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Folke Bernadotte

Folke Bernadotte
Bernadotte nel 1945 circa
Conte di Wisborg
titolo di cortesia
Stemma
Stemma
PredecessoreOscar Bernadotte
SuccessoreFolke II Bernadotte di Wisborg
Nome completoFolke Bernadotte
NascitaStoccolma, Svezia, 2 gennaio 1895
MorteGerusalemme, Israele, 17 settembre 1948 (53 anni)
SepolturaCimitero Nord di Stoccolma, municipalità di Solna, contea di Stoccolma
DinastiaBernadotte
PadreOscar Bernadotte
MadreEbba Munck af Fulkila
ConsorteEstelle Romaine Manville
FigliConte Gustaf Eduard Bernadotte di Wisborg
Conte Folke Bernadotte di Wisborg
Conte Fredrik Oscar Bernadotte di Wisborg
Conte Bertil Oscar Bernadotte di Wisborg
Jeanne Birgitta Sofia Kristina Ericson Matthiessen (ill.[1])
ReligioneChiesa di Svezia

Folke Bernadotte, conte di Wisborg (Stoccolma, 2 gennaio 1895Gerusalemme, 17 settembre 1948), è stato un politico, diplomatico, filantropo e operatore umanitario svedese, noto per aver negoziato e ottenuto la liberazione di circa 31.000 prigionieri dai campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale, tra cui molti ebrei.[2][3] Dopo il conflitto, inviato come mediatore dalle Nazioni Unite nella controversia israelo-palestinese, fu, nonostante il suo ruolo passato, ucciso da un gruppo sionista di estrema destra, la banda Stern, nel 1948 a Gerusalemme.

Biografia

Figlio del principe e conte Oscar Bernadotte e nipote del re Gustavo V di Svezia (fratello maggiore del padre), si iscrisse come ufficiale di cavalleria alla scuola militare di Karlberg. Fu nominato tenente nel 1918 ed in seguito arrivò al grado di maggiore. Lui e sua moglie, Estelle Manville (1904-1984)[4], furono molto attivi nello Scautismo e nel Guidismo. Bernadotte fu direttore dell'organizzazione scout svedese (Sveriges Scoutförbund) a partire dal 1937. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si adoperò per integrare gli scout nei piani di difesa svedese, addestrandoli come assistenti medici e nella difesa antiaerea.[5]

Il conte Bernadotte visita un in ospedale in Norvegia un ex prigioniero di guerra sovietico liberato da un campo tedesco

Fu vice presidente della Croce Rossa svedese dal 1943, e presidente nel 1946. Durante la guerra si dedicò al soccorso degli internati civili in Germania per conto della Croce Rossa Internazionale. Riuscì a salvare circa 15.000 persone dai Campi di concentramento, compresi migliaia di ebrei.

A tale scopo si incontrò nel marzo 1945 con Heinrich Himmler, ottenendo dal Reichsführer-SS che i prigionieri civili norvegesi e danesi potessero essere trasferiti in Danimarca. Alle negoziazioni parteciparono anche il membro del Congresso Ebraico Mondiale Norbert Masur e il fisioterapista di Himmler, il dottor Felix Kersten (che aveva contribuito già a salvare circa 60.000 persone, sia perseguitati che prigionieri di campi come Ravensbrück, e che aveva ospitato a casa sua e organizzato i primi incontri), ma non furono nominati nel resoconto ufficiale e nelle memorie del conte, suscitando il forte risentimento di Kersten, che tentò di diffamare Bernadotte dopo la morte con una falsa lettera, attribuendogli sentimenti antisemiti.[6] Bernadotte negoziò tra il 21 e il 23 il rilascio di circa 31.000 prigionieri dai campi di concentramento tedeschi[7]; uno staff operativo composto da circa 300 persone riuscì a salvare 15.345 prigionieri dai campi di concentramento. Di loro, 7.795 erano di nazionalità norvegese e danese, mentre i restanti 7.550 erano di varie nazionalità (polacca, francese ecc.).[8] In particolare, 423 ebrei danesi furono portati in salvo dal campo di concentramento di Theresienstadt in Cecoslovacchia che era stata occupata dalla Germania. Essi contribuirono in modo significativo al fatto che il numero di vittime tra gli ebrei danesi durante l'Olocausto fu tra i più bassi dei paesi europei occupati. Trattò per un rilascio totale di 70.000 prigionieri pur non riuscendo a ottenere tutto a causa delle marce della morte, tuttavia riuscì anche a farsi consegnare e liberare 7000 donne di Ravensbrück prima dell'evacuazione del campo.

