Suo padre Gilbert Breberenus van den Dijck era un ministro calvinista, esattamente come suo nonno, suo zio e suo fratello; sebbene la carriera di Dijck sia scarsamente documentata, si ritiene che sia stato influente nella storia della stampa e della dattilografia nei Paesi Bassi.[1]
L'11 ottobre 1642 fece domanda per sposare Swaentje Harmens di Nordhorn, la vedova di un ex ministro di culto.[2]
Van Dijck divenne il più importante fondatore di caratteri del suo tempo nei Paesi Bassi, producendo caratteri in romano, corsivo, blackletter, armeno e caratteri musicali.[2]
Alla sua morte, la sua fonderia fu rilevata dal figlio Abramo (1645-1672.[4]
Nel 1673 la sua fonderia fu rilevata da Daniel Elzevier, quindi i punzoni rimasti passarono a Izaak Enschedé quando questi fondò ad Haarlem la celebre tipografia editoriale.[3]
Note
^(EN) George Devine, su artsandculture.google.com. URL consultato il 23 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
^ab(EN) John A. Lane, The Diaspora of Armenian Printing, 1512-2012, Amsterdam, Special Collections of the University of Amsterdam, 2012, pp. 70-86.
^abDijk, Christoffel van, in le muse, IV, Novara, De Agostini, 1965, p. 197.
^(EN) Netty Hoeflake, Van Dijck, in A Tally of Types, Amsterdam, CUP Archive, 1973, pp. 113-116.
Bibliografia
(EN) John Dreyfus, Type Specimen Facsimiles, Londra, Bowes & Bowes, 1963.
(EN) Johannes Enschedé e John A. Lane, The Enschedé type specimens of 1768 and 1773: a facsimile, Stichting Museum Enschedé, 1993.
(EN) Horace Hart, Notes on a Century of Typography at the University Press Oxford, 1693-1794, Oxford, 1900.
(EN) Netty Hoeflake, Van Dijck, in A Tally of Types, Amsterdam, CUP Archive, 1973, pp. 113-116.
(EN) John A. Lane, The Diaspora of Armenian Printing, 1512-2012, Amsterdam, Special Collections of the University of Amsterdam, 2012, pp. 70-86.