L'uscita dalle officine Lumière
L'uscita dalle officine Lumière (La Sortie des usines Lumière) è un film dei fratelli Auguste e Louis Lumière, compreso tra i dieci film che vennero proiettati al primo spettacolo pubblico di cinematografo del 28 dicembre 1895 al Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucines a Parigi. Fu il primo film a venire visto dal pubblico, per cui viene solitamente indicato come il punto di partenza della storia del cinema.[1][2] ProduzioneSoggettoIl film mostra un ampio gruppo di operai, per la maggior parte donne, al momento dell'uscita dalla fabbrica Lumière a Monplaisir, alla periferia di Lione. L'edificio, situato al n° 25 di rue Saint Victor (successivamente ribattezzata rue du Premier Film), è stato demolito nel 1970, ma il capannone rappresentato nella scena è stato risparmiato. Classificato monumento storico nel 1995 e restaurato alla fine degli anni 90, l'Hangar du Premier-Film ospita la sala cinematografica dell'Istituto Lumière.[3] VersioniLa prima versione del film è stata girata tra il 15 e il 20 marzo 1895. L'unica giornata di sole in cui sarebbe stato possibile girare fu il 19 marzo, un martedì.[4] Il 22 marzo e il 10 giugno 1895 i Fratelli Lumière proiettano di fronte ad altri scienziati e fotografi un prototipo del film. Il 28 dicembre dello stesso anno, al Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucines di Parigi, viene effettuata la prima proiezione di fronte a un pubblico pagante: in tal modo si da inizio alla storia del cinema. I Lumière intuiscono che il loro cinema può interessare il grande pubblico, "Ma non sapevamo esattamente ciò che sarebbe successo", dirà più tardi con modestia Louis Lumière.[4] La ripresa non avvenne in maniera casuale, ma fu probabilmente organizzata a grandi linee a tavolino per renderla sufficientemente interessante e per farla adattare alla durata della bobina. Ne sono riprova le diverse versioni del film: una con abiti primaverili, girata probabilmente a marzo, e una con abiti invernali. Facendo questo, i fratelli Lumière, oltre che a inventare il cinema, inventano anche il remake.[5][6] A negare la natura "documentaria" e spontanea del corto concorrono inoltre altri elementi:
A ulteriore riprova di quanto già esposto, sono state ritrovate altre due versioni di questa scena, in cui i lavoratori non riescono ad uscire dalla fabbrica nei tempi giusti e dove il cane compare in entrambe, segno che le riprese richiesero numerosi tentativi.[7] Note
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