Bernadotte in divisa militare
Lo stesso argomento in dettaglio: Autobus bianchi.

Negli ultimi giorni di guerra trattò con Heinrich Himmler anche alcune condizioni della resa nazista, una sorta di pace separata anti-sovietica; gli Alleati non diedero ascolto a queste proposte ed il precipitare degli eventi (nonché il fatto che i giornali britannici resero pubbliche le trattative suscitando la reazione di Hitler che il 28 aprile, due giorni prima del suicidio, destituì Himmler il quale si diede alla fuga) rese inutile la mediazione di Bernadotte. Subito dopo la guerra si adoperò poi a favore della popolazione civile tedesca e soprattutto dei bambini, nelle gravissime condizioni che si erano create con il crollo dello Stato tedesco.

Nel maggio del 1948 fu inviato dall'ONU in Palestina come mediatore fra gli arabi e gli israeliani in guerra. Riuscì per due volte a imporre ai contendenti una tregua, ma fu assassinato in territorio israeliano, durante la seconda tregua, dalla Banda Stern o Lehi, un gruppo di terroristi della destra estrema sionista israeliana che già aveva ucciso l'Alto Commissario britannico, Lord Moyne, a Il Cairo, meritandosi dal primo ministro britannico Winston Churchill l'epiteto di "nazisti". La banda Stern era stata integrata nelle forze di difesa israeliane pochi mesi prima, e l'assassinio di Bernadotte fu una delle ultime operazioni del gruppo.

L'omicidio fu progettato di persona da Yehoshua Zetler e condotto a termine da un gruppo di quattro uomini guidati da Meshulam Markover.

Bernadotte in Israele nel 1948

I colpi letali contro il conte e il suo accompagnatore in automobile, il militare francese André Serot, furono esplosi da Yehoshua Cohen. I capi del Lehi Nathan Yellin-Mor e Matitiahu Schmulevitz furono arrestati due mesi dopo l'assassinio. Molti dei sospetti coinvolti furono rilasciati immediatamente e a tutti costoro fu garantita l'amnistia generale il 14 febbraio 1949.

Dopo la sua morte, avvenuta il 17 settembre 1948, le ostilità furono riprese per la terza volta e durarono fino al 10 luglio 1949.

Monumenti

Albero genealogico

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Oscar I di Svezia Carlo XIV Giovanni di Svezia  
 
Désirée Clary  
Oscar II di Svezia  
Giuseppina di Leuchtenberg Eugenio di Beauharnais  
 
Augusta di Baviera  
Oscar Bernadotte  
Guglielmo di Nassau Federico Guglielmo di Nassau-Weilburg  
 
Luisa Isabella di Kirchberg  
Sofia di Nassau  
Paolina di Württemberg Paolo Federico di Württemberg  
 
Carlotta di Sassonia-Hildburghausen  
Folke Bernadotte  
Carl Johan Munck af Fulkila Carl Fredrik Munck af Fulkila  
 
Brita Magdalena Stubbe  
Carl Jacob Munck af Fulkila  
Lovisa Albertina de Pont Jacob Reinhold de Pont  
 
Katarina Elisabet Ahlgren  
Ebba Munck af Fulkila  
Barone Gustaf Albrecht Bror Cederström Barone Bror Cederström  
 
