Troncato: nel 1º d'argento, al leone illeopardito al naturale, accostato da due rami fogliati di verde, incurvati e affrontati; nel 2º d'argento, a tre bande di rosso, ordinate in fascia; il tutto abbassato sotto il capo d'oro, caricato di un'aquila di nero, coronata d'oro
Le origini della famiglia Gallio risalgono al XIV secolo quando un antenato comune dei vari rami, Niccolò, fece fortuna col commercio con la Germania, iniziando parallelamente un'attività di concessione di crediti e prestiti finanziari a titol oneroso che fruttarono in pochi anni molto denaro alla famiglia.[1]
La famiglia, nel secolo successivo, riuscì a ricoprire posizioni di gran rilievo grazie ad una sapiente opera di intrecci e legami mdi natura matrimoniale con le principali famiglie della nobiltà milanese dell'epoca, tra cui i Trivulzio ed i Borromeo, ma giungendo anche a legarsi coi Farnese, coi Gonzaga e coi Grimaldi di Monaco. A partire dalla fine del Seicento, la famiglia ad ogni modo si divise in due rami collaterali che perseguirono fortuna in diversi ambiti: il ramo di Milano rimase nella capitale del ducato fino alla seconda metà del XVIII secolo, acquisendo nella seconda metà del Seicento i titoli ed i possedimenti della famiglia Trivulzio per eredità, estinguendosi con Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, fondatore del Pio Albergo Trivulzio e filantropo. L'altro ramo ottenne il ducato di Alvito, nel Regno di Napoli, all'estinzione del quale il titolo di duca passò alla famiglia dei Carafa di Colubrano.
Nel nativo territorio comasco, precisamente a Gravedona, ebbe il possesso di Palazzo Gallio. A Como, il cardinale Tolomeo fece erigere il Pontificio Collegio Gallio che ancora oggi porta il cognome della sua casata ed opera come ente scolastico parificato.
Albero genealogico della famiglia Gallio
Sono riportati i membri titolati della famiglia[2].
^AA.VV. Le crisi finanziarie, Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica "F. Datini" di Prato, Firenze, 2016
^V. Spreti, Enciclopedia Storico-nobiliare italiana, Milano 1928-1930, rist. Bologna, 1969; Consulta araldica del Regno d'Italia, Libro d'Oro della nobiltà italiana-Serie aggiornata, annate varie
Bibliografia
L. Tettoni e S. Saladini, Teatro araldico, Lodi, 1844