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La Vie en rose (film)

La Vie en rose
Marion Cotillard in una scena del film
Titolo originaleLa Môme
Lingua originalefrancese, inglese
Paese di produzioneFrancia, Regno Unito, Repubblica Ceca
Anno2007
Durata140 min
Generebiografico, drammatico, musicale
RegiaOlivier Dahan
SceneggiaturaOlivier Dahan, Isabelle Sobelman[1]
Casa di produzioneLégende Films
Distribuzione in italianoMikado Film
FotografiaTetsuo Nagata
MontaggioRichard Marizy
MusicheChristopher Gunning
ScenografiaOlivier Raoux
CostumiMarit Allen
TruccoDidier Lavergne
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La Vie en rose (La Môme) è un film del 2007 diretto da Olivier Dahan dedicato alla vita della cantante francese Édith Piaf. Il film non ha un perfetto ordine cronologico, ma associa ai punti più salienti della vita della cantante i suoi alti e bassi.

Il film ha vinto due premi Oscar, per la migliore attrice protagonista, a Marion Cotillard, e miglior trucco.

Trama

Parigi, 1918. La piccola Édith vive in povertà divisa tra le cure della madre, una cantante di strada, e della nonna materna. Quando il padre Louis, artista circense partito per la guerra, torna in licenza e scopre la situazione in cui vive sua figlia, affida la bambina alla propria madre, Louise Léontine Gassion detta Madame Tine, tenutaria di una casa di tolleranza. Qui Édith conosce per la prima volta il vero affetto grazie alle cure delle "ragazze", in particolare Titine, che le fa da madre. A causa di un'infezione agli occhi la piccola perde la vista, che riacquista dopo un pellegrinaggio alla tomba di santa Teresa di Lisieux. Tornato dal fronte, il padre riprende con sé Édith, contro la volontà di Titine. Presto scopre il talento canoro della bambina che comincia a cantare per strada.

Nella tarda adolescenza, Édith continua a esibirsi per strada affiancata dall'amica Momône. A diciassette anni ha una figlia con Louis Dupont, un povero fattorino: la figlia, Marcelle, muore però di meningite fulminante a soli due anni. Édith viene notata dall'impresario Louis Leplée, che le dà il nome d'arte «La Môme Piaf» (la fanciulla-usignolo) e la fa esordire nel cabaret, dove raggiunge i primi successi. La misteriosa morte di Leplée e i sospetti di un suo coinvolgimento nell'evento rischiano addirittura di compromettere la carriera della giovane Édith.

La chanteuse diventa via via famosa col nome di Édith Piaf, datole dal suo secondo impresario Raymond Asso, che la porta al successo con una serie di concerti al teatro ABC. Edith ormai è molto nota, i suoi dischi vanno a ruba e Jean Cocteau compone per lei una pièce, Le bel indifferent. Nel 1947 parte con Loulou Barrier, Danielle Bonel e Ginou Richer per una tournée americana e nel 1948, a New York, incontra il pugile Marcel Cerdan, con cui intraprende una relazione. La loro storia è di breve durata e ha una fine tragica: il 28 ottobre 1949 Cerdan muore in un incidente aereo, mentre tornava dall'amata.

Nonostante i continui successi artistici, la psiche di Édith vacilla: la cantante comincia a fare uso di antidepressivi e, a causa di forti reumatismi deformanti, di sostanze antidolorifiche, tra cui cortisone e morfina. Queste sostanze minano ulteriormente il suo fisico già debole: dopo incidenti stradali, operazioni e malori in piena scena, Édith muore nel 1963, a soli 48 anni, mentre è in ritiro nel Sud della Francia prima di un nuovo rientro sulla scena.

Nel gran finale, Édith canta Non, je ne regrette rien, canzone-manifesto di una vita di dolori e gioie vissuti intensamente allo stesso modo.

Distribuzione

Il film è stato presentato in concorso al Festival di Berlino ed è uscito nelle sale italiane il 4 maggio 2007.

Verosimiglianza storica

  • Il film segue con una certa fedeltà la giovinezza della Piaf fino al successo, ma sorvola sugli anni della seconda guerra mondiale, durante i quali la cantante compì la sua ascesa artistica. Di conseguenza sono trascurati o estromessi personaggi che ebbero una parte importante nella sua vita, come Yves Montand o Charles Aznavour.
  • Louis Gassion non lasciò Édith da sua nonna per partire al fronte, ma semplicemente perché con i suoi guadagni non riusciva più a sostenerla; inoltre anche la madre aveva fatto la stessa cosa anni prima affidando la piccola Édith alla nonna materna.
  • Édith fu realmente interrogata dalla polizia per l'assassinio di Louis Leplée, ma la sua posizione fu da subito ritenuta molto meno ambigua di quanto non sia descritto nel film. Édith fu ascoltata semplicemente come persona informata sui fatti, mai come sospettata, mentre le indagini (rimaste inconcludenti) si concentrarono sulle frequentazioni omosessuali dell'impresario.
  • Uno dei cardini del film è il tragico amore tra Édith e Marcel Cerdan, che sembra essere alla base del suo declino psicofisico. In realtà i limiti imposti dal fatto che l'uomo fosse già sposato rendevano la storia molto difficile in partenza, e al momento della sua morte i due erano già sul punto di interromperla. La morte di Cerdan sconvolse profondamente Édith Piaf, ma di sicuro non fu la causa delle sue malattie, che erano iniziate ben prima del loro incontro. Meno di un anno dopo la morte di Marcel Édith stava già frequentando un altro uomo, Toto Raynaud; poco dopo visse una relazione se possibile addirittura più intensa e travagliata di quella con Cerdan con il ciclista Tony Gérardin. Successivamente la Piaf si sposerà con John Phyllus, col quale divorzierà dopo poco; un anno prima di morire, sposò Théo Sarapo. Questi uomini non appaiono nel film.[2]
  • Alcune canzoni del primo repertorio della Piaf non sono mai state incise o non ne esiste una registrazione in qualità ottimale, per cui sono state reinterpretate dall'artista Jil Aigrot.

Film precedenti

A Édith Piaf sono stati dedicati anche Édith e Marcel (1983) di Claude Lelouch e Piaf (1974) di Guy Casaril, inediti in Italia.

Riconoscimenti

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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