«In queste istituzioni si tocca con mano l'esistenza di una microfisica del potere e di una scala dell'oppressione in cui, ad esempio, l'infermiere sfruttato e oppresso in un'ottica di classe può porsi, a sua volta, come oppressore sull'anello più basso della catena: il paziente.»
Marco Lombardo Radice (Roma, 15 aprile 1949 – Pieve di Cadore, 16 luglio 1989[1]) è stato uno psichiatra, scrittore ed educatore italiano.
Biografia
Figlio del matematico Lucio Lombardo Radice e della virologa Adele Maria Jemolo, si diplomò presso il Liceo Classico "Terenzio Mamiani" di Roma.
Conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e si specializzò, in seguito, in Neuropsichiatria Infantile, prima sotto la guida di Giovanni Bollea, poi di Adriano Giannotti. Fu chiamato giovanissimo a dirigere il II Reparto dell'Istituto Neuropsichiatrico di Via dei Sabelli, quello riservato agli adolescenti. Qui, anche in conflitto con i propri colleghi, compì una vera "rivoluzione", aprendo le porte del reparto, organizzando uscite dei giovani pazienti e richiedendo il coinvolgimento pieno di tutti gli operatori, infermieri compresi[2]. Tutto ciò, in ossequio alla propria tesi che, in età giovanile, i conflitti, spesso legati a difficili situazioni sociali, possono essere risolti positivamente.
Nel 1976, con Lidia Ravera, con lo pseudonimo di Rocco e Antonia, pubblicò Porci con le ali, un'istantanea dell'atmosfera post-sessantottina, filtrata dagli occhi di due sedicenni alle prese con l'amore, la sessualità, la politica come un universo totalizzante, e la difficile costruzione della propria identità. Il libro, ambientato al liceo Mamiani[3], fu pubblicato dalla casa editrice Savelli e vendette circa 450 000 copie prima del temporaneo sequestro della procura di Roma[4] e circa due milioni e mezzo in trent'anni[5].
Pochi mesi dopo l'uscita del libro e prima che cominciasse la lavorazione del film - ricorda Giaime Pintor, coautore della post-fazione - Marco andò a fare il medico nei campi palestinesi in Libano[6]. «per dimostrare la sua lontananza dal fracasso», a quanto dice Lidia Ravera[senza fonte].
Scomparso per infarto nel luglio del 1989[1], alcuni suoi articoli e saggi in cui descriveva il senso profondo del suo essere medico, già pubblicati dalla stampa periodica della sinistra extraparlamentare (Lotta continua e Ombre rosse), furono raccolti dalla casa editrice Linea d'ombra Edizioni, con il titolo Una concretissima utopia. Il libro ha ispirato il film di Francesca Archibugi Il grande cocomero[2]. Dal film è assente il carattere politico delle convinzioni che sostenevano la sua attività.
Opere
- Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti, con Lidia Ravera come Rocco e Antonia, Roma, Savelli, 1976.
- Marco Lombardo Radice, Cucillo se ne va: viaggio per parole e immagini nel paese dell'ultima rivolta, Savelli, Roma, 1978
- Marco Lombardo Radice, Vezio Ruggeri e Riccardo Venturini, Sistema neurovegetativo e personalità, Bulzoni, Roma, 1979
- Marco Lombardo Radice e Luigi Manconi, Lavoro ai fianchi: alcuni giorni nella vita del commissario Luigi Longo, Mondadori, Milano, 1980. Il Maestrale, Nuoro, 2010 ISBN 9788864290058
- Marco Lombardo Radice, Una concretissima utopia: lavoro psichiatrico e politica, Linea d'ombra, Milano, 1991 ISBN 88-090-0670-4
Note
Collegamenti esterni