Luigi partecipò alla battaglia di Poitiers (1356), combattendo nel battaglione comandato dal fratello Carlo V di Francia, il delfino. Combatterono entrambi duramente ma nel mezzo del conflitto si diedero alla fuga, evitando la cattura da parte degli Inglesi. Il re Giovanni II e Filippo detto l'Ardito, fratello più giovane di Luigi, furono invece fatti prigionieri da Edoardo di Woodstock il Principe nero. Le condizioni del riscatto e la pace tra Francia e Inghilterra furono sancite dal trattato di Brétigny, firmato il 24 ottobre 1360.
Alcune clausole del trattato di Brétigny stabilirono la consegna di 40 ostaggi di estrazione nobile a garanzia del pagamento del riscatto. Luigi, che già era duca d'Angiò, venne inserito in questo gruppo di ostaggi e salpò per l'Inghilterra, assieme al fratello Giovanni, nel corso del 1361. Ma la Francia non era in buone condizioni economiche e pertanto molte rate del debito furono pagate in ritardo. Come conseguenza, Luigi rimase prigioniero per un tempo molto più lungo rispetto ai mesi previsti. Per il fatto che non gli era stato permesso di portarsi la moglie appresso, pur essendo trattato bene, provò a negoziare il suo rilascio in una trattativa riservata con Edoardo III d'Inghilterra e, non avendo ottenuto l'esito sperato, mentre suo padre trattava il suo rilascio, nel 1363, Luigi venne meno alla parola data e fuggì. Suo padre Giovanni II non approvò lo scorretto comportamento e, per riacquistare l'onore perduto, fece ritorno in Inghilterra, dove fu ricevuto a Londra con grandi onori, ma dopo un inverno passato in trattenimenti, l'8 aprile 1364, morì[5].
Nel 1365, il nuovo re di Francia, suo fratello Carlo V, inviò Luigi in Bretagna, per concludere la pace tra il duca, Giovanni V di Bretagna, anche conte di Montfort e Jeanne de Penthièvre, contessa di Penthièvre, vedova di Carlo di Blois[4].
Sempre, nel 1365, Luigi col fratello Giovanni, andò ad Avignone a presenziare all'incontro tra papa Urbano V e l'imperatore Carlo IV, che era suo zio, e che, scortato da Amedeo VI di Savoia, si recava ad Arles per essere incoronato, il 4 giugno, re del regno di Arles dall'arcivescovo della città[6].
Luigi prese parte attiva alla guerra dei cent'anni, combattendo in diverse occasioni accanto al connestabileBertrand du Guesclin. Nello stesso periodo fu vicino alla corte papale di Avignone, divenendone un finanziatore; papa Gregorio XI era debitore di Luigi per un ammontare di 120.000 franchi d'oro[7].
Dopo la morte di Carlo V nel 1380 divenne reggente, assieme ai fratelli, Giovanni e Filippo e a Luigi II di Borbone, il fratello della madre di Carlo VI, Giovanna di Borbone, per conto del nipote minorenne Carlo VI di Francia. Luigi aveva ottenuto la nomina a reggente unico, sino al 4 novembre 1380, quando Carlo VI fu incoronato. Poi resse per circa un anno, essendone stato eletto presidente, il consiglio della Corona, composto da 12 membri della casa reale, che lasciò nelle mani del fratello Filippo nel corso del 1381, per intraprendere la spedizione in Italia[8].
Nel corso del 1380, intanto Luigi era stato adottato e nominato erede al trono dalla regina Giovanna I di Napoli, dato che costei non aveva eredi diretti ed era in urto col cugino, Carlo di Durazzo, che era stato indicato come erede prima di Luigi. Nel corso del 1381, mentre Luigi era ancora impegnato col consiglio della Corona, Carlo di Durazzo, sconfitto, nel mese di giugno, il marito di Giovanna, Ottone IV di Brunswick ad Anagni, il 26 luglio 1381 entrò in Napoli e mise sotto assedio il Maschio Angioino, dove la regina si era rifugiata. Giovanna, in agosto si arrese, venne imprigionata nella fortezza di Muro Lucano, dove alcuni mesi dopo fu fatta uccidere[9].
