«My faith demands that I do whatever I can, wherever I am, whenever I can, for as long as I can with whatever I have to try to make a difference»
(IT)
«La mia fede richiede che io faccia qualsiasi cosa - ovunque mi trovi, ogni volta che posso, il più a lungo possibile e con tutto ciò che ho - per provare a fare la differenza»
Nel 1980 venne riconfermato come candidato presidente in vista delle elezioni generali imponendosi alle primarie democratiche sul senatore Ted Kennedy. Alle elezioni tuttavia perse contro il candidato repubblicano Ronald Reagan.
Nel 1982 viene fondato il Carter Center, per "promuovere ed espandere i diritti umani". Ha viaggiato molto per condurre negoziati di pace, monitorare le elezioni e promuovere la prevenzione e lo sradicamento delle malattie nei Paesi in via di sviluppo. Carter è considerato una figura chiave di Habitat for Humanity Charity. Ha scritto oltre trenta libri che vanno dalle memorie, dalla politica alla poesia e all'ispirazione. Ha anche condannato alcune delle azioni e delle politiche di Hamas, si è battuto per una soluzione dei due Stati.
Biografia
È il figlio di James Earl Carter Sr., e di Bessie Lilian Gordy, nonché lontano parente di Berry Gordy, in quanto il fratellastro del nonno del musicista, James, era il nonno del presidente.
I primi anni
Cresciuto a Plains, in Georgia, Carter nel 1943 fu ammesso alla United States Naval Academy (Accademia Navale degli Stati Uniti) diplomandosi nel 1946 e, con una laurea in ingegneria (Bachelor of Science), si è arruolato nella Marina degli Stati Uniti, dove ha prestato servizio nei sottomarini. Dopo la morte di suo padre, nel 1953, Carter ha lasciato la sua carriera militare, entrando nella riserva fino al 1962, ed è tornato in Georgia per prendere le redini dell'azienda di arachidi della sua famiglia.
Carter prestò giuramento come 76º Governatore della Georgia il 12 gennaio 1971; ha dichiarato nel suo discorso inaugurale: "Il tempo della segregazione razziale è finito. Nessuna persona povera, rurale, debole o di colore dovrebbe mai più sopportare il peso di essere privato della possibilità di una formazione, di un lavoro o di semplice giustizia". La folla, accorsa ad ascoltare il neo-governatore, rimase scioccata da questa frase, in forte contrasto con la cultura politica della Georgia e in particolare con la campagna stessa di Carter. I numerosi segregazionisti che lo avevano sostenuto durante le elezioni si sentirono traditi.
Lester Maddox, predecessore di Carter come governatore, divenne vice-governatore, pur avendo opinioni discordanti con il nuovo governatore.
Carter cercò di espandere l'autorità del governatore, riducendo la complessità del governo statale e proponendo una legge di ristrutturazione dell'apparato esecutivo. Carter cercò di fondare la propria azione di governatore su uno Zero-based budgeting (trad. Programma a base zero: sistema di programmazione e controllo che sottopone a esame annuale non solo le nuove decisioni facenti capo al budget ma l'intero insieme delle scelte, comprese quelle già attuate in precedenza con la possibilità di eliminare sprechi e inefficienze che si sono radicate in passato e che persisterebbero nel caso di un incremento di budget) all'interno dei servizi statali e ha aggiunto un sistema di selezione nella Commissione giudiziaria per verificare le credenziali dei giudici nominati dal governatore. Questo piano di riorganizzazione venne presentato nel mese di gennaio del 1972 ricevendo una fredda accoglienza. Ma dopo due settimane di negoziati fu approvato. In ultima analisi, vennero fuse circa 300 agenzie statali in 22 ottenendo un grande risparmio sui costi sostenuti dallo Stato.
Durante l'amministrazione di Carter, nello Stato della Georgia, vennero assunti molti dipendenti statali e diversi giudici neri, cercando comunque di mantenere il consenso tra i suoi alleati conservatori come quando, nonostante la storica sentenza Furman vs Georgia (1972) che ne decretava l'abolizione, Carter reintrodusse la pena di morte nell'ordinamento giudiziario dello Stato.
Carter spinse per introdurre riforme al fine di: fornire pari finanziamenti di Stato a scuole che fossero situate sia in zone ricche sia in zone povere del paese, istituire centri di aggregazione per i bambini con disabilità mentale, aumentare i programmi educativi per i detenuti, promuovere la meritocrazia, a discapito dell'influenza politica, nelle progressioni di carriera di giudici e funzionari del governo statale.
