Pittore barocco, influenzò molto la pittura di genere, italiana e spagnola, del XVII secolo. Il soggetto preferito dei suoi quadri furono le composizioni di fiori, genere di cui divenne un vero specialista, tanto da derivarne il soprannome 'Mario de' Fiori'. Allievo e nipote del pittore caravaggescoTommaso Salini, fu attivo soprattutto a Roma, dove la sua opera fu molto richiesta dalle famiglie nobiliari dell'epoca.
Mario Nuzzi nacque a Roma[1] il 19 gennaio 1603, secondo figlio di Sisto Nuzzi, proprietario terriero, e di Faustina Salini, sorella del noto pittore caravaggescoTommaso Salini.[2][3]
Nel 1618 la famiglia tornò al paese d'origine, Penna in Teverina, dove il padre Sisto iniziò a dedicarsi alla floricoltura, coltivando anche rarità floreali.[2] Proprio raffigurando i fiori più particolari, Mario si cimentò, da autodidatta, nelle sue prime prove pittoriche. Nel 1620 iniziò l'apprendistato nella bottega dello zio Tommaso Salini, (1575ca. – 1625),[4] che era stato il primo "che pingesse, e accomodasse i fiori con le foglie ne' vasi, con diverse invenzioni molto capricciose e bizzarre"[5] Mario rimase con lo zio fino al 1625, anno della morte di Salini, studiando e seguendo l'arte del Caravaggio e realizzando le sue prime tele, fortemente influenzate dallo stile dell'artista lombardo.
Nel 1628 Nuzzi si sposò con Ortensia de Curtis. Dal matrimonio nacque una figlia.[3]
In una Roma che, dalla fine del XVI secolo, stava vivendo un periodo d'oro nel campo della sperimentazione medica e della ricerca botanica al servizio della Corte papale, Nuzzi instaurò proficue relazioni con l'ambiente accademico di Cassiano dal Pozzo, promotore della migliore illustrazione botanica,[4][6] e con la corte dei Barberini, dove conobbe i migliori artisti romani del tempo.
Le committenze prestigiose
Nuzzi maturò una raffinatezza culturale e scientifica che gli fruttò importanti committenze e collaborazioni: dalle illustrazioni per l'opera "De florum cultura", del gesuita Giovanni Battista Ferrari, commissionata da Francesco Barberini, ad una serie di ritratti e nature morte per vari membri della famiglia Barberini.
Oltre ai Barberini divennero presto suoi committenti il principe Agostino Chigi, il principe Colonna, il cardinale Giulio Rospigliosi, futuro Papa Clemente IX, l'ambasciatore di Spagna e il cardinale Mario Theodoli.
Le prestigiose committenze cardinalizie e nobiliari segnarono presto il suo successo, che si estese a livello internazionale, grazie ai dipinti donati dagli aristocratici romani ai diplomatici della Corte di Francia[7] e a quelli commissionati dalla Corte di Spagna.[8]
Nel frattempo le composizioni floreali di Nuzzi avevano perso progressivamente le influenze caravaggesche e avevano cominciato a rivelare l'influsso della pittura fiamminga, specialmente di Daniel Seghers, mantenendo tuttavia una certa originalità ispirata al barocco romano.
Rimasto vedovo nel 1648, si risposò con Susanna Passeri nel novembre 1650.[4] Nel certificato di matrimonio Mario Nuzzi viene curiosamente menzionato con il soprannome 'Mario de' Fiori': "Marius, Pictor Romanus, vulgo Mario de' Fiori".[11] Mario e la seconda moglie ebbero ben sei figli, nati tra il 1651 e il 1667.[3]
Dopo il 1650 partecipò sempre più attivamente alla vita delle istituzioni artistiche della capitale pontificia e nell'agosto 1657 venne finalmente accolto tra gli accademici di San Luca.[12]
Dal 1658 lavorò per il Cardinale Flavio Chigi dipingendo fiori su specchi e su pietra di paragone, che si distinguevano per leggerezza, trasparenza di colori ed eleganza nella composizione, e nei quali si notava uno stile pittorico più mosso e cromaticamente più ricco rispetto alle opere precedenti. Sempre su commissione del Cardinale Chigi collaborò inoltre con altri pittori molto noti dell'epoca per realizzare dipinti di fiori con figure, tuttora conservati nel palazzo Chigi di Ariccia, che rimangono tra le tele più rappresentative della natura mortabarocca.[13]
Negli anni successivi continuò a lavorare per le famiglie della più alta nobiltà romana e per i maggiori mercanti d'arte e antiquari dell'epoca. Divenne sempre più famoso e soprattutto sempre più ricco.
A Roma gli venne dedicata la via, dove visse dopo il suo secondo matrimonio, estesa da via Vittoria a via della Mercede.
La città di Penne in Abruzzo, per una errata tradizione storiografia che voleva Mario nativo della città vestita, gli ha dedicato l'istituto d'arte, oggi IIS - Luca da Penne - Mario dei Fiori.
L'eredità artistica e le opere
Mario de' Fiori fu maestro di due generazioni di "fioranti" italiani ed europei, tra i quali Laura Bernasconi, Pier Francesco Cittadini, Paolo Porpora, Abraham Brueghel e Domenico Bettini. Fra i suoi allievi va inserito anche il figlio Giulio Antonio Domenico, che si cimentò pure lui nella pittura dei fiori. Sono stati numerosi anche i seguaci che hanno replicato le opere dell'artista, creando in qualche caso anche problemi di catalogazione e attribuzione.
Adorazione dei magi in una ghirlanda di fiori, (1654), Museo dell'Ermitage
Natura morta floreale, