Ha collaborato con autori visionari per film di straordinarie ambizioni figurative, come Delicatessen (1991) e La città perduta (1995) di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, e Seven (1995) di David Fincher, riuscendo a spingere «le frontiere del visibile filmico al di là degli standard dell'imitazione naturalistica della realtà, sfruttando al meglio le sinergie tra scenografia, costume, make-up e architetture della luce, in una chiave postmoderna che all'occasione ha saputo attingere all'immaginario dell'arte contemporanea e del fumetto».[1] I maggiori riconoscimenti, compresa la candidatura all'Oscar, gli sono arrivati per il lavoro nel musical Evita (1996).
Biografia
Nato a Teheran, in Iran, il 21 ottobre del 1955 da padre iraniano, un imprenditore attivo nella distribuzione di pellicole europee nel paese negli anni cinquanta e sessanta, e da madre francese, si trasferisce con la famiglia a Parigi, in Francia, dove dall'età di tredici anni comincia a cimentarsi con la cinepresa. Dopo aver conseguito il baccalaureat in filosofia, si trasferisce negli Stati Uniti per studiare cinema, prima alla UCLA poi alla New York University.[2]
Fin dai primi anni novanta dimostra il suo talento con film dall'eccezionale impatto visivo,[3] come Le trésor des îles chiennes (1990), girato in CinemaScope e in bianco e nero, e il dittico Delicatessen (1991) e La città perduta (1995), nei quali esprime un gusto più vicino all'arte figurativa dei primi decenni del XX secolo e al fumetto che alla produzione cinematografica contemporanea.[3]
Nel 2011 dirige la fotografia del video musicale creato per il singolo Marry the Night della cantautrice italo-americana Lady Gaga. Il video, diretto da Gaga stessa, e che vanta anche la direzione artistica di Gideon Ponte, è stato pubblicato il 1º dicembre.