Una delle sue decisioni più controverse è stata quella di porre il veto sul piano per costruire una diga sul fiume Flint, guadagnandosi l'attenzione degli ambientalisti a livello nazionale.
Ambizione nazionale
Non ritenendosi più in grado di essere competitivo per la rielezione, Carter considerò la possibilità di partecipare alla corsa presidenziale e si impegnò nella politica nazionale. Fu nominato in diverse commissioni di pianificazione del Sud e fu delegato alla Convenzione Nazionale Democratica del 1972, dove il senatore liberale degli Stati Uniti George McGovern era il probabile candidato presidenziale. Carter cercò di ingraziarsi gli elettori conservatori e anti-McGovern. Tuttavia, Carter all'epoca era ancora abbastanza oscuro e il suo tentativo di triangolazione fallì; il "ticket" democratico del 1972 era McGovern e il senatore Thomas Eagleton. Il 3 agosto, Carter incontrò Wallace a Birmingham, in Alabama, per capire come prevenire una schiacciante sconfitta del Partito Democratico durante le elezioni di novembre.[2]
Dopo la débâcle elettorale di McGovern alle presidenziali del novembre 1972, Carter iniziò a incontrarsi regolarmente con il suo staff alle prime armi. Aveva deciso di iniziare a mettere insieme un'offerta presidenziale per il 1976. Cercò senza successo di diventare presidente della National Governors Association per aumentare la sua visibilità. Su approvazione di David Rockefeller, fu nominato membro della Commissione Trilaterale nell'aprile 1973. L'anno successivo fu nominato presidente della campagna congressuale e governativa del Comitato Nazionale Democratico.[3] Nel maggio 1973, Carter mise in guardia il Partito Democratico contro la politicizzazione dello scandalo Watergate,[4] il cui evento attribuì al presidente Richard Nixon che esercitava l'isolamento dagli americani e la segretezza nel suo processo decisionale.[5]
Quando si presentò alle elezioni, Carter era nuovo sulla scena politica nazionale. Se da un lato ciò costituiva un punto di debolezza, d'altra parte l'essere sconosciuto era il suo punto di forza, data l'estraneità ai numerosi scandali che avevano scosso il Partito Democratico negli anni sessanta.
Carter promosse una politica energetica nazionale che includesse il controllo dei prezzi e incentivasse le nuove tecnologie. In un suo famoso discorso televisivo, del 18 aprile del 1977, Carter definì la crisi energetica degli Stati Uniti in corso in quegli anni come moralmente equivalente a una guerra, incoraggiando il risparmio energetico da parte di tutti i cittadini degli Stati Uniti, dando per primo l'esempio installando pannelli solari per il riscaldamento dell'acqua sulla Casa Bianca e indossando maglioni per compensare l'abbassamento di temperatura all'interno di essa.
Nel 1978 Carter dovette far fronte all'emergenza derivata dalla situazione della discarica di Love Canal divenuto un caso nazionale con numerosi articoli che definivano il quartiere come "una bomba sanitaria a orologeria" e "una delle più gravi tragedie ambientali della storia americana".[6] Il 2 agosto 1978 il sito della discarica fu dichiarato un'emergenza nazionale, fatto senza precedenti negli Stati Uniti, e Carter deliberò l'istituzione dello stato di emergenza federale per il sito, chiese lo stanziamento di fondi federali e ordinò alla Federal Disaster Assistance Agency di assistere la città di Niagara Falls nel bonificare il sito di Love Canal.[7] Fu la prima volta che i fondi d'emergenza federali vennero usati in un caso che non fosse un disastro naturale.[6] Carter fece costruire dei canali che convogliavano l'acqua inquinata nelle fogne e fece chiudere gli scantinati contaminati.[7] Il Congresso degli Stati Uniti passò il decreto Comprehensive Environmental Response, Compensation, and Liability Act (CERCLA), detto comunemente Superfund. Il CERCLA stabilì una tassa sulle industrie chimiche e petrolifere per permettere all'autorità federale di rispondere alle emergenze ambientali. CERCLA stabilì anche una lista prioritaria dei siti nazionali che richiedevano una bonifica, Love Canal fu il primo sito a comporre la lista da cui uscirà solo nel 2004, dopo l'evacuazione dei residenti e l'abbattimento della maggior parte degli edifici, la bonifica e il contenimento della discarica.[8] Dato che il decreto Superfund contiene una clausola di responsabilità retroattiva, la Occidental Petroleum (che aveva acquisito la Hooker Chemical) fu ritenuta responsabile per i costi di bonifica, pur non avendo infranto le leggi allora in vigore, quindi, nel 1994, il giudice federale John Curtin sentenziò che la Hooker/Occidental era stata negligente, ma non si trattava di negligenza criminale, nella vendita della discarica al Niagara Falls School Board.[9] La Occidental Petroleum fu citata dall'EPA e nel 1995 si accordò per un risarcimento di 129 milioni di dollari.[10] Anche diverse cause civili intentate dai residenti arrivarono a un accordo economico negli anni seguenti alla scoperta della contaminazione.[11]
Con l'Airline Deregulation Act del 1978 Carter eliminò il controllo del governo su tariffe e percorsi del settore del trasporto aereo al fine di creare un libero mercato del settore, permettendo l'ingresso in esso di nuove compagnie aeree di aviazione commerciale, lasciando inoltre che fosse la libera concorrenza delle forze di mercato a determinare percorsi e tariffe.
