Nato in una famiglia di intellettuali, Henry Cros ha imparato a dipingere nel 1854.[1] Ha seguito l'insegnamento degli scultori François Jouffroy e Antoine Étex e del pittore Jules Valadon alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Parigi. Iniziò al Salon del 1861 presentando un busto di suo fratello Charles Cros.[1] Nel 1863 partecipò al Salon des refusés. Successivamente, si rivolse al ritratto scolpito.
Cros dopo aver studiato gli antichi procedimenti della pittura all'encausto e a cera espose i risultati delle sue ricerche nel saggio L'encaustique et les autres procédés de peinture chez les anciens (1884) e dipinse con queste tecniche piccoli ritratti e scene mitologiche di gusto arcaicizzante.[2]
Negli stessi noduli, ricavati principalmente dall'arte attica, realizzò sculture in bronzo, in marmo e in cera. Successivamente i suoi studi riguardanti i vetri dell'antichità lo portarono a scoprire un procedimento di fabbricazione della pasta vitrea simile a quello dei Greci: nell'interno della matrice in terra refrattaria, ricavata dall'originale, applicava strati di polvere di vetro colorato, riempiendo poi di vetro bianco macinato la forma che, dopo la cottura, veniva spezzata.[2]
Dal forno di Cros uscirono, tra l'altro, una Circe, una serie di Maschere, fontane murali, camini monumentali e una magniloquente Apoteosi di Victor Hugo.[2]
(EN) Richard R. Brettell, Paul Hayes Tucker e Natalie Henderson Lee, Nineteenth- and Twentieth-century Paintings, New York, The Metropolitan Museum of Art, 2009.
(EN) Holger Cahill, Jean Cassou, Maximilien Gauthier, Dorothy C. Miller e Dorothy Canning Miller, Masters of popular painting, modern primitives of Europe and America, New York, New York The Museum of Modern Art, 1938.
(FR) Édouard-Joseph, Dictionnaire biographique des artistes contemporains, Art & Édition, 1930.