Nel Ministero svolge diversi ruoli in molteplici ambiti. Il suo campo di maggior expertise è, tuttavia, la politica agricola comune, della quale si occupa, ad oggi senza soluzione di continuità dal 1987 e la cui frequentazione pluridecennale lo qualifica attualmente come uno dei massimi esperti in Italia[1].
A partire dal 1º settembre 1997 presta servizio a Bruxelles nella Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea dove si occupa dei rapporti con le istituzioni e gli uffici comunitari e della fase di negoziato delle normative comunitarie inerenti al settore agricolo.
Due anni dopo è nominato capo delegazione e portavoce italiano nel Comitato Speciale Agricoltura. Durante la presidenza italiana dell'Unione europea nel 2003 ne svolge anche le funzioni di presidente.
Nel settembre 2005 cessa il servizio nella Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea e viene nominato Direttore della Direzione generale delle politiche agricole del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, organo preposto alla negoziazione ed all'applicazione in Italia della politica agricola comune e degli accordi internazionali.
L'11 marzo 2008 è nominato Direttore generale della Direzione generale delle politiche comunitarie e internazionali di mercato a cui fanno capo le competenze concernenti la politica agricola comunitaria e gli accordi internazionali.
Ministro della politiche agricole, alimentari e forestali
La riforma della politica agricola comune dopo il 2013
Il Ministro Catania si è più volte dichiarato preoccupato per le conseguenze che la riforma della PAC avrebbero sul sistema agricolo e a sua volta economico, sociale e territoriale, dell'Italia in quanto la proposta della Commissione europea risponderebbe solo in parte alle esigenze delle aziende agricole. La Commissione europea, infatti, propone una distribuzione degli aiuti comunitari agli agricoltori in base alla superficie agricola dei paesi membri.
Secondo l'opinione di Catania se venisse imboccata questa strada l'Italia subirebbe un contraccolpo negativo in quanto possiede una scarsa superficie agricola e molto valore aggiunto: il 7% del territorio a fronte di una produzione del 13% del valore europeo. Le imprese italiane lavorano, infatti, prevalentemente con prodotti di qualità. La distribuzione a pioggia del sostegno, elargita in base alla superficie agricola e non correlata alla produttività, tende, inoltre, a favorire la proprietà fondiaria rispetto alle imprese agricole produttive.
Le norme per la trasparenza delle attività di lobbying
Con il decreto ministeriale n. 2284[2] del 9 febbraio 2012 istituì l'Unità per la trasparenza. Con questo provvedimento il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è stata la prima amministrazione italiana ad aver elaborato una regolamentazione per l'attività di lobbying[3].
La prima azione intrapresa da deputato è stata quella di depositare presso la Camera dei Deputati la Proposta di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo[7]. Si tratta dello stesso testo del DDL presentato da Catania in veste di Ministro delle politiche agricole e approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 16 novembre 2012 inclusivo delle osservazioni provenienti dalla Conferenza Stato-Regioni, dalle associazioni agricole e ambientaliste e dagli esperti.
Particolare attenzione sta rivolgendo, inoltre, alla questione degli indigenti. In seguito alla sospensione del Programma europeo indigenti, Catania aveva predisposto un Fondo nazionale, il quale è risultato svuotato della sua utilità a causa della Legge di Stabilità 2014, la quale ha assegnato allo stesso appena 5 milioni di Euro.
Dal 17 dicembre 2013 è stato chiamato a far parte della Giunta per il Regolamento della Camera dei Deputati.
Dal 26 giugno 2014 è presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. In questo ruolo ha scritto una relazione sulle proposte normative di modifica e miglioramento dell'attuale apparato sanzionatorio penale[8]. Nel dicembre 2015 ha presentato una proposta di legge sulle proposte di modifica al codice penale per il contrasto della contraffazione[9].
^ Servizio Studi - Dipartimento agricoltura (A), Servizio Studi - Dipartimento ambiente, Camera dei deputati Dossier AG0013_0, su documenti.camera.it. URL consultato il 4 febbraio 2017.