Nel 1979 Carter deregolamentò anche l'industria della birra americana, legalizzando la vendita di malto, luppolo e lievito di birra per la prima volta dai tempi del proibizionismo degli anni venti. Questa legalizzazione ha portato a un aumento del consumo della birra nelle case americane nel corso degli anni 1980 e 1990 e ha permesso[senza fonte] che, entro gli anni duemila, si sviluppasse una forte cultura della birra artigianale in tutti gli Stati Uniti.
I suoi critici[senza fonte] per non essere riuscito a ottenere l'approvazione di numerose delle sue leggi, gli rimproverano scarsa esperienza, di non avere avuto una visione chiara della politica estera, improntata astrattamente sui diritti umani, oltre ai fortissimi dissidi all'interno della sua amministrazione. Probabilmente l'insuccesso più importante fu la rivoluzione iraniana del 1979 e la successiva cattura di 52 ostaggi statunitensi nell'ambasciata di Teheran.
Il fallimento della politica estera mediorientale rimase il punto debole dell'amministrazione Carter, fallimento che causò la disapprovazione di molti americani nei suoi confronti. D'altra parte, uno degli elementi di maggiore discontinuità e originalità rispetto alle precedenti amministrazioni, fu certamente un sincero europeismo in politica estera, che lo condusse a sostenere l'integrazione non soltanto economica, ma soprattutto politica dei paesi dell'Europa occidentale[13].
Come segno di distensione, Carter dispose che il Dipartimento di Stato derogasse il McCarran Act che vietava l'ingresso negli USA dei comunisti. Vennero inoltre riavviate le consultazioni per il SALT II per la limitazione delle armi nucleari strategiche, che però non verrà mai ratificato. Dopo questa prima fase di "distensione" nei confronti del movimento comunista mondiale, quando l'URSSinvase l'Afghanistan nel 1980 ci fu il ritorno di un clima da guerra fredda: Carter boicottò la XXII Olimpiade, tenutasi quell'anno a Mosca.
Nonostante alcuni importanti successi, fra i quali la firma degli accordi di pace di Camp David fra Egitto e Israele e i Trattati Torrijos-Carter, nel 1979 la crisi degli ostaggi, unita alla recessione economica attraversata dagli Stati Uniti in quegli anni, minò gravemente la sua popolarità, tanto che dovette lottare aspramente per ottenere la seconda candidatura democratica, fatto alquanto raro per un presidente in carica. Dopo avere sconfitto di misura Ted Kennedy alla Convention del Partito Democratico, fu poi largamente superato dal repubblicano Ronald Reagan nelle elezioni del novembre 1980.
Dopo la presidenza
Dopo la sua presidenza Carter è tornato a vivere con la moglie nella natia Plains; il territorio circostante la sua casa, che comprende anche i suoi luoghi natali e d'infanzia, è dal 1987 un'area protetta e dal 2021 gode dello status di parco nazionale storico (Jimmy Carter National Historical Park). Fino al 2020, presso la chiesa battistaMaranatha, non lontano da casa propria, ha inoltre tenuto la Sunday school, un seminario aperto al pubblico a cadenza settimanale per leggere e commentare passi della Bibbia e usarli come punto di partenza per confrontarsi e dibattere sulle tematiche a lui più care.
