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Cenadi

Cenadi
comune
Cenadi – Stemma
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Calabria
Provincia Catanzaro
Amministrazione
SindacoFrancesco Casalinuovo (lista civica Impegno civico per Cenadi) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate38°43′N 16°25′E
Altitudine539 m s.l.m.
Superficie11,92 km²
Abitanti510[1] (31-12-2022)
Densità42,79 ab./km²
Comuni confinantiCortale, Olivadi, Polia (VV), San Vito sullo Ionio, Vallefiorita
Altre informazioni
Cod. postale88067
Prefisso0967
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT079024
Cod. catastaleC453
TargaCZ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Nome abitanticenadesi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cenadi
Cenadi
Cenadi – Mappa
Cenadi – Mappa
Posizione del comune di Cenadi all'interno della provincia di Catanzaro
Sito istituzionale

Cenadi è un comune italiano di 510 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria.

Geografia fisica

Origini del nome

Storia

Il primo nucleo abitato di Cenadi è possibile sia sorto nel XII secolo per volontà di Ruggero d'Altavilla che aveva individuato la zona per le sue battute di caccia vista la grande quantità di boschi e selvaggina. Fu Casale della Baronia di San Vito e dunque infeudato ai Gironda per poi venire aggregato al Principato di Squillace dal 1414 al 1619 sotto il dominio di casa Borgia. Appartenne ai Fosselli e alla casata Ravaschieri di Girifalco dal 1631 al 1634. In seguito fu Casale dei duchi Caracciolo di Girifalco i quali lo mantennero fino all'eversione della feudalità nel 1806, tranne per un breve periodo nel quale lo detennero un'altra linea dei Caracciolo. L'ordinamento francese del 1799 disposto dal generale Championnet lo includeva nel cantone di Satriano, mentre il successivo decreto francese del 19 gennaio 1807 lo includeva nel governo di Monteleone. Divenne comune il 4 maggio 1811.[3][4]

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 aprile 2000.[5]

«D'argento, al San Giovanni Battista, posto in maestà, di carnagione, succintamente coperto da pelli di capra al naturale, aureolato d'oro, capelluto e barbuto di nero, col mantello di rosso posto sulla spalla sinistra e scendente fino ai piedi, benedicente con la mano destra, tenente con la mano sinistra il libro d'argento, sostenente l'agnello riposante, dello stesso, tenente con la detta mano la croce tipica del Battista, posta in sbarra alzata, d'oro, il Santo accompagnato in capo dalla cometa d'azzurro con la coda in sbarra, sinistrata e addestrata da due stelle di sei raggi, dello stesso, il Santo accompagnato dalla torre di rosso, mattonata e chiusa di nero, una sola metà visibile, uscente dal fianco sinistro, merlata alla guelfa di cinque, due merli e mezzo visibili, il Santo e la torre sostenuti dalla pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Comuni.»

Monumenti e luoghi d'interesse

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[6]

Economia

Infrastrutture e trasporti

Il comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 24 novembre 1997 Fulvia Geracioti lista civica sindaco
24 novembre 1997 24 maggio 1998 commissario straordinario
24 maggio 1998 27 maggio 2002 Giovanni Maltese lista civica di centro-sinistra sindaco
27 maggio 2002 28 maggio 2007 Giovanni Maltese lista civica di centro-sinistra sindaco
28 maggio 2007 7 maggio 2012 Alessandro Teti lista civica indipendente sindaco
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Alessandro Teti lista civica Per continuare insieme sindaco
11 giugno 2017 27 luglio 2020 Alessandro Teti lista civica Cenadi progetto comune sindaco
27 luglio 2020 4 ottobre 2021 Giuseppe Belpanno commissario straordinario
4 ottobre 2021 in carica Francesco Casalinuovo lista civica Impegno civico per Cenadi sindaco

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Cenadi, su GAL Serre Calabresi. URL consultato il 30 aprile 2020.
  4. ^ SIUSA - Comune di Cenadi, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
  5. ^ Cenadi, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 dicembre 2023.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

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