La chiesa deve il nome, secondo la tradizione, ad un boschetto di lauri che esisteva nelle vicinanze[2], ed è citata come Salvatori de Lauro nel Catalogo di Cencio Camerario del 1192, con una rendita presbiteriale di 6 denari.
Oggi la chiesa è ritornata (dal 2007) titolo cardinalizio, mentre il complesso monastico ed il suo chiostro rinascimentale sono sede di mostre e manifestazioni culturali, oltre che dell'attività del Sodalizio.
Il 1º aprile 2009 la chiesa ha ricevuto in dono una reliquia di papa Pio IX, cui è stato posto un busto in marmo.
Descrizione
La chiesa di San Salvatore in Lauro presenta oggi un aspetto tardo-cinquecentesco, dovuto in gran parte al disegno del bolognese Ottaviano Mascherino, meglio noto per essere stato l'architetto del Palazzo del Quirinale. In realtà i più recenti studi tendono ad attribuire il progetto originario a Frate Domenico Paganelli. Il Mascherino sarebbe intervenuto solo in un secondo momento in seguito al crollo parziale della navata centrale causato da una particolare intensità delle piogge e conseguente alluvione nel 1599.
La facciata è una tarda opera di architettura purista (1857-1862) di Camillo Guglielmetti e presenta un protiro a colonne corinzie sormontato da un bassorilievo di Rinaldo Rinaldi raffigurante la Santa Casa di Nazareth che, come vuole la tradizione, viene trasportata dagli angeli verso Loreto. Sul tetto della Santa Casa, seguendo l'iconografia classica, è assisa la Madonna con il Bambino e a Lei fa riferimento l'iscrizione sul fregio al di sotto del timpano:
(LA)
«Mariae Lauretanae Piceni Patronae»
(IT)
«A Maria di Loreto patrona del Piceno»
(Iscrizione sul fregio della facciata)
L'interno della chiesa, di impianto cinquecentesco, ricorda l'architettura palladiana per i maestosi fusti delle colonne corinzie che a coppie sostengono la bianca volta a botte lunettata. L'altar maggiore e la cupola risalgono al XVIII secolo e sono opera di Ludovico Rusconi Sassi. Nella chiesa è custodito un antico Crocifisso ligneo.
Lo strumento più antico è quello di sinistra: venne costruito nel 1862 da Girolamo Priori ed ampliato dallo stesso organaro l'anno successivo e nuovamente nel 1866-1867. A trasmissione integralmente meccanica, dispone di 36 registri; la sua consolle consta in un'unica tastiera di 50 note con prima ottava scavezza e pedaliera a leggio con prima ottava scavezza, costantemente unita al manuale; i registri sono azionati da manette a scorrimento laterale poste alla destra della tastiera su due colonne.[4]
L'organo dirimpetto è l'opus 175 di Filippo Tronci; tale strumento doveva essere di carattere provvisorio in attesa che l'organaro pistoiese ne costruisse uno più grande secondo un contratto stipulato il 26 luglio 1845; ma alla morte di Tronci (1850), non essendo stato ultimato il nuovo organo, la chiesa mantenne quello provvisorio.. L'organo attuale ha 10 registri, è a trasmissione meccanica e la sua consolle dispone di un'unica tastiera di 50 note con prima ottava scavezza e pedaliera a leggioscavezza di 8 note priva di registri propri e costantemente unita al manuale.[5]
^La confraternita fu fondata nel 1633 - come ricorda una lapide nel chiostro a lui dedicato - dal cardinale Giovanni Battista Maria Pallotta, e fu potente e ricca, perché marchigiani erano per tradizione guardie del papa ed esattori pontifici (da cui il proverbio popolare romanesco «Meglio un morto a casa che un marchigiano fuori dalla porta», cioè, meglio una disgrazia che essere oggetto delle attenzioni di un esattore o di uno sbirro). Anche Mastro Titta, lo storico boia del papa-re, era di Senigallia.
Carlo Pietrangeli (a cura di), Rione V - Ponte, parte I, Roma, Palombi, 1968, pp. 54-58, ISBN non esistente.
Paola Hoffmann, San Salvatore in Lauro: precisazioni sul complesso dei Piceni, Roma, Carucci, 1979, ISBN non esistente, BNI 798960.
Arnaldo Morelli, I Tronci, i Priori e gli organi di San Salvatore in Lauro a Roma (PDF), in Amici dell'organo, serie II, numero unico, settembre 1982, Associazione Musicale Romana. URL consultato il 9 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2016).
Giuliano Farnedi, Guida alle chiese di Roma : Storia, arte e architettura, celebrazioni liturgiche, culto dei santi ed indulgenze particolari, visite guidate ed eventi religiosi, Casale Monferrato, Piemme, 1999, p. 96, ISBN88-384-3087-X.
Roberta Bernabei, Chiese di Roma, Milano, Electa, 2007, pp. 98-99, ISBN978-88-370-4983-6.
Parrocchia San Salvatore in Lauro, su vicariatusurbis.org, Diocesi di Roma. URL consultato il 27 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2017).