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Carme XLVI

Il Carme XLVI di Catullo, noto anche come Il ritorno della primavera, è il quarantaseiesimo carme del Liber catulliano e rappresenta un esempio di nuga, un componimento breve e disimpegnato.

Il carme è stato probabilmente composto nella primavera del 56 a.C. mentre il poeta era in procinto di lasciare la Bitinia. Il tema della poesia non è solamente la rinascita della natura e le emozioni ad essa legate, ma anche il senso di nostalgia e tristezza nei confronti del tempo che, passando, porta via con sé le stagioni e spesso i nostri affetti più cari.

Testo

(LA)

«Iàm ver ègelidòs refèrt tepòres,
iàm caelì furor aèquinòctiàlis
iùcundìs Zephyrì silèscit àureis.
Lìnquantùr Phrygiì, Catùlle, càmpi
Nìcaeaèque-ager ùber aèstuòsae:
àd claràs Asiaè volèmus ùrbes.
Iàm mens praètrepidàns avèt vagàri,
iàm laetì studiò pedès vigèscunt.
Ò dulcès comitùm valète coètus,
lònge quòs simul à domò profèctos
dìversaè variaè viaè repòrtant.»

(IT)

«Già la primavera porta di nuovo dolci tepori,
già il furore dell'equinozio di primavera
si placa con le soavi aure dello Zefiro.
Lascia i campi frigi, Catullo,
e la fertile campagna della torrida Nicea
voliamo verso le celebri città dell'Asia.
Già l'animo in esitazione desidera vagare,
Già i piedi inebriati dal desiderio di partire prendono vigore.
O care congreghe di amici addio,
che partiti insieme lontano da casa
là vi riportano diverse e svariate vie.»

Analisi

Il testo è scritto in endecasillabi faleci.

Il carme può essere diviso in tre parti distinte: la prima è quella dedicata alla descrizione dell’arrivo della primavera (vv. 1-3), la seconda consiste in un’esortazione rivolta a sé stesso (vv. 4-8), mentre nell’ultima il poeta si congeda dagli amici (vv. 9-11).

L'arrivo della primavera

La stagione primaverile indica metaforicamente un nuovo inizio e ciò è sottolineato inoltre dal riferimento a Zefiro, vento che soffia in primavera.

Esortazione

Ѐ giunto il momento per Catullo di lasciare la Bitinia e raggiungere l’Asia Minore, da cui poi tornerà in patria. Il desiderio di partire del poeta viene ribadito dall’anafora di iam (vv. 7-8) e dal prefisso prae in praetrepidans (v. 7) che rafforza il significato dell’aggettivo.

Congedo

Mentre le prime due parti del carme presentano una connotazione positiva, la terza invece presenta dei toni malinconici, tratto tipico dello stile catulliano. Infatti, la separazione dal comitus, la coorte degli amici di Memmio, provoca il rimpianto da parte del poeta per i lieti momenti trascorsi insieme, sentimento descritto efficacemente dall’anafora di “iam” e la personificazione di “mens” e “pedes”. Catullo, inoltre, si serve dell’allitterazione della “v” (v. 11) in “diversae varie viae” per sottolineare l’inevitabilità della dispersione del gruppo.

Lingua e stile

La descrizione della primavera è ripresa dal proemio del De Rerum Natura di Lucrezio, in particolare nel riferimento al vento primaverile, lo Zefiro, che compare in Lucrezio come “aura favoni” (v.11), contrapposto al catulliano iucundis Zephyri aureis (v. 3). Allo stesso modo, del vento viene evidenziata la forza e l’impetuosità in Catullo con il termine furor, mentre in Lucrezio viene usato il verbo viget, ripreso anche nel carme catulliano ma riferito al desiderio di partire.

A differenza di Lucrezio però, Catullo è più puntuale nella descrizione geografica, segno dell’erudizione del poeta, che cita i campi Frigi (Phrygii campi), la città di Nicea (Niceae aestuosae) e le città dell’Asia Minore (claras Asiae urbes).

Il linguaggio è ricercato, come si può notare dal termine egelidos e dall’espressione caeli furor aequinoctialis, di uso raro e quasi esclusivamente poetico. Questo tratto contrasta con il genere letterario della composizione che, essendo una nuga, dovrebbe invece avere uno stile più leggero e disimpegnato.

Inoltre, per descrivere il desiderio di partire, Catullo si serve della lingua neoterica, o lingua degli affetti, in cui rientrano l’aggettivo dulces e l’interiezione O, di uso poco frequente, che aumenta il pathos del carme e gli conferisce un tono enfatico e solenne.

Bibliografia

  • M. Lechantin De Gubernatis, Catullo, Carmina selecta, Loescher Editore, Torino 1972. ISBN non esistente
Index: pl ar de en es fr it arz nl ja pt ceb sv uk vi war zh ru af ast az bg zh-min-nan bn be ca cs cy da et el eo eu fa gl ko hi hr id he ka la lv lt hu mk ms min no nn ce uz kk ro simple sk sl sr sh fi ta tt th tg azb tr ur zh-yue hy my ace als am an hyw ban bjn map-bms ba be-tarask bcl bpy bar bs br cv nv eml hif fo fy ga gd gu hak ha hsb io ig ilo ia ie os is jv kn ht ku ckb ky mrj lb lij li lmo mai mg ml zh-classical mr xmf mzn cdo mn nap new ne frr oc mhr or as pa pnb ps pms nds crh qu sa sah sco sq scn si sd szl su sw tl shn te bug vec vo wa wuu yi yo diq bat-smg zu lad kbd ang smn ab roa-rup frp arc gn av ay bh bi bo bxr cbk-zam co za dag ary se pdc dv dsb myv ext fur gv gag inh ki glk gan guw xal haw rw kbp pam csb kw km kv koi kg gom ks gcr lo lbe ltg lez nia ln jbo lg mt mi tw mwl mdf mnw nqo fj nah na nds-nl nrm nov om pi pag pap pfl pcd krc kaa ksh rm rue sm sat sc trv stq nso sn cu so srn kab roa-tara tet tpi to chr tum tk tyv udm ug vep fiu-vro vls wo xh zea ty ak bm ch ny ee ff got iu ik kl mad cr pih ami pwn pnt dz rmy rn sg st tn ss ti din chy ts kcg ve 
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