I genitori di Scott erano musicisti, suo padre suonava il pianoforte in un gruppo Jazz e sua madre cantava occasionalmente. Ha anche tre fratelli, Ryan, Ellen e Lea-Anne. Da giovane ha svolto diversi lavori, come fattorino di giornali, capo scout e altri lavori. Come introduzione nel campo musicale, iniziò a suonare il flauto nell'orchestra di una scuola, dove studiò. All'età di quattordici anni si è orientato verso la chitarra acustica, avendolo come hobby, ma non ha mai preso lezioni (anche a quel tempo suonava in una chiesa cattolica). La sua attività di musicista e chitarrista è iniziata nel 1971 quando Scott ha formato una band con ragazzi che aveva conosciuto a scuola, in quel periodo acquistò una Fender Stratocaster usata degli anni '60, poco dopo trovò lavoro con band più note come "Bowser Moon", "The Handley Page Group" e "Zingo", suonando circa 300 spettacoli all'anno nell'allora redditizia scena dei Night club.[2][3]
Bryan Adams
Ha incontrato Bryan Adams in Ontario nell'estate del 1976, ma fu solo cinque anni dopo che il cantautore lo chiamò e gli offrì un posto nella sua band. Alla fine del 1981, subito dopo che Scott si fu insediato tra le file di Adams, iniziarono a lavorare su Cuts Like a Knife, il terzo album di Adams. Pubblicato nella prima parte dell'anno successivo, servì come svolta commerciale per Adams prima che il seguito del 1984,Reckless, gli portò fama e fortuna in tutto il mondo.[4]
Nella band di supporto ad Adams ha principalmente il ruolo di chitarra solista e occasionalmente di chitarra ritmica. Nel 2006 Adams è stato inserito nella Hall Music of Fame ai Juno Awards del Canada, e ha dichiarato che Keith Scott è il suo miglior amico. In un post su Twitter del maggio 2016, Adams ha descritto Scott come "il chitarrista più sottovalutato di sempre".[5]
Keith Scott è considerato l'esempio perfetto di musicista al servizio della band (il cosiddetto sidemen).[9] Sebbene talentuoso e creativo, Scott subordina sempre il suo modo di suonare la chitarra alla rispettiva canzone o al leader della band.[9] Scott è sempre stato caratterizzato dalla sua grande modestia, modestia quando si tratta di chitarre, soprattutto, questo fatto è molto visibile nelle registrazioni in studio, per la realizzazione di assoli di chitarra melodici apparentemente "semplici",[9] sebbene molto profondi e persino un po' "sentimentali"; un mix infuocato e sofisticato di blues grintoso e sottili sfumature jazz,[9] a volte anche usando un minimo di distorsione o effetti a pedale wah wah. Nei concerti che tiene con Bryan Adams, è molto comune trovarlo a fare accompagnamento ritmico della chitarra o armonizzandosi con accordi e arpeggi. Tuttavia, negli anni 80, nei brani live Fits Ya Good e I'm Ready si lasciava andare ad assoli funambolici e virtuosismi. Adams spesso permette a Scott di eseguire una "canzone vetrina" per mostrare le sue abilità con un assolo improvvisato come il guitar flip (consiste nel far girare a 360° la chitarra attorno al corpo), a volte comporta l'uso della asta microfonica, bottiglie di birra, o altri oggetti che possono essere applicati alle corde della chitarra. Negli ultimi anni in particolare sui temi "It's Only Love", "Touch The Hand" e "Hearts on Fire". Scrivendo per Premier Guitar, il bassista e produttore di Nashville Victor Brodén ha scritto:
«Keith Scott [...] è una fonte inesauribile di ispirazione per me. I suoi assoli sono immediati. E chiunque è in grado di cantarli dopo solo uno o due ascolti. Suona le melodie, le mescola con del blues per renderle leggermente sporche, e poi finisce tutto con un attacco della mano destra e un intento che mi lascia senza fiato. Cerco di creare le mie linee di basso come Keith crea gli assoli di chitarra.»
Fra i suoi ammiratori in particolare c'era Eddie van Halen, il quale teneva particolarmente in grande considerazione Scott.[11]Elogi sono stati fatti da Neal Schon, con il quale ha condiviso il palco durante il Frontiers Tour dei Journey.[12]Altri elogi sono stati fatti da Richie Faulkner, il quale ha apprezzato il lavoro fatto da Scott nell'album Into the Fire.[13] Fra i chitarristi italiani è apprezzato da Cesareo di Elio e le Storie Tese.[14]
Durate la presentazione del libro Louder Than Words: Beyond the Backstage Pass (2024) del chitarrista, giornalista rock e autore Joe Matera, l'autore ha scelto un assolo di chitarra come uno dei preferiti di tutti i tempi. La canzone e l'assolo in questione non sono altro che Native Son dell'album Into the Fire di Bryan Adams,[15] Matera in merito ha detto:
«Penso che quell'assolo di chitarra, e ci scommetto la reputazione, sia uno dei più grandi assoli di chitarra mai registrati su nastro. Perché in tutte le riviste di chitarra, quando scrivo i dieci migliori assolo di chitarra di tutti i tempi, si menziona sempre Stairway to Heaven e Comfortably Numb, ma nessuno menziona mai 'Native Son' di Keith Scott. E penso che l'assolo come chitarrista abbia tutto: gusto, melodia, stile, tutto quello che vuoi. E penso che sia così trascurato.»
Keith Scott usa molte chitarre elettriche e acustiche, nel corso della sua lunga carriera ha usato varie Fender,[18]Gibson[19] e Gretsch.[20]
Principalmente chitarrista, suona tuttavia anche altri strumenti tra cui il Basso.[21][22]Scott utilizza una varietà di pedali Boss e un Ibanez Tube Screamer.L'azienda Gretsch ha prodotto una chitarra firmata 90's Gretsch Gold G6120KS Keith Scott Nashville, come ringraziamento a Scott per aver usato la sua chitarra Gretsch per il video di (Everything I Do) I Do It for You.[23]La chitarra alla quale è più affezionato è una Fender Stratocaster bianca del 1976 denominata "The Beast", tra le specifiche ci sono i pickup al manico e al centro rimossi e il pickup al ponte sostituito con un Humbucker. La chitarra è stata usata tra l'altro nel video del brano Please Forgive Me.[9]
^(EN) HIWATT Catches up with Keith Scott, su hiwatt.co.uk, 10 aprile 2014. URL consultato il 4 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).