Nel 1982 ha costituito il Carter Center, una fondazione attraverso cui ha messo a frutto il suo prestigio, partecipando attivamente a campagne per i diritti umani e per la promozione della democrazia e fungendo da mediatore in diversi conflitti. Per quest'opera nel 2002 è stato insignito del premio Nobel per la pace con la motivazione:
«Si è impegnato in risoluzioni tese a prevenire conflitti in diversi continenti, inoltre ha mostrato uno straordinario impegno in favore dei diritti umani, e svolto attività di osservatore in innumerevoli elezioni in tutto il mondo.»
(Dalla motivazione sull'assegnazione del premio Nobel per la pace)
L'azione di Carter raccoglie da sempre sia elogi sia critiche. Nel 2002, anche se non più in carica, è stato il primo presidente statunitense dai tempi dell'embargo a visitare Cuba e a incontrare Fidel Castro. Nonostante una leggera distensione, il presidente George W. Bush non volle porre fine alle sanzioni contro Cuba.
Prese di posizione da presidente emerito
Ha dato alle stampe Peace, not Apartheid, un libro sul conflitto israelo-palestinese, che negli Stati Uniti ha suscitato un grande scandalo mediatico a causa delle posizioni di Carter nettamente contrarie alle politiche di Israele nei confronti del popolo palestinese, da lui definite di apartheid. Suscitarono polemiche anche le sue posizioni favorevoli all'apertura di un dialogo col movimento di Hamas, che gli Stati Uniti storicamente considerano un'organizzazione terroristica[14][15].
Carter criticò l'esito del caso di Troy Davis, giustiziato il 21 settembre 2011 con l'accusa di aver assassinato un agente di polizia, auspicando l'abolizione totale della pena di morte negli USA.[16]
Nel 2024 annunciò il suo sostegno a Kamala Harris, votando per posta in favore della candidata democratica.[18]
Attività extra-politiche
Carter si è largamente distinto come lettore dei libri da lui stesso scritti. Per le registrazioni audio dei propri testi, l'ex presidente degli Stati Uniti ha ottenuto – al 2024 – ben 10 candidature al Grammy Award, vincendo tale premio presso la categoria album parlato ben tre volte: nel 2007 con Our Endangered Values: America's Moral Crisis, nel 2016 con A Full Life: Reflections at 90 e nel 2018 con Faith: A Journey For All.[19]
La candidatura del 2024 rende inoltre Carter la persona più anziana mai candidata nella storia della kermesse.
Vita privata
Religione
Carter è stato un noto cristiano battista e assiduo lettore della Bibbia, tanto che per molti anni e fino al 2020, ha tenuto settimanalmente lezioni di studio biblico nella chiesa della sua città natale, la Maranatha Baptist Church di Plains.[20][21]
La fede è stata centrale nella sua vita privata e pubblica.[22] Nel 2000 Carter ha lasciato la Southern Baptist Convention poiché l'associazione cristiana non garantiva equità di genere alle donne nell'insegnamento delle Sacre Scritture.[23] La sua visione teologica si discostava dal conservatorismo cristiano e dal letteralismo biblico, e le sue posizioni convergono verso il progressismo religioso. Egli sostenne il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma fu personalmente contrario all'aborto perché secondo lui "Gesù sarebbe contrario".[24][25][26]
Famiglia
Fu sposato con Rosalynn Smith - anch'ella proveniente da Plains e donna che seppe trasformare profondamente il ruolo della first lady - dal 7 luglio 1946 fino alla morte di lei il 19 novembre 2023. Carter, benché molto debole e in sedia a rotelle, ha voluto partecipare alla cerimonia funebre di sua moglie, tenutasi presso la Glenn Memorial Unified Methodist Church, alla quale erano presenti due dei successori di Carter alla Casa Bianca, il presidente in carica Joe Biden e l'ex presidente Bill Clinton, insieme alla vicepresidente Kamala Harris e alle cinque first lady viventi: Hillary Clinton, Laura Bush, Michelle Obama, Melania Trump e Jill Biden[27].
Carter ebbe quattro figli: John William detto Jack (1947), James Earl Carter III detto Chip (1950), Jeffrey Donnel (1952) e Amy Lynn (1967). La loro famiglia comprende anche otto nipoti e due pronipoti[28].
Malattia e morte
Nella famiglia dell'ex presidente, tutti i parenti stretti – entrambi i genitori e i tre fratelli – avevano sofferto di tumore.