Dopo essere stato incoronato ad Avignone dall'antipapa Clemente VII, Luigi d'Angiò, ora conte di Provenza, che aveva l'appoggio dell'antipapa, del re di Francia e di Gian Galeazzo Visconti, nella primavera del 1382, con le risorse finanziarie di cui si era appropriato durante la reggenza, approntò un corpo di spedizione, assieme al conte Amedeo VI di Savoia, per entrare in Italia e ristabilire l'ordine dinastico voluto dalla defunta regina. La spedizione si risolse con un nulla di fatto[10] e lo scontro fra i rivali non si consumò mai: il 1º marzo 1383, colto da malattia, Amedeo VI moriva in Molise, mentre, il 20 settembre del 1384, Luigi d'Angiò, raggiunta la Puglia, morì a Bisceglie, a seguito delle ferite riportate in combattimento contro i durazzesi nel sacco di Bisceglie avvenuto il 13 settembre 1384.
Il suo corpo venne sepolto neltempietto di San Ludovico inglobato successivamente nella chiesa di San Luigi a Bisceglie[11].
Alla sua morte lasciò il suo preteso diritto al trono di Napoli in eredità al figlio Luigi II d'Angiò, mentre Carlo III si consacrò legittimo re di Napoli, instaurando sul trono il ramo degli Angiò-Durazzo.
Matrimonio e discendenza
Il 9 luglio 1360, Luigi, come confermano le Mémoires pour servir de preuves à l'Histoire ecclésiastique et civile de Bretagne, Tome I, aveva sposato Maria di Blois-Châtillon o di Bretagna[12], figlia di Carlo di Blois-Châtillon, duca di Bretagna e di Giovanna di Penthièvre, come conferma Anselme de Sainte-Marie nella Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne, de la Maison du Roy et des anciens barons du royaume.... Tome I / par le P. Anselme[13], che gli portò in dote la città di Guisa, ed alcune proprietà nei pressi di Parigi[13].
Durante la permanenza del marito in Italia, Maria governò le proprietà francesi (Provenza, Angiò e Maine) e, dopo la morte del marito, ebbe la tutela dei figli sino alla loro maggior età[13].
Maria morì ad Angers il 12 novembre 1404 e fu sepolta nella chiesa di San Maurizio[13].
Luigi da Maria ebbe tre figli[14][15]:
Maria d'Angiò (1370-ca. 1383), premorta al padre[13];
^A. Coville, Francia. La guerra dei cent'anni (fino al 1380), in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pagg. 630 e 631
^Paul Fournier, Il regno di Borgogna o di Arles dall'XI al XV secolo, in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pag. 404
^Guillaume Mollat, I papa di Avignone il grande scisma, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pag. 542
^A. Coville, Francia: Armagnacchi e Borgognoni (1380-1422), in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pagg. 642 e 643
^A. Coville, Francia: Armagnacchi e Borgognoni (1380-1422), in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pagg. 652 - 654
^Nel Liber iurium della città di Tricarico, redatto dal notaio Ferrante Corsuto nel 1585, custodito nell'archivio diocesano della città e pubblicato nel 2003 (Carmela Biscaglia (a cura di), Il Liber Iurium della Città di Tricarico, Deputazione di storia patria per la Lucania, Mario Congedo Editore, Galatina 2003, II, pp. 69-70 e 321) è riportato, tra i privilegi concessi alla città, uno emesso da Luigi I d'Angiò il 1º settembre del 1383, nel quale il re dichiarava che: "il principio del suo titolo di re l'hebbe, e gli fu dato nella cathedral chiesa di detta città essa in detto stato coronato del regno, e riceveva il titolo di re". Secondo questo documento, quindi, Luigi I d'Angiò avrebbe ricevuto il titolo di re di Napoli, nella cattedrale di Tricarico prima del 1º settembre 1383.
^Romolo Caggese, Italia, 1313-1414, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pagg. 313 - 315