Giacomo Durazzo appartiene ad un'aristocratica famiglia che ha dato a Genova 9 dogi. Doge è anche suo fratello, il celebre Marcellino Durazzo, proprietario del palazzo in strada Balbi oggi divenuto Museo di Palazzo Reale. Durazzo giunge a Vienna nel 1749 in qualità di inviato straordinario della repubblica di Genova. Nei migliori ambienti della capitale viene rapidamente apprezzato per la sua cultura, e per la competenza in campo teatrale (la famiglia a cui appartiene il diplomatico era fra l'altro proprietaria dei principali teatri di Genova, tra cui il Falcone, sala all'interno del Palazzo di famiglia), in particolare dall'imperatrice Maria Teresa e dal potente cancelliere di Stato Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg. Nel 1752 lascia l'incarico diplomatico ed è nominato assistente del direttore del teatro di corte. Nel 1754, con la nomina a direttore generale degli spettacoli teatrali (Generalspektakeldirektor), intraprende una riforma dei teatri imperiali.
La reazione degli avversari alle sue riforme lo costringe alle dimissioni nel 1764. Ritorna all'attività diplomatica come ambasciatore imperiale a Venezia. Nella città lagunare il conte si dedica al collezionismo di stampe. Si deve a lui, infatti, con l'appoggio di Alberto di Sassonia, genero dell'imperatrice Maria Teresa, la creazione della Collezione Albertina di Vienna.
Giacomo Durazzo fece parte della Massoneria, fu membro della loggia di Vienna Aux Trois Canons[1].
Parte della sua vasta biblioteca musicale si trova ora alla Biblioteca nazionale di Torino, nei Fondi Mauro Foà e Renzo Giordano che comprendono anche la più importante raccolta di partiture manoscritte autografe di Antonio Vivaldi esistente al mondo.
Note
^Gerardo Tocchini, "Massoneria, pubblici spettacoli e mecenatismo musicale nel Settecento" in:Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia ( a cura di), La Massoneria. la storia, gli uomini, le idee, Milano, Mondadori, 2019, p. 69
Bibliografia
Luca Leoncini (a cura di), "Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della Collezione Durazzo", Skira, Milano 2004;
Angela Valenti Durazzo, "I Durazzo da schiavi a dogi della Repubblica di Genova", CHRA Principauté de Monaco, 2004;
Angela Valenti Durazzo "Il Fratello del Doge. Giacomo Durazzo un illuminista alla Corte degli Asburgo fra Mozart, Casanova e Gluck", 2012.
Emilio Podestà, "Giacomo Durazzo. Da genovese a cittadino d'Europa, Accademia Urbense, Ovada 1992";
Walter Koschatzky, "Giacomo Conte Durazzo 1717-1794" Albertina di Vienna 20 Mai bis 5 September 1976;
Robert Haas, "Gluck und Durazzo" Amalthea Vienna 1925;
Angela Valenti Durazzo "Il Fratello del doge. Giacomo Durazzo un illuminista alla Corte degli Asburgo tra Mozart, casanova e Gluck", CHRA Principauté de Monaco, 2012.
Luca Leoncini (a cura di) "Giacomo Durazzo. Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia", Sagep editori, Genova 2012.
Armando Fabio Ivaldi "Il Conte Giacomo Durazzo. Ambasciatore Imperiale a Venezia (1764-1784). Un genovese dai variegati interessi culturali e teatrali che raggiunse fama e gloria europee al servizio degli Asburgo", La Casana, n.3, Genova 2008, pp. 39–49.
Armando Fabio Ivaldi, "Giacomo Durazzo da Genova a Vienna (1742-1749)", in "Collana di miscellanee e monografie", III, "Antiquae Musicae Italicae Studiosi/La Compagnia delli Musici et il Concerto delle Dame", Genova, 1995;
Armando Fabio Ivaldi, "Una macchina "rocaille" per la "Tetide" e altre questioni (Vienna, 1760)", "Nuova Rivista Musicale Italiana", Anno XV, Nuova Serie, ottobre-dicembre 2011, pp. 484–498;
Armando Fabio Ivaldi, ""Magnificenza, e buon gusto inarrivabili". La villa e il teatrino di Giacomo Durazzo a Mestre (1772)", "Nuova Rivista Musicale Italiana", Anno XVI, Nuova Serie, aprile-giugno 2012, pp. 181–204.