Francesco Venimbeni
Francesco Venimbeni (Fabriano, 2 settembre 1251 – 22 aprile 1322) è stato un presbitero italiano dell'Ordine dei frati minori, vissuto quasi esclusivamente a Fabriano. Da tempo immemorabile viene venerato come beato. BiografiaFrancesco Venimbeni nasce a Fabriano il 2 settembre 1251 da famiglia benestante. Il padre Compagno, di professione medico, aveva studiato medicina e altre discipline letterarie e filosofiche a Napoli presso lo Studium fondato dall'imperatore Federico II di Svevia oggi noto come Università degli Studi di Napoli Federico II. Ancora in tenera età Francesco si ammala gravemente e la mamma Margherita prega San Francesco d'Assisi affinché interceda per la sua guarigione facendo voto di portarlo sulla tomba del Santo una volta guarito e di coltivarne la vocazione francescana qualora si fosse manifestata. Di lì a poco il bambino ritorna in perfetta salute e la mamma come promesso lo porta in pellegrinaggio ad Assisi. Successivamente Francesco ricorderà quel viaggio nei suoi scritti autobiografici: "Quando, in puerili aetate, vedens ipsa Assisium propter votum, quod de me fecerat, secum me portari fecit". Ad Assisi frate Angelo Tancredi, che era stato tra i primi compagni di San Francesco, predisse alla mamma Margherita che sarebbe diventato frate minore. Terminati gli studi di filosofia, in piena libertà, entra in noviziato tra i francescani (1267) nel convento di Porta Cervara di Fabriano. Durante l'anno di noviziato il 2 agosto 1268 recatosi ad Assisi per l'indulgenza del Perdono incontra frate Leone altro compagno del Poverello d'Assisi. Nel 1272 circa viene consacrato sacerdote. Dedicò tutta la vita alla cura spirituale, culturale e materiale delle anime della città di Fabriano e dei suoi dintorni e in particolare si adoperò:
Guardiano del convento di San Francesco di Fabriano nei bienni 1316-1318 e 1318-1320, Francesco Venimbeni muore, già in fama di santità, il 22 aprile 1322. Scriveranno di lui: "Col vigore della fortezza, col rigore dell'austerità, col nitore dell'umiltà era sempre rimasto fanciullo". ScrittiParticolarmente impegnato nello studio della teologia, i suoi scritti ("Chronica Marchiæ et Fabriani", "De veritate et excellentiâ Indulgentiæ S. Mariæ de Portiuncula", "Opusculum de serie et gestis Ministrorum Generalium", "Ars Prædicantium", oltre a diversi "Discorsi" ed altri libri) sono andati perduti quasi interamente. CultoSubito dopo la sua morte, fu venerato come beato. Infine papa Pio VI confermò detto culto nel 1775. Il corpo del beato è oggi custodito nella Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria di Fabriano. Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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