Nato a Siena nel 1803, possidente, esercitò la professione di avvocato, ricoprendo gli incarichi di auditore legale presso il Tribunale di Siena e quello di Arezzo. In qualità di soprintendente scolastico, fu promotore dell'apertura della scuola elementare maschile a Siena nel 1863.[1]
Attivo politicamente nella sua città, vicino alle idee liberali, fu più volte eletto consigliere comunale a partire dal 1860, rimanendo infine in consiglio ininterrottamente dal 1º luglio 1865 al 31 agosto 1874.[1] Dal 1871 al 1872 fu sindaco di Siena, in sostituzione di Luciano Banchi, e rivestì la carica finché non venne costretto alle dimissioni, in polemica anche con la stampa locale, che lo riteneva inadatto al ruolo.[1][2] Fu inoltre per due mandati assessore agli affari legali e nel 1873 pubblicò un Rapporto alla giunta municipale sugli acquedotti o bottini che conducono le acque in Siena.[3] Morì nel 1884.[1]
Era sposato con Berenice Grassellini, figlia di Baldassarre, esponente di un'abbiente famiglia con vari incarichi nell'ambito della contrada della Tartuca.[1] Presso la collezione d'arte della contrada, inoltre, è conservato un ritratto di Federico Comini di gusto purista, opera del pittore Scipione Cresti, databile agli anni settanta del secolo.[1]
Note
^abcdef Patrizia Agnorelli, Un nuovo dipinto purista (PDF), in Murella. Cronache, Anno XXXIX, n. 4, dicembre 2015, pp. 6-7.
^ AA.VV., Le due città. Le piante degli acquedotti sotterranei di Siena nelle collezioni cittadine dal XVI al XIX secolo. Catalogo della mostra: Siena, Palazzo pubblico, Magazzini del sale, 25 marzo-9 maggio 1999, Siena, Nuova Immagine, 1999, p. 37.