Mente creativa ma pragmatica, Innocenzo Manzetti era noto nella comunità scientifica e nella città natale per le sue invenzioni: un automa che suona il flauto, un'automobile a vapore, una pompa idraulica, uno speciale cemento idraulico, una macchina per scolpire dall'eccezionale precisione, e altro ancora. Secondo alcune fonti è stato un precursore dell'invenzione del telefono, che studiò e perfezionò tra il 1843[2] e il 1865 pur non brevettandolo.[3][4]
Storia
Fin da giovane si interessò di meccanica. Nel 1840, infatti, realizzò un automa in grado di suonare il flauto tramite un complesso sistema ad aria compressa ed un programma inciso su un cilindro rotante, come nei carillon. L'apparato era molto avanzato per l'epoca e ancora oggi il “robot” è oggetto di studio e di grande ammirazione da parte di studiosi ed appassionati, ed è considerato il primo motorepneumatico al mondo[5].
Il cruccio di Manzetti era quello di riuscire a far parlare il suo automa, che già aveva attirato la curiosità di molti scienziati di altre nazioni, intenzionati a esporlo presso le maggiori istituzioni scientifiche del tempo. Già nel 1843 aveva ipotizzato la possibilità di realizzare un "telegrafo vocale", che avrebbe sfruttato l'ultimo ritrovato tecnologico dell'epoca, i circuiti telegrafici, per trasmettere una voce "elettrica" tramite il principio dell'induzione elettromagnetica.[6]
Nel frattempo realizzò numerosi altri apparati meccanici: a lui, per esempio, si deve il brevetto della macchina per la pasta (1857)[7], oppure la realizzazione della prima autovettura a vapore in grado di circolare lungo le strade (1864), o un particolare tipo di calce idraulica sperimentata fin dal 1869, ma brevettata nel 1877[8], o ancora un orologio da caricarsi una sola volta all'anno[9].
Il suo lavoro era riconosciuto dalle istituzioni: per esempio, nel 1863 gli fu affidata la progettazione del Palazzo comunale di Villeneuve.[10]
Agli inizi degli anni sessanta dell'Ottocento tornò ad occuparsi del telegrafo vocale. Nel 1864-1865 creò un vero e proprio telefono elettrico in grado di trasmettere la voce umana ad oltre mezzo chilometro di distanza. L'apparato fu notevolmente perfezionato, tanto che venne presentato alla stampa nell'estate del 1865.
I giornali di tutto il mondo, per la prima volta in assoluto, annunciarono che era stata trovata la possibilità pratica di trasmettere la parola a distanza per mezzo dell'elettricità.[11][12]
Antonio Meucci, sconosciuto immigrato italiano a New York, aveva anch'egli concepito qualcosa di simile. Passato qualche mese dalla lettura della notizia, infatti, confidò ad un giornale americano: «Io non posso negare al sig. Manzetti la sua invenzione», e descrivendo il proprio prototipo rese evidente la minor perfezione di questo rispetto a quello inventato ad Aosta: per parlare con il telefono di Meucci, infatti, bisognava tenere tra i denti una "barretta di contatto", mentre l'apparecchio di Manzetti già prevedeva che la voce passasse attraverso una cornetta.[13]
Ma a causa del costo dei brevetti, né l'uno né l'altro brevettarono le loro invenzioni, ossia il telettrofono (Meucci) e il télégraphe vocal (telegrafo vocale) (Manzetti), anche se Meucci, già nel 1871, aveva pensato a registrare un “caveat” del suo prototipo valevole per due anni: furono solo le sue precarie condizioni economiche e sociali (Meucci viveva grazie ad un sussidio e non sapeva parlare l'inglese) che gli impedirono di spedire i 10 dollari necessari per rinnovare il "brevetto provvisorio".[14]
Il brevetto ufficiale del telefono fu quindi quello di Alexander Graham Bell del 14 febbraio 1876, ma l'enorme ritorno economico che il telefono avrebbe permesso ai suoi pionieri fece sì che si scatenasse una vera e propria battaglia legale. La storia insegna che Bell fu l'unico a poterne sfruttare il brevetto, ma ha anche restituito a Meucci il posto tra i grandi inventori e il primato su Bell per la sua intuizione dimostrata come antecedente: l'11 giugno 2002, infatti, il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto storicamente a Meucci la paternità del telefono, grazie agli studi del professor Basilio Catania, a lungo direttore dello CSELT di Torino.
