François-Joseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, vol. 2, pagg. 326-327, Parigi, Firmin-Didot (Paris), 1866-1868 online
^abcCoccia (Carlo), in François-Joseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique. Supplément et complément., vol. 1, Parigi, Firmin-Didot (Paris), 1878-1880 online
Gaudenzio Carotti, Biografia di Carlo Coccia, maestro di cappella della cattedrale di Novara, Torino, Borgarelli, 1873 (Ristampe a cura di Camillo Marocco: Asti, 1929; Novara, 1991)
Julian Budden, Dennis Libby, Simon Maguire: "Coccia, Carlo", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Second Edition (London: Macmillan, 2001). ISBN 0-333-60800-3.