Alla morte del padre, Ernesto Augusto divenne co-reggente (Mitherr) di Sassonia-Weimar, assieme allo zio Guglielmo Ernesto (1662 – 1728); ma questo suo titolo rimase puramente nominale a causa del fatto che Guglielmo Ernesto esercitò il proprio potere come un vero autocrate, lasciando poco spazio d'azione al nipote. In questi anni della sua giovinezza, ad ogni modo, non mancò di criticare pubblicamente l'atteggiamento dello zio nei confronti del celebre compositore Johann Sebastian Bach a cui egli era particolarmente legato, ma che non poté fermare dal licenziarsi dalla cappella di Weimar nel 1717 per contrasti avuti proprio col duca regnante. Solo alla morte dello zio, Ernesto Augusto ottenne il pieno governo sul ducato di Sassonia-Weimar.
Ernesto Augusto rappresentò appieno l'immagine del tipico principe barocco e le sue stravaganze contribuirono in parte alla rovina finanziaria del ducato. A peggiorare la situazione si posero dei problemi mentali che lo portarono spesso ad arrestare alcuni dei suoi migliori amici senza alcun apparente motivo, rimettendoli in libertà solo dopo che questi avessero rinunciato alle loro fortune in suo favore. Molte delle vittime delle sue angherie protestarono alla corte di Vienna o alla Corte d'Appello imperiale di Wetzlar. Ernesto Augusto perse gran parte dei processi istituiti contro di lui, il che portò ad ulteriori esborsi per le spese legali e ad una vera e propria bancarotta per il ducato.
Sempre per un suo vezzo, il duca mantenne un esercito stabile nel proprio piccolo stato, il quale era ad ogni modo numericamente sproporzionato alle dimensioni ed alle capacità finanziarie dello stato. I soldati venivano in gran parte arruolati entro i confini dell'Elettorato di Sassonia o dell'Impero. Ernesto Augusto fu anche un grande appassionato di architettura, altro fatto che se da un lato contribuì alla sua disfatta economica, dall'altro lo portò ad erigere interi quartieri a Kleinode, a far costruire il piccolo Castello di Belvedere di Weimar con annesso serraglio e orangerie, oltre al castello rococò di Dornburg an der Saale, una delle residenze più stravaganti tra quelle possedute dal duca. La sua passione per la caccia era anch'essa smodata: alla morte di Ernesto Augusto, si contarono 1100 cani e 373 cavalli adibiti alle cacce. Il duca mantenne inoltre a proprie spese una sorta di "harem", nel quale due "dame d'onore" (Ehrenfräulein) e tre "dame di stanza" (Kammerfrauen) erano predisposte a compiacere le sue voglie.
Il Ducato di Sassonia-Weimar-Eisenach e l'assolutismo
Nel 1741 il ramo dei Sassonia Eisenach-Jena si estinse alla morte del duca Guglielmo Enrico. Come unico parente sopravvissuto del duca, Ernesto Augusto ereditò anche tali territori; da questo momento in poi l'unione tra il ducato di Sassonia-Weimar e quello di Sassonia-Eisenach-Jena divenne definitiva. Una delle prime decisioni del nuovo duca fu quella di stabilire il diritto di primogenitura sul ducato di Sassonia-Weimar (confermato nel 1724 dall'imperatore Carlo VI); questa decisione preservò l'area da future divisioni e confermò il passaggio di padre in figlio all'interno della medesima dinastia. Dal 1741 rinominò il ducato in Sassonia-Weimar-Eisenach (Jena venne unita a Eisenach), ma l'unione fu indicata come personale. Il nuovo stato si componeva di due ampie aree e di due rispettive residenze principesche, una a Weimar e l'altra a Eisenach, territori che non erano tra loro collegati, bensì apparivano separati da numerose exclave e villaggi; la conformazione dello stato rimase tale praticamente inalterata sino all'epoca napoleonica.
L'annessione del ducato di Sassonia-Eisenach venne accolta favorevolmente dal nuovo duca, il quale da amante della caccia si ritrovò una regione ricca di boschi che gli consentirono di organizzare grandi battute per sé e per i propri ospiti d'onore. Abbandonando il primogenito principe ereditario alla corte di Weimar sotto la sorveglianza del suo feldmaresciallo, era solito trasferirsi per lunghi periodi a Eisenach dove appunto poteva dedicarsi ai suoi svaghi. Per questo motivo il duca si interessò sempre meno all'educazione del figlio, limitandosi a mandare lettere di tanto in tanto da Eisenach a Weimar per seguire la sua formazione scolastica. Il principe ereditario vide suo padre per l'ultima volta nel 1743.
Ernesto Augusto cercò di aumentare l'assolutismo nel Sassonia-Weimar, seguendo il modello francese. Il segreto Ratskollegium – un consiglio consultivo composto da nobili che aveva appunto la funzione di aiutare il duca nelle sue decisioni politiche – venne sciolto per sua esplicita volontà. Nel 1746 i cittadini di Eisenach consegnarono al duca un memorandum nel quale venivano esposte tutte le sue violazioni dei diritti tradizionalmente concessi alle comunità locali e gli sottoposero quindi l'idea della concessione di una costituzione, mostrando così di volersi chiaramente opporre al programma assolutistico del principato. Il duca, per contro, si dimostrò ostile alla concessione di una costituzione e solo la sua morte riuscì infine a prevenire lo scoppio di una vera e propria guerra civile.
Alla sua morte, Ernesto Augusto lasciò a succedergli il figlio ancora minorenne, con un ducato devastato finanziariamente. La sua salma venne sepolta nella cripta dei principi nel Cimitero storico di Weimar.
Emanuele Federico Guglielmo Bernardo (Weimar, 19 dicembre 1725 – ivi, 11 giugno 1729).
Alla morte della prima moglie, nel 1726, il duca decise di non risposarsi più, scegliendo di vivere con le proprie amanti. Ma nel 1732 la situazione cambiò inaspettatamente: il suo unico figlio ed erede, Giovanni Guglielmo, morì. Questo gli prospettò la necessità di procurare un nuovo erede alla dinastia.
Ernesto Adolfo Felice (Weimar, 23 gennaio 1741 o 1742 – ivi, 1743 [?]).
Da un'amante di cui non si conosce il nome, ebbe una figlia illegittima:
Ernestina Augusta Guglielmina von Münchthal (1730–1772), creata baronessa di Brenn; sposò Christian Heinrich Wilhelm von Voß (1730–1771)
Il duca Ernesto ebbe anche un figlio illegittimo dalla amante Friederike von Marschall, nipote del maresciallo ereditario della Turingia, Friedrich Wilhelm Marschall:
Ernesto Federico (1731 – 1810), creato barone di Brenn; sposò Beata Elena Bormann, dalla quale ebbe figli ma la cui linea maschile si estinse nel 1849. Fu padre del ministro degli interni prussiano Gustav von Brenn.