Figlio di Michelino da Besozzo, anch'egli apprezzatissimo pittore, viene citato negli annali del Duomo di Milano per aver realizzato, insieme al padre, l'altare di Santa Giuditta.
Si trasferì poi a Napoli presumibilmente nel 1438, dove si fece riconoscere per il suo linguaggio tardo-gotico rintracciabile nel ciclo di affreschi che dipinse per la chiesa di San Giovanni a Carbonara. Inoltre nel transetto sinistro della chiesa di San Lorenzo Maggiore è conservato un suo dipinto su fondo oro, raffigurante Sant'Antonio.
A Casatenovo gli era attribuito il ciclo di affreschi nella chiesina di Santa Margherita (attribuzione ormai superata in favore di Cristoforo Moretti).