Cintura di sicurezzaLa cintura di sicurezza, nell'ambito dei trasporti, è un dispositivo di protezione individuale ancorato all'interno di un veicolo che, in caso di una brusca variazione di velocità (che può essere associata ad un urto nel caso di veicoli stradali oppure a turbolenze nel caso di aeromobili), trattiene il corpo degli occupanti del veicolo sul sedile, diminuendo il rischio di impatto contro le strutture interne del veicolo ed evitando la proiezione degli occupanti fuori dal veicolo.[1] Tale dispositivo è utilizzato su diversi tipi di veicoli, tra cui autovetture, aerei, elicotteri, auto da corsa e anche su veicoli spaziali. FunzioneNelle autovetture le cinture di sicurezza, oltre a trattenere il corpo dell'occupante al fine di non farlo sbalzare fuori dal veicolo o impattare contro il parabrezza o contro la plancia, riducono il rischio di lesioni agli arti inferiori e il rischio di impatto del torace con il volante. Anche con l'uso delle cinture di sicurezza, permane il rischio di urto della testa contro il volante, che è ridotto attraverso l'utilizzo dell'airbag.[1] Nel caso dei passeggeri posteriori, le cinture servono anche ad evitare che essi vengano scagliati verso chi occupa la parte anteriore del veicolo. Nel caso degli aerei, a differenza di quanto avviene per le automobili, la funzione delle cinture di sicurezza non è invece quella di diminuire il rischio di lesioni o di morte nel caso di pericoli più severi (ad esempio in caso di caduta dell'aereo servirebbe a poco), bensì diminuire il rischio di lesioni che possono anche essere fatali ma sono associate a eventi di minore severità, come turbolenze e collisioni sulla pista.[2] Siccome le turbolenze possono giungere all'improvviso e possono anche scaraventare le persone al soffitto dell'aereo, è bene tenere allacciate le cinture di sicurezza durante tutto il volo.[3] Le cinture di sicurezza, così come i poggiatesta, gli airbag e i sistemi di ritenuta per bambini (o "seggiolini"), sono "sistemi di sicurezza passiva", cioè non prevengono che accada un incidente, ma in caso di incidente proteggono chi le utilizza da possibili conseguenze negative dell'incidente (lesioni gravi o fatali).[4] StoriaLe cinture di sicurezza furono inventate nella metà del XIX secolo dall'aviatore inglese George Cayley e furono utilizzate inizialmente su veicoli aerei.[5] Al 1885 risale il primo brevetto delle cinture di sicurezza usato nell'industria automobilistica, del newyorkese Edward J. Claghorn,[5][6] che le descrisse nel suo brevetto come: "progettate per essere applicate alla persona, e dotate di ganci e altri attacchi per assicurare la persona ad un oggetto fisso, come anche per effettuare una discesa interrotta o ininterrotta, da lì, e per trasportare attrezzi e altri apparecchi, in modo da lasciare le mani e i piedi dell'utente in libertà quando lavora in quota o durante la sua salita e discesa."[7] Dalla descrizione nel brevetto, l'uso pensato per tali dispositivi era quindi più generale, contemplando anche applicazioni nei lavori in quota.[6] L'importanza delle cinture di sicurezza sulle auto da corsa fu chiara dopo un tragico incidente avvenuto il 31 maggio 1902, quando l'auto "Baker Torpedo", nel tentativo di battere un record, si schiantò uccidendo due spettatori, ma i due occupanti del veicolo sopravvissero grazie all'uso delle cinture di sicurezza.[8] Nel 1903 Gustave-Désiré Leveau brevettò una cintura di sicurezza a quattro punti per automobili,[8] con il nome "bretelles protectrices pour voitures automobiles et autres" (bretelle protettive per autoveicoli e simili).[9] Le velocità non altissime delle vetture di quei tempi e i rischi di soffocamento che esse davano (all'epoca erano in cuoio) causarono la mancata diffusione dell'accorgimento.[senza fonte] La prima automobile ad essere progettata con cinture di sicurezza di serie fu la Tucker Torpedo realizzata nel 1948, ma sfortunatamente la fabbrica venne chiusa per evitare la concorrenza che tale automobile (rivoluzionaria sotto molti aspetti) avrebbe sviluppato nei confronti delle maggiori case automobilistiche dell'epoca.[senza fonte] Al fine di prevenire i traumi cranici causati da incidenti automobilistici, negli anni '50 il dottore C. Hunter Shelden ideò le prime cinture di sicurezza retrattili.[5] Si deve a Shelden anche l'ideazione di roll-bar, airbag, poggiatesta regolabili e volanti incassati.