Giovanni Battista Tenani
Giovanni Battista Tenani (Guarda Veneta, 1º luglio 1831 – Guarda Veneta, 7 dicembre 1892) è stato un politico e militare italiano. Militare di carriera, venne eletto nella IX legislatura del Regno d'Italia, rimanendo parlamentare fino alla morte saltando soltanto la XII legislatura, e ricoprendo l'incarico di vicepresidente della camera nella XVII legislatura.[1] BiografiaTenani, nato e cresciuto con la famiglia a Guarda Veneta, a quel tempo territorio del Regno Lombardo-Veneto e parte quindi dell'Impero austriaco, coltivò fin da giovanissimo idee irredentiste e all'inizio dei moti del 1848, ancora adolescente, decise di arruolarsi tra le forze di difesa dell'effimera Repubblica di San Marco durante l'assedio di Venezia da parte delle forze austriache.[2] Dopo la sconfitta decise di intraprendere studi universitari frequentando la facoltà di giurisprudenza senza tuttavia rinunciare alle sue idee.[2] Nel 1859 lo troviamo esulo volontario in Piemonte e da semplice soldato d'artiglieria in poco tempo riesce a raggiungere il grado di capitano e guadagnare una medaglia al valor militare. In quel periodo partecipa alla Seconda guerra d'indipendenza italiana e nelle file del Corpo Volontari Italiani alla Terza guerra d'indipendenza, che si conclude nel 1866 con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia.[2] A conflitto concluso rinuncia al suo grado militare e nelle prime elezioni del dicembre fu eletto deputato per il Partito liberale moderato nel consiglio elettorale di Rovigo e confermato poi nelle elezioni generali del 1867 e del 1870. Nella Camera dei Deputati acquistò ben presto autorità e simpatia anche fra gli avversari, restando in carica per otto anni consecutivi. Sullo scorcio del 1871 fu scelto a far parte della commissione incaricata di riferire sul progetto di legge portante una spesa straordinaria da ripartirsi nei bilanci 1873-1881 per nuove armi, provvigioni da guerra e lavori di difesa dello Stato. L'onorevole Farini riferì sulla prima parte del progetto e Tenani elaborò la relazione sulla difesa alpina dell'Italia.[2] Anche in favore degli interessi locali si prestò con zelo e con frutto, cooperando al felice scioglimento della questione sui compensi dei danni dell'ultima guerra e ottenendo per la città di Rovigo l'istituzione dì un distretto militare.[2] Nel 1874, avversato dal partito progressista, non riesce a farsi riconfermare al governo dovendo quindi rinunciare alla XII legislatura, tuttavia nella seguente tornata elettorale, presentatosi nel seggio di Este-Monselice, riesce a tornare alla camera dei deputati rimanendovi negli anni a seguire fino alla sua morte, ricoprendo inoltre l'incarico di vicepresidente della camera nella XVII legislatura.[2][1] Note
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