Il De rebus gestis D. Didaci Gelmirez, primi Compostellani Archiepiscopi, Historia Compostellana[1] o, più brevemente, Historia Compostellana[2] è un'opera in lingua latina scritta a partire dal 1109 all'interno del "circolo" del primo vescovo e successivamente, a partire dall'anno 1120, dall'arcivescovo di Santiago di Compostela, Diego Xelmírez (1120–1140), una delle figure più eminenti del medioevo galiziano.[3]
Descrizione
"Gli aragonesi consegnano il castello alla regina. Ah!, canta la grande gloria militare che ottennero i galiziani quel giorno dove i combattenti aragonesi si ritirarono prima di loro! Ma molto più grande e più felice fu quando le valorose forze di Galizia protessero Castiglia e i loro cavalieri dall'attacco dei nemici, costringendo a consegnare il castello degli aragonesi. ah vergogna!, i castigliani hanno bisogno di altre forze e sono protetti dalla sola audacia dei galiziani! Che ne sarà di questi cavalieri codardi allorché se ne andrà l'esercito galiziano, loro scudo e protezione?"[4]"
(Estratto dalla
Historia Compostelá, Libro I, Capitolo 90).
La finalità dell'opera è quella di registrare le opere utili realizzate da Xelmírez[5], atte ad ingrandire la sede apostolica e fornire una prospettiva dalla Galizia[6] dei successi che si ottennero ai suoi tempi, costituendo in questo modo una fonte storiografica di gran valore dato che vi si trovano inclusi documenti storici
La Historia Compostellana abbraccia un periodo che va dal 1100 al 1139 e si articola in tre libri. Il primo redattore fu Nuno Afonso, canonico della cattedrale di Santiago di Compostela, che iniziò il lavoro dopo la morte del re Alfonso VI (1109), ancorché annoverasse vari collaboratori[7], principalmente Hugo (canonico compostelano, vescovo di Porto, di origine francese) e Xiraldo de Beauvais, amici personali di Xelmírez. Xiraldo scrisse la maggior parte della historia, continuando il lavoro a partire dal 1120. Altri collaboratori furono Pedro Anaia e possibilmente, Rainerio il magister.
Note
- ^ Nota semplicemente come Historia Compostellana già dal XVIII secolo
- ^ in galiziano Compostelá
- ^ B.F. Reilly, The Historia Compostelana..., op. cit.
- ^ Versione in lingua originale: "Os aragoneses entregan o castelo á raiña. Ouh!, canta e que excelente gloria militar proporcionou aos galegos aquel dia en que o Batallador aragonés se retirou ante eles!. Pero moito mais excelente e máis alegre foi cando a valerosa forza de Galicia protexeu a Castela e aos seus cabaleiros do ataque dos inimigos e obrigou a entregar o castelo do aragonés. Ouh vergoña!, os casteláns precisan forzas alleas e son protexidos pola audacia dos galegos!. Qué será deses cobardes cabaleiros cando se marche o exercito de Galicia, o seu escudo e protección?"
- ^ La Historia Compostellana ha come scopo principale quello di magnificare le azioni dell'arcivescovo, la costituzione della fondazione e i diritti di Santiago di Compostela, compreso il suo mito fondatore, e fornisce inoltre collegamenti apostolici con San Giacomo il Maggiore. Il vescovato venne trasferito da Iria Flavia a Compostela già dal 1095.
- ^ Da una prospettiva galiziana la Historia racconta i regni dei sovrani contemporanei di Castiglia: Alfonso VI (fino al 1109), Urraca (1109–1126) e Alfonso VII (dal 1126).
- ^ "Un'opera molto complessa, frutto del lavoro di molti autori, che deve essere usata con cautela, dato che è incentrata essenzialmente sulle gesta episcopali di Diego Gelmírez, vescovo e allora arcivescovo di Santiago di Compostela, ed è molto partigiana nel suo commentario", questo è il giudizio di uno dei maggiori storici del periodo, Bernard F. Reilly. (Bernard F. Reilly, "The Kingdom of León-Castilla under Queen Urraca")
Bibliografia
- (EN) Reilly, Bernard F.. The 'Historia Compostelana': The Genesis and Composition of a Twelfth-Century Spanish 'Gesta'. Speculum, 44 (1969): p. 78-85.
- (EN) Falque, Emma, "The Manuscript Transmission of the 'Historia Compostellana," in Manuscripta (1985): pp 80-90
- (DE) Vones, Ludwig , Die 'Historia Compostelana und die Kirchenpolitik des nordwestspanischen Raumes (Colonia, 1980)
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