A partire dall'estate del 242 a.C. con la flotta di duecento quinqueremi, armata da Roma con il finanziamento di privati perché l'Erario era dissanguato da oltre vent'anni di guerra, sbarcò inaspettato in Sicilia, rinforzò le legioni che assediavano Lilibeo, occupò il Drepana e mise la città sotto assedio.
Amilcare da anni combatteva una guerriglia sul Monte Erice. Fu nominato plenipotenziario da Cartagine. Rendendosi conto che con la sconfitta delle Isole Egadi non poteva reggere l'urto delle legioni e tantomeno riconquistare le posizioni Cartaginesi in Sicilia offrì la resa cartaginese.
«Avendo Lutazio accolto di buon animo le richieste, poiché era conscio che la condizione dei suoi fosse ormai logorata ed estenuata dalla guerra, pose fine alla contesa [...].»
(Polibio, Storie, I, 62, 7, Milano, BUR, 2001. trad.: M. Mari.)
Catulo accettò la resa e ne dettò le condizioni con la clausola che queste dovevano essere ratificate dal popolo romano. Le richieste romane erano: ritiro di Cartagine da tutta la Sicilia; nessun attacco a Siracusa e suoi alleati, restituzione senza riscatto dei prigionieri, 2.200 talentieuboici d'argento in vent'anni. Per celebrare la sua vittoria costruì il tempio di Iuturna nel Campo Marzio, nell'attuale zona di Largo di Torre Argentina.