Catharina Maria Voltemat  
Henrica Cederström  
Christina Wachtmeister af Johannishus Conte Claes Wachtmeister af Johannishus  
 
Christina Hall  
 

Scritti

  • Bernadotte, Folke (1945). The Curtain Falls. Translated by Count Eric Lewenhaupt. New York: A. A. Knopf. LCCN 45008956. (Swedish title: Slutet.)
  • Bernadotte, Folke (1948). Instead of arms: autobiographical notes. Stockholm; New York: Bonniers. ISBN 978-1-125-28453-7.
  • Bernadotte, Folke (1947). Människor jag mött [People I Met] (in Swedish). Stockholm: A. Bonnier.
  • Bernadotte, Folke (1976) [1951]. To Jerusalem. Translated by Joan Bulman. Westport, Connecticut: Hyperion Press.

Onorificenze

Onorificenze svedesi

Onorificenze straniere

Note

  1. ^ Figlia illegittima nata prima del matrimonio con Estelle, dalla relazione di Bernadotte con l'attrice Lillie Ericson-Udde
  2. ^ Donald Macintyre, Israel's forgotten hero: The assassination of Count Bernadotte - and the death of peace, su independent.co.uk, The Independent, 18 settembre 2008. URL consultato l'11 dicembre 2008.
  3. ^ Sune Persson, Folke Bernadotte and the White Buses, Journal of Holocaust Education, Vol 9, Iss 2-3, 2000, 237-268. Also published in David Cesarani and Paul A. Levine (eds.), Bystanders to the Holocaust: A Re-evaluation (Routledge, 2002). Il numero preciso non è registrato da nessuna parte. Un conteggio iniziale di 21,000, inclusi 8,000 Danesi e Norvegesi, 5,911 Polacchi, 2,629 Francesi, 1,615 Ebrei apolidi e 1,124 Tedeschi. Il numero complessivo di Ebrei è va da 6,500 a 11,000 secondo le definizioni. Vedi anche A. Ilan, Bernadotte in Palestine, 1948 (Macmillan, 1989), p37.
  4. ^ Estelle Ekstrand of Sweden; A leader of the Girl Scouts, obituary. The New York Times. 5 giugno 1984. https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9905E2D6153BF936A35755C0A962948260 verificato il 06/10/07
  5. ^ Jewish Virtual Library, Folke Bernadotte Biography. https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/biography/Bernadotte.html Retrieved March 22, 2007
  6. ^ Palmer, Raymond (1994). "Felix Kersten and Count Bernadotte: A Question of Rescue". Journal of Contemporary History. 29 (1): 39–51.
  7. ^ (EN) Donald Macintyre, Israel's forgotten hero: The assassination of Count Bernadotte - and the death of peace, su The Independent, 23 ottobre 2011. URL consultato il 25 dicembre 2020.
  8. ^ Specifikation över antal räddade/transporterade med de Vita bussarna ("Specification of the number of rescued/transported by the White Buses (PDF), su web.archive.org, 29 ottobre 2013. URL consultato il 25 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  9. ^ Svenska Dagbladets årsbok : 1949, red. Erik Rudberg, Edvin Hellbom, Stockholm 1950, s. 6

Bibliografia

  • In commemoration of Folke Bernadotte: Jerusalem 17 september 2013. Sandö: Folke Bernadotte Academy, 2014.
  • Larson, Alexandra. 2013. Folke Bernadotte: nu eller aldrig!. Uppsala: Fredens hus, 2013.
  • Burén, Göran. 2013. Mordet på Folke Bernadotte. Stockholm: Leopard, 2013.
  • Hadenius, Stig. 2007. Vem var Folke Bernadotte?. Lund: Historiska media, 2007.
  • Marton, Kati. 1995. Döden i Jerusalem: [en bok om Folke Bernadotte]. Stockholm: Fischer, 1995.

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Voci correlate

Collegamenti esterni

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