[5] Nel 1957, facendo seguito all'esperienza degli sport automobilistici, nei quali rivestivano anche un carattere di ausilio nel sostegno del corpo per le accelerazioni laterali, esse furono però introdotte in qualche automobile, anche se furono usate più come test che per reale convinzione nei confronti dell'utilità dell'oggetto. I risultati della sperimentazione furono comunque ritenuti positivi e nel 1960 vennero messe in commercio le prime cinture di sicurezza di serie. In particolare si sostenne che le cinture, se montate in maniera corretta, avrebbero ridotto drasticamente la pericolosità dell'impatto del torace col volante in caso di brusca frenata.[senza fonte] Nel 1959 lo svedese Nils Ivar Bohlin, progettista della Volvo, brevettò la prima cintura di sicurezza a tre punti.[5][7][10] La prima autovettura ad avere in dotazione una cintura di sicurezza a tre punti fu la Volvo PV544,[5] nel 1958.[8] L’invenzione era così importante per la sicurezza che, negli anni successivi, Volvo decise di rinunciare ai diritti di brevetto: qualsiasi altro costruttore avrebbe così potuto installare liberamente le cinture a tre punti. La prima nazione al mondo a rendere obbligatorie per legge le cinture di sicurezza fu la Cecoslovacchia nel 1969. Seguì la Francia nel 1973 e poi gli altri paesi europei.[senza fonte] A partire dal 1º gennaio 1974 tutte le nuove automobili in Germania dovevano essere equipaggiata obbligatoriamente con cinture di sicurezza per potere essere commercializzate.[8] Negli Stati Uniti d'America il primo stato a chiederne l'obbligatorietà fu il Wisconsin nel 1961, per i sedili anteriori di tutte le auto costruite a partire dal 1962,[11] rendendo obbligatoria la loro installazione ma non l'uso.[5] Nel 1968 il Motor Vehicle Safety Standard introdusse l'obbligatorietà di installare le cinture di sicurezza in tutte le automobili.[5] L'uso delle cinture di sicurezza fu in seguito introdotto in tutti gli stati della federazione, tranne nel New Hampshire, dove le cinture di sicurezza non sono obbligatorie per chi abbia più di 18 anni.[5] L'Italia rese obbligatori gli attacchi delle stesse a partire dal 15 giugno 1976 tramite l'articolo 72, comma 2 del Codice della Strada, e la Circolare D.G. n. 76/77 del 9 dicembre 1977, mentre le cinture divennero obbligatorie nel 1988 tramite la legge 111 del 1988 (obbligo che comprese i veicoli immatricolati dal 1º gennaio 1978), introducendo anche l'obbligo d'uso per i posti anteriori[12], mentre dal 18 marzo 1990 chiunque deve indossare le cinture di sicurezza. Il 30 luglio 2010 questo vincolo venne imposto anche a quadricicli leggeri (minicar)[13], autobus (eccetto quelli urbani), camion e in generale a qualunque veicolo dotato di cinture di sicurezza. Tipi di cinture di sicurezzaLe cinture di sicurezza possono essere di vario tipo:
In ambito automobilistico, esistono inoltre cinture di sicurezza per cani, che sono costituite da apposite imbragature che si agganciano ai normali ancoraggi per le cinture di sicurezza.[14] Analogamente alle altre cinture di sicurezza, anche la commercializzazione e l'uso delle cinture di sicurezza per cani sono regolamentati da apposite norme.[14]
Caratteristiche e componentiI principali elementi delle cinture di sicurezza per uso automobilistico sono:
Per evitare di graffiare i passeggeri, le cinture di sicurezza sono preferibilmente realizzate con materiali morbidi ma resistenti al taglio e alla scalfittura. Per migliorare l'uso delle cinture di sicurezza e migliorare la comodità d'utilizzo sono stati usati diversi accorgimenti:
SimbologiaI rischi comportati dalla guida senza cinture di sicurezza hanno portato le case automobilistiche a inserire nella plancia delle vetture una spia rossa (colore tipicamente associato al pericolo), raffigurante una figura umana che indossa correttamente le cinture, che si accende se le cinture anteriori sono slacciate o non correttamente inserite. Nelle vetture più recenti, alla spia si accompagna un segnale acustico di avviso (un cicalino intermittente), che entra in funzione quando l'auto supera una certa velocità e si protrae fino a quando le cinture non sono state allacciate correttamente, spesso aumentando anche intensità e frequenza se le cinture non vengono allacciate entro un certo lasso di tempo. Pittogrammi di sicurezza sull'obbligo di utilizzare le cinture di sicurezza sono descritti nello standard internazionale ISO 7010 — Graphical symbols — Safety colours and safety signs — Registered safety signs, con il codice M020,[17] e nello standard tedesco DIN 4844-2, con il codice D-M011. Simbologia più o meno simile a quella dell'ISO si trova sui segnali stradali che indicano l'obbligo di usare le cinture di sicurezza.
