Squadrista della prima ora, in seguito alle vicende politiche italiane culminate con il biennio rosso, nel 1921 fu costretto a rifugiarsi a Chemnitz, in Germania, dove lavorò per circa tre anni come meccanico in un'industria tessile,[4] apprendendo la tecnica delle macchine per la produzione di calze in cotone su telai tipo "Cotton”.
Al ritorno in Italia mise a frutto le conoscenze acquisite e nel 1925 impiantò a Castel Goffredo,[5] assieme al fratello Oreste, ragioniere, e all'ingegnere Achille Nodari, lo storico primo calzificio che si chiamò NO.E.MI., sigla dei cognomi dei fondatori con in più l'iniziale di Milano, sede amministrativa dell'azienda,[1] destinato a segnare l'industria e l'economia locale.[1][6][3][2][7][8][9][10][11][12][13]
Il Calzificio NO.E.MI fu "la culla della cultura tecnico-imprenditoriale di Castel Goffredo".[14]
L'azienda, in due anni, arrivò ad impiegare 50 dipendenti, nel tempo dette lavoro a mille persone.[4] Negli anni Cinquanta l'azienda, entrata in difficoltà quando la moda impose le più economiche calze senza la riga,[1], cominciò ad affidare all'esterno alcune produzioni dando vita ad un caso di gemmazione industriale[8] con un laboratorio in ogni casa.