La paternità dell'invenzione, nonostante sia attestata da numerosi documenti come i giornali del 1865[15], o dall'ammissione di Meucci stesso, o ancora da alcune dichiarazioni del Ministero Italiano della Pubblica Istruzione contrario a un'invenzione che avrebbe permesso ai cittadini di comunicare direttamente tra loro scavalcando il controllo dei funzionari pubblici, deve ancora essere ufficialmente riconosciuta a Manzetti.[16]
Il cemento idraulico
Con il suo cemento idraulico nel 1874 Manzetti fece costruire anche la sua casa, nell'attuale via Xavier de Maistre ad Aosta, che ancora oggi porta la targa commemorativa.[17]
Vettura a vapore
È solo nel 2008 che sono state ritrovate le carte (registre) che descrivono la voiture à vapeur, consegnate dall'ultima erede di Manzetti a Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, biografi del Manzetti; esse sembrano illustrare una vera e propria antenata a vapore dell'automobile.[18] Si tratta della stessa carrozza a vapore citata da alcuni giornali valdostani e piemontesi tra il 1869 e il 1870.[19]
L'automa suonatore di flauto
Invenzione meno nota di Manzetti è l'automa suonatore di flauto.[20]
Manzetti costruì il suo automa nel 1840, a soli 14 anni. A grandezza naturale, era composto di vari materiali come ottone, ferro, acciaio , porcellana e legno, ed aveva un meccanismo molto complesso, che gli permetteva, tra le altre cose, di alzarsi dalla posizione seduta in cui si trovava a riposo, prima di iniziare a suonare, e persino, pare, di parlare. I meccanismi erano ad azionamento sia meccanico che pneumatico, quest'ultimo resopossibile dall'invenzione del Manzetti stesso di una sostanza particolare simile alla plastica, che invece fu effettivamente inventata solo 100 anni dopo.
L'automa era in grado di riprodurre 12 diverse arie in base ad un programma registrato su un meccanismo a cilindro[21].
Il Suonatore di flauto subì vari aggiornamenti e perfezionamenti successivi da parte di Manzetti nel corso degli anni, passando da un funzionamento meccanico a uno pneumatico, per vedere infine aggiunto un sistema di vocalizzazione intorno al 1866.
Restaurato nel 2000, a partire da aprile 2012 l'automa è esposto al pubblico nella mostra permanente al Centro Saint-Bénin di via Festaz, ad Aosta. L'automa era in precedenza esposto alla Maison de Mosse di Runaz, all'interno dell'esposizione permanente Au fil des ondes sui 150 anni di telecomunicazioni in Valle d'Aosta.
Ad aprile 2012, in apertura della XIV Settimana della Cultura, è stata inaugurata nell'ex cappella del Collegio Saint-Bénin l'esposizione permanente Innocenzo Manzetti: l'inventore e il suo automa, dedicata alla figura di Manzetti e alle sue invenzioni; nella sacrestia della ex-cappella sono ospitati l'automa e alcuni pannelli didattici touch-screen.[22]. L'associazione culturale Museo Manzetti affianca il Centro Studi de Tillier nello studio e nella valorizzazione della figura dell'inventore e del museo a lui dedicato.[23] Dal 17 dicembre 2020 al 20 maggio 2022 è stato temporaneamente esposto[21] presso il Museo della tecnica di Vienna.
Memoria
Ad Aosta all'inventore sono intitolati l'Istituto per Ragionieri e la piazza della stazione di Aosta.
Filmografia
Innocenzo Manzetti I documenti, regia e produzione: Patrizio Vichi, 14 minuti, documentario, 1994.
^In vari casi si presenta nella forma in francese "Innocent Vincent Barthélemy Louis Charles" in virtù del fatto che all'epoca il francese era l'unica lingua ufficiale in Valle d'Aosta, e del bilinguismo attualmente vigente.
^Lettera del fratello di Manzetti (Ananie) del 1897, in cui racconta dei primi esperimenti fatti con Innocenzo nel settembre del 1843. Cfr. Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti 2012, pp. 113-114
^Il telefono, su www.manzetti.eu. URL consultato il 29 gennaio 2024.
^ "L'invenzione del telefono" di Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti in AVAS, Catalogo della mostra "Au fil des ondes. 150 ans de télécommunications en Vallée d'Aoste", Maison de Mosse, Avise-Runaz, Saint-Christophe (Aosta), Arti grafiche DUC, 2008, p. 17.
^ Mauro Caniggia, Luca Poggianti, Il valdostano che inventò il telefono. Innocenzo Manzetti. Aosta (1826-1877), Aosta, Tipografia "La Vallée", 1996, p. 58.
^Definita "Torchio portatile per la fabbricazione delle paste mangiative", in Real Ministero dell'interno, Annali civili del regno delle Due Sicilie, Volumi 62-64, Napoli, Tip. del Real ministero degli affari interni, 1858, p. 95.
^ Mauro Caniggia Nicolotti, Luca Poggianti, Manzetti.L'inventore del telefono, Aosta, La Vallée, 2012, pp. 78-79.
^Innocenzo Manzetti, su comune.invorio.no.it. URL consultato il 19 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
^Alcuni tra i giornali che ne parlarono: L'Indépendant, 29 juin 1865, Aosta; Il Diritto, 10 luglio 1865, Torino; Il Commercio di Genova, luglio 1865, Genova; Corriere di Sardegna, 18 luglio 1865, Cagliari; L'Arpa, 24 luglio 1865, Bologna; L'Eco d'Italia, 21 ottobre 1965, New York; The Telegraphic Journal and Electrical review, 7 gennaio 1882, Londra; ecc. citato in "L'invenzione del telefono" di Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti in AVAS, Catalogo della mostra "Au fil des ondes. 150 ans de télécommunications en Vallée d'Aoste", Maison de Mosse, Avise-Runaz, Saint-Christophe (Aosta), Arti grafiche DUC, 2008, p. 30.
^ "L'invenzione del telefono" di Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti in AVAS, Catalogo della mostra "Au fil des ondes. 150 ans de télécommunications en Vallée d'Aoste", Maison de Mosse, Avise-Runaz, Saint-Christophe (Aosta), Arti grafiche DUC, 2008, pp. 18-19.
^ John Lloyd, Il libro dell'ignoranza (The book of General Ignorance), Torino, Giulio Einaudi, 2006.
^La biblioteca del Museo Galileo conserva copia di atti notarili e articoli di giornale che attribuiscono a Manzetti la paternità dell'invenzione e che furono messi in mostra nella 1ª Esposizione nazionale di storia della scienza (Firenze, 1929): Inventario delle Carte Manzetti (PDF), su opac.museogalileo.it.
^ "L'invenzione del telefono" di Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti in AVAS, Catalogo della mostra "Au fil des ondes. 150 ans de télécommunications en Vallée d'Aoste", Maison de Mosse, Avise-Runaz, Saint-Christophe (Aosta), Arti grafiche DUC, 2008, pp. 19-23.
^Chi era, su innocenzomanzetti.it. URL consultato il 19 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2011).
^Il Museo Manzetti, su www.manzetti.eu. URL consultato il 23 maggio 2024.
Bibliografia
Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, Manzetti. L'inventore del telefono, Aosta, La Vallée ed., 2012.
Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, L'uomo automa. Il suonatore di flauto d'Innocenzo Manzetti, in Candide. Un petit journal culturel au coeur de la Vallée d'Aoste, n. 46, autunno 2010.
Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, Les montagnards sont là. Viaggio tra ricercatori e inventori valdostani del passato, a cura di Centro studi De Tillier, La Vallée, 2009.
Mauro Caniggia Nicolotti, Luca Poggianti, Il laboratorio delle meraviglie, Aosta, Centro studi De Tillier, 2008.
Mauro Caniggia Nicolotti, Luca Poggianti, Manzetti, pioniere del suono: come inventò il telefono fin dal 1849, Aosta, La Vallée, 2008.
"L'invenzione del telefono" di Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, in Catalogo della mostra "Au fil des ondes. 150 ans de télécommunications en Vallée d'Aoste", Maison de Mosse, Avise-Runaz, a cura di AVAS, Saint-Christophe (Aosta), Arti grafiche DUC, 2008, pp. 17-30.
Gli automi e la musica: dal "Suonatore di flauto" del Manzetti ad una nuova interpretazione multimediale: dissertazione finale, tesi di laurea, relatore: Marco Gribaudo; candidata: Christine Hérin; con CD-ROM "Automa game", Torino, Facoltà di scienze della formazione, Corso di studio triennale in Multidams, 2005/2006.
Mauro Caniggia e Luca Poggianti, Il valdostano che invento il telefono: Innocenzo Manzetti, 1826-1877, a cura di Centro studi De Tillier, Aosta, La Vallée, 1996.
Mauro Caniggia, Luca Poggianti, Manzetti e il suo tempo: la Valle d'Aosta, l'arte e il XIX secolo: atti delle conferenze svoltesi in occasione della Primavera manzettiana, Aosta, 30 maggio, 6 e 7 giugno 1996, a cura di Centro studi De Tillier, Aosta, La Vallée, 1996.
B. Catania, Antonio Meucci - L'inventore e il suo tempo, Rom, Seat, 1994, pp. 437-442.
André Zanotto in collaborazione con Romano Lavévaz, Innocent Manzetti dans le centenaire de sa mort (1877-1977), Estratto da Bulletin de l'Académie Saint-Anselme, n. 49, Aosta, Imprimerie valdôtaine, 1979.
G.A., Innocenzo Manzetti. in "Selezionando..." notiziario STIPEL-TELVE-TIMO, n. 9-10, 1951.
Tancredi Tibaldi, Innocenzo Manzetti di Aosta: appunti e spigolature, Torino, Roux-Frassati, 1897.