Nipote dell'architetto Francisco de Mora, fu legato alla Corte fin dalla sua nascita. Suo padre, Juan Gómez, pittore di Cuenca trasferito a Madrid nel 1592, fu nominato, un anno dopo, pittore di corte da re Filippo II.[1]
Biografia
Dopo la morte di suo zio, nel 1610, all'età di 24 anni diviene capomastro delle opere dell'Alcázar di Madrid e architetto di Filippo III. Tra le sue opere più importanti sono la Plaza Mayor, che assume una forma rettangolare e dotata di portici, il Carcere di Corte di Madrid e la Casa de la Villa, una delle sedi del municipio di Madrid. Realizza l'altare maggiore della basilica del Monastero di Guadalupe a Caceres. A Salamanca costruisce la Clerecía destinata all'Ordine dei Gesuiti. Inoltre a Zamora è l'autore dell'Ospedale dell'Incarnazione, l'attuale sede della Giunta provinciale.
Il Convento de la Encarnación, generalmente a lui attribuito, recentemente si è scoperto che è opera di frate Alberto de la Madre de Dios, architetto appartenente all'ordine dei carmelitani scalzi e dei duchi di Lerma, che diresse le opere reali fino a quando Juan Gómez de Mora non acquisì sufficiente esperienza.
Opere
Madrid
Convento de San Gil a Madrid (a partire dal 1613).
Plaza Mayor e sui dintorni, come le case della Cava de San Miguel (1617–1619) o la Casa de la Panadería (1617–1619).
Progettò la "Cerca de Felipe IV", che delimitava Madrid a nord con le vie Genova, Sagasta, Carranza y Alberto Aguilera; a sud con le rondas; ad est con il Palazzo del Buen Retiro e ad ovest con il complesso dell'Alcázar Reale.