Il genere Desulfovibrio comprende batteri Gram-negativisolfo-riduttori appartenenti alla famiglia delle Desulfovibrionaceae.
Sono batteri con forma di bastoncini curvi, mobili per mezzo di flagelli.
Come altri batteri solfo-riduttori, Desulfovibrio è stata a lungo considerato un genere anaerobo obbligato; questo non è strettamente vero: mentre la crescita può essere limitata, questi batteri possono sopravvivere in ambienti ricchi di ossigeno, sono cioè aerotolleranti.
Producono energia mediante respirazione anaerobica riducendo i solfati o altri composti dello zolfo a H2S.
Il più importante donatore di elettrone (molecola ridotta che viene ossidata - fonte di energia) è l'idrogeno mentre gli accettori di elettrone (molecola ossidata che viene ridotta) sono lo zolfo elementare (S) o i composti dello zolfo quali il solfato (SO42-) e il tiosolfato (S2032-) secondo reazioni tipo:
SO42- + 4H2 → S2- +4H2O
La temperatura ottimale per l'accrescimento è tra i 25 e i 30 °C.
Il desulfivibrio è una delle principali cause della biocorrosione dei materiali ferrosi.
Il primo meccanismo fu teorizzato da Von Wolzogen e Van der Vlungt nel 1943.
Secondo questa teoria i batteri utilizzano, per la riduzione del solfato in solfuro, l'idrogeno prodotto al catodo attraverso l'enzimaidrogenase.
Il meccanismo avviene secondo le seguenti reazioni:
In questo caso, a seguito dell'azione batterica si forma il solfuro di ferro che essendo insolubile precipita.
Alcuni stipiti del Desulfovibrio desulfuricans sono anche ferroriduttore trasformando il Fe3+ in Fe2+