Stime e statisticheIn un urto frontale fra due veicoli anche solo a 50 km/h, senza cintura di sicurezza un corpo impatterebbe contro il volante o il cruscotto con una decelerazione che può arrivare fino a 100 volte l'accelerazione di gravità: è come se il peso del corpo si moltiplicasse per 100 volte.[1] Si stima che l'uso delle cinture di sicurezza sulle automobili diminuisca del 50% la probabilità di morte in caso di incidente.[1] In caso di incidente, è stimato che il mancato uso delle cinture di sicurezza dei passeggeri nel sedile posteriore aumenta del 20% la probabilità di lesioni a chi è seduto davanti, se i passeggeri di dietro non indossano le cinture di sicurezza, perché non sono "trattenuti" dalle cinture e per inerzia vanno a colpire chi si trova davanti "alla velocità del veicolo" (al momento dell'urto dopo l'inizio della frenata, che è ben più alta della velocità di percorrenza).[senza fonte] NormativaNegli Stati UnitiIn EuropaIn ItaliaTutte le cinture di sicurezza devono essere di tipo approvato e avere il marchio di omologazione secondo le normative stabilite dal Ministero dei Trasporti. L'etichetta di omologazione applicata a ogni cintura che sia in regola con la legge italiana deve comprendere, tra l'altro:
La cintura di sicurezza può contenere altri optional, ma essi non sono obbligatori per legge.[senza fonte] Con il decreto legislativo del 13 marzo 2006, n. 150, dal 14 aprile 2006 hanno l'obbligo di indossare le cinture di sicurezza i conducenti e i passeggeri dei veicoli delle seguenti categorie di veicoli[13][18]:
L'obbligo vale anche per chi è seduto dietro, oltre che per i sedili anteriori dei veicoli, escluse alcune eccezioni valide fino l'8 maggio 2009[19]. Dopo l'introduzione della patente a punti in Italia, chi (conducente, ma anche passeggero) non indossa correttamente le cinture di sicurezza (o le manomette) deve subire la decurtazione di cinque punti dalla patente (dieci se l'ha ottenuta da meno di tre anni) e 80 euro di sanzione; in caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione, vi è anche la sospensione della patente per un lasso di tempo compreso da 15 giorni a due mesi. In caso di incidente con danni alle persone, il conducente che non ha imposto l'uso delle cinture ai passeggeri (rifiutandosi di farli salire o di iniziare la marcia), risponde del reato di lesioni aggravate o di concorso in omicidio colposo. In Italia sono esentati dall'obbligo di indossare le cinture di sicurezza:
La direttiva comunitaria 76/115/CEE recepita con D.M. 26.2.1976 ha introdotto l'obbligo di dotare le autovetture (categoria M1) omologate dal 1.1.1978 di ancoraggi per le cinture di sicurezza sia nei posti anteriori che in quelli posteriori. Il Ministero dei Trasporti con nota n. B053/2000/MOT del 22.6.2000 ha chiarito che l'obbligo di installare le cinture di sicurezza, sia nei posti anteriori che in quelli posteriori, riguarda i veicoli appartenenti alla categoria M1 immatricolati dal 15.6.1976 e muniti sin dall'origine di appositi ancoraggi. Pertanto tutti i proprietari di veicoli immatricolati prima del 1976 non sono obbligati all'installazione e, conseguentemente, all'uso dei sistemi di ritenuta, atteso che non sono sicuri i punti di ancoraggio eventualmente posti sul veicolo. In questo caso, non è obbligatorio montare le cinture, ma si è obbligati comunque all'uso se sono montate. Allo stesso modo non sono soggetti ad alcun obbligo coloro che hanno veicoli immatricolati dopo il 1976 ma sulla base di omologazioni antecedenti il 1976 e sui veicoli non siano presenti gli appositi punti di attacco sin dall'origine. ProveCome gli altri sistemi di sicurezza passiva, le cinture di sicurezza per autovetture sono testate attraverso apposito prove di urto o "crash test".[4] Il programma Euro NCAP prevede prove di urto frontale contro barriere deformabili alla velocità di 64 hm/h, prove a bassa velocità e prove di urto laterale.[4] Note
Bibliografia
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