«A cominciare da oggi, per diciotto sere, ritroverete su questa rete il racconto della prova più drammatica che la società civile e le istituzioni italiane abbiano affrontato in epoca repubblicana. Il racconto abbraccia gli anni compresi tra il '69 e l'89, nei quali furono messi a rischio gli ordinamenti della nostra democrazia, investita da una violenza del tutto nuova, per modalità, tensione e durata […]. La scelta di riproporre il programma è dedicato soprattutto ai giovani e a quanti non hanno vissuto una vicenda conclusa con il tremendo sacrificio di Aldo Moro, segno di un'epoca ancora in cerca di ragioni e convalide.»
(Sergio Zavoli nell'introduzione alla prima puntata[1].)
La notte della Repubblica è stata una trasmissione televisiva di approfondimento giornalistico sugli anni di piombo condotta da Sergio Zavoli su Rai 2[2] per 18 puntate[2], della durata di circa 45 ore complessive[2].
La prima puntata venne trasmessa il 12 dicembre 1989 alle 20:30[3], nel giorno del ventesimo anniversario della strage di piazza Fontana[2][4], mentre l'ultima andò in onda l'11 aprile 1990 alle 21:00[5].
Ogni puntata conteneva un filmato in bianco e nero descrittivo di pregevole fattura (con musiche minimaliste di Gianni Marchetti e un montaggio di riprese e interviste d'epoca), le interviste in studio ai protagonisti (complessivamente 150 persone) e la discussione finale.
Buona parte del materiale trasmesso fu trascritto nell'omonimo libro di Sergio Zavoli, pubblicato nel 1992[6]. Nel corso degli anni è andata in onda in replica su Rai 3 (nel 1996)[7] e RaiSat Premium. Dal 12 novembre 2014 al 25 marzo 2015, Rai Storia ha riproposto le 18 puntate con una introduzione dello storico Giovanni De Luna che analizza il tema della puntata[1]. L'intera rassegna giornalistica è disponibile sul sito RaiPlay[8].
Salvo Andò (deputato del PSI nel 1990), Michele Coiro (giudice di Roma), Massimo De Carolis (militante della DC negli anni settanta), Franco Ferraresi (sociologo), Alfredo Pazzaglia (deputato del MSI nel 1990), Mariano Rumor (Presidente del Consiglio dal 1968 al 1970), Luciano Violante (magistrato di Torino negli anni settanta), Claudio Vitalone (magistrato di Roma negli anni settanta)
Pier Ferdinando Casini (deputato della DC nel 1990), Franco Castrezzati (sindacalista), Ottaviano Del Turco (sindacalista), Franco Ferraresi (sociologo), Libero Gualtieri (senatore del PRI nel 1990), Umberto Improta (funzionario di polizia), Ignazio La Russa (militante del MSI nel 1990), Rosario Minna (giudice istruttore a Milano negli anni settanta), Pierluigi Onorato (politico), Aldo Tortorella (deputato del PCI nel 1990), Ambrogio Viviani (ex capo del controspionaggio)
Prima parte del dibattito: Guido Bodrato (deputato della DC nel 1978), Mario Capanna (militante di Democrazia Proletaria in 1978), Ugo Intini (giornalista e politico), Oscar Mammì (deputato del PRI nel 1978), Ugo Pecchioli (senatore del PCI nel 1978), Dante Schietroma (senatore del PSDI nel 1978), Valerio Zanone (deputato del PLI nel 1978) Seconda parte del dibattito: Giovanni De Matteo (procuratore capo di Roma nel 1978), Umberto Improta (funzionario di polizia), Luciano Infelisi (sostituto procuratore di Roma nel 1978), Roberto Martinelli (giornalista), Antonio Padellaro (giornalista), Severino Santiapichi (giudice del processo Moro), Ivo Sassi (Generale dei Carabinieri)
Alessandro De Lorenzo, figlio del generale Giovanni De Lorenzo, ritenuto l'ideatore del Piano Solo, querelò la Rai per diffamazione in merito alla puntata de La notte della Repubblica che trattava, tra le altre cose, la figura del padre.[17]