Nell'agosto 2015, all'età di 90 anni, Carter annunciò di essere affetto da un melanoma con metastasi al cervello e al fegato, di aver pertanto iniziato un trattamento di radioterapia e di doversi poi sottoporre a un intervento chirurgico. Nonostante la gravità della prognosi (sopravvivenza media di 4-5 mesi[29]), il 6 dicembre successivo fu resa nota la sua remissione, ottenuta proprio grazie alla radioterapia e a una sperimentale immunoterapia.[30][31]
Il 18 febbraio 2023 l'ex presidente annunciò di esser stato dimesso dall’ospedale dove era ricoverato per un nuovo peggioramento di salute e di essere tornato a casa a Plains, iniziando contestualmente cure palliative.[32] Presso la sua residenza Carter morì il 29 dicembre 2024, quasi tre mesi dopo aver varcato la soglia dei cent'anni, primo nella storia dei capi di Stato statunitensi; era anche l'ex presidente più anziano ancora in vita.[1]
Nella cultura di massa
Messaggio delle sonde Voyager
Carter fu l'uomo di Stato che registrò con la propria voce il messaggio inciso sul disco d'oro (il cosiddetto Voyager Golden Record) lanciato assieme alle sonde Voyager 1 e Voyager 2 per il loro viaggio fuori dal nostro sistema solare il 5 settembre 1977, contenente immagini dei popoli della Terra, e alcune delle musiche più universali e variopinte mai create, tra cui Beethoven, il Gamelan indonesiano e un gruppo Mariachi messicano.
«Questa nave spaziale Voyager è stata costruita dagli Stati Uniti d'America. Siamo una comunità di 240 milioni di esseri umani da oltre 4 miliardi di abitanti del pianeta Terra.
Noi esseri umani siamo ancora divisi in nazioni, ma queste nazioni stanno rapidamente diventando un'unica civiltà globale.
Noi lanciamo questo messaggio nel cosmo. È probabile che continui ad esistere anche per un miliardo di anni nel nostro futuro, quando la nostra civiltà potrebbe essere profondamente cambiata e la superficie della Terra ampiamente modificata.
Dei 200 miliardi di stelle nella galassia della Via Lattea, alcune — forse molte — potrebbero avere pianeti abitati e civiltà in grado di esplorare lo spazio. Se una di queste civiltà intercetta la Voyager e riesce a comprendere il contenuto di questa registrazione, ecco il nostro messaggio:
"Questo è un regalo di un piccolo e distante pianeta, un frammento dei nostri suoni, della nostra scienza, delle nostre immagini, della nostra musica, dei nostri pensieri e sentimenti. Stiamo cercando di sopravvivere ai nostri tempi, ma potremmo farlo nei vostri.
Noi speriamo un giorno, dopo aver risolto i problemi che stiamo affrontando, di congiungerci in una comunità di civiltà galattiche. Questa registrazione rappresenta la nostra speranza, la nostra determinazione e la nostra buona volontà in un vasto ed impressionante universo.»
Jimmy Carter viene citato nella canzone IEAIAIO del gruppo System of a Down.
A Jimmy Carter è stata dedicata la canzone Peanuts del gruppo inglese The Police durante un concerto nel marzo 1979 nel Kansas, anche se il brano fu scritto in avversione a Rod Stewart.[34]
Jimmy Carter è il titolo di un brano realizzato dal gruppo alternative rock Electric Six, facente parte dell'album Senor Smoke.
Nel 2007, 2016 e 2018 ha vinto il Grammy Award nella categoria album parlato, per i rispettivi brani: Our Endangered Values: America's Moral Crisis (2007), A Full Life: Reflections at 90 (2016) and Faith: A Journey For All (2018). Con la candidatura all'edizione 2024 – che lo rende il più anziano concorrente nella storia del riconoscimento – arriva a quota 10 nomination.[19]
^Carter off on European tour, in Rome News-Tribune, 14 maggio 1973. URL consultato il 30 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2021).
^ab Eckardt C. Beck, The Love Canal Tragedy, in EPA Journal, gennaio 1979. URL consultato il 5 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2011).
^Serhij Plochij, Atomi e cenere. Dall'atollo di Bikini a Fukushima, storia di sei disastri nucleari, cap.4 Atomi per la pace. Three Mile Island , 2024, trad. Roberto Serrai, Mondadori, ISBN 978 88 04 76474 8
^S. Berardi, The European Project of Jimmy Carter, in Id. (edited by), The Presidency of James Earl Carter Junior. Between Reformism, Pacifism and Human Rights. "Sapienza" Università di Roma - INTERPOLIS Collana di studi politici e internazionali - ISIAO, pp. 93-107, Roma: Edizioni Nuova Cultura-Roma, ISBN 9788868127572, doi:10.4458/7572.