Fra le prime commissioni in collaborazione col Piola, vi furono gli affreschi con La gloria di s. Andrea Avellino della basilica di san Siro, e la pietà in santa Maria di Castello, oltre la pala d'altare con Il martirio di s. Lorenzo, per la Chiesa della Consolazione.
A partire dal 1684 realizza importanti decorazioni ad affresco nelle sale di importanti palazzi patrizi: Le arti liberali e La gloria di un eroe, in Palazzo Gio Battista Centurione, La Galleria del Trionfo d'Amore, e altre opere in Palazzo Balbi Senarega, il salone nella villa Balbi allo Zerbino, oltre a tele di argomento sacro e profano per i collezionisti genovesi.
Negli anni seguenti lavorò a Torino per Vittorio Amedeo II affrescando alcune sale di palazzo reale e a Marsiglia per il maresciallo di Noailles, a cui probabilmente appartenne il Giunone ed Argo del Louvre.
Rientrato a Genova, nel 1688 realizza i celebri affreschi con le allegorie della Primavera e dell'Estate, in collaborazione con il quadraturista Antonio Haffner e lo stuccatore Muttone nelle volte di due salotti di Palazzo Rosso. Spetta al De Ferrari il coordinamento delle diverse tecniche e materiali, stucco e quadratura, per ottenere un risultato di assoluta continuità decorativa. La luminosità e la leggerezza di queste opere, e la levità con cui vengono trattate le allegorie, ne fanno un anticipatore della grazia settecentesca[2]. Documentato da fotografie è il suo capolavoro, la volta del salone del secondo piano nobile con il Mito di Fetonte, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, così come l'Assunta nella volta della chiesa dei SS. Giacomo e Filippo.
Fra i suoi capolavori successivi si ricordano la Morte di Santa Scolastica, conservato nella chiesa di Santo Stefano, l'Assunzione della Vergine, chiesa di S. Francesco il Grande a Madrid[3], e la Madonna Addolorata e le anime purganti, attualmente nell'oratorio di S. Leonardo a Porto Maurizio.
La sua ultima importante opera pubblica fu Il trionfo della Croce nella cupola della chiesa genovese di Santa Croce, realizzata in collaborazione con il figlio Lorenzo, che divenne uno dei maggiori autori genovesi del settecento.
L'importante ciclo di sette grandi tele a soggetto mitologico, con Ercole e Anteo, Ercole e l'Idra, Ercole e il toro di Creta, Ercole sul rogo funebre, Perseo e Andromeda, Pan e Siringa, Mercurio e Argo, un tempo ospitato nel salone di palazzo Cattaneo-Adorno, è stato acquistato nel giugno 2012 dal MiBACT per essere destinate alla Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola[4].
Morte di Santa Scolastica, Museo Diocesano (Genova)
Galleria del Trionfo d'Amore, Ercole incoronato, Aurora e Cefalo, sovrapporte con l'Allegoria dell'Inverno e l'Allegoria della Primavera, Palazzo Balbi Senarega[6]
1684 , villa Balbi allo Zerbino (ora Gropallo), salone con l'Allegoria delle Stagioni intomo al medaglione centrale raffigurante Saturno e Apollo
Mosè fa scaturire l'acqua da una rupe, Genova, Palazzo Bianco,
S. Giovanni Battista nel deserto e S. Gerolamo nel deserto, Genova, Palazzo Bianco
1688 affreschi del secondo piano nobile di Palazzo Rosso a Genova: le allegorie della Primavera e dell'Estate, in collaborazione del quadraturista Antonio Haffner e lo stuccatore Giacomo M. Muttone, nelle volte di due salotti; distrutti: il soffitto del salone, con il Mito di Fetonte, e il cupolino della cappella
Cristo e la Samaritana, olio su tela, Collezione Zerbone, Genova
Note
^Ezia Gavazza, Protagonisti e comprimari, in E. Gavazza, F. Lamera, L. Magnani, La pittura a Genova e in Liguria. Il secondo Seicento, Genova CARIGE, 1990, p. 118 e seg.
^Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, Arte nel tempo, volume 2, Bompiani, Milano 1992,p. 130