Ivo Barnabò Micheli nacque a Brunico da padre italiano e madre austriaca e crebbe quindi, bilingue, a cavallo tra due culture. Agli inizi degli anni '60 si spostò a Roma per studiare Lettere e filosofia e poi Sociologia presso l'Università La Sapienza. Nel frattempo fece il professore nelle scuole alto-atesine e collaborò alle “terze pagine” di varie riviste.[1][2]
Nel 1968 realizzò i suoi primi filmati per Il Terzo Programma della RAI e comparve come attore nel film “Discutiamo, Discutiamo” di Marco Bellocchio.
Tra il 1968 e il 2001 realizzò come sceneggiatore e regista quasi 30 opere tra documentari e film lungometraggi, gran parte dei quali sia in lingua italiana che in lingua tedesca.[3]
Gli autori della prima biografia, uscita nel 2015 per il decennale della scomparsa, identificano 3 temi centrali nell'opera di Ivo Barnabò Micheli:
Il tema del viaggio, inteso come ricerca della propria identità in mondi estranei. Micheli gli scopre soprattutto in Africa (Eritrea, Sudan, Timbuktu), lungo il Danubio, ma durante gli anni 70 anche in zone di periferia italiana (Magliana, Sardegna) in situazioni di lotta sociale.
Egli scriveva delle proprie opere: “hanno come filo rosso il tema della “radicalità”, da intendersi non solo come momento di ricerca delle radici dell'uomo in rapporto al suo ambiente e al suo tempo, ma anche come momento di provocazione e di rivolta contro l'identità negata, sul piano individuale o collettivo che sia.”
^Joachim Gatterer/Jessica Alexandra Micheli (ed.): Ivo Barnabò Micheli. Poesie der Gegensätze. Cinema radicale. Folio. Vienna-Bolzano 2015.
Bibliografia
Joachim Gatterer/Jessica Alexandra Micheli (Hrsg.): Ivo Barnabò Micheli. Poesie der Gegensätze. Cinema radicale, Folio, Vienna-Bolzano 2015, ISBN 978-3-85256-682-5.
Daniel Brandlechner: Sprechen wir viel vom Ungesehenen. Ivo Barnabò Micheli. In: Skolast 1/2018 (63. Jg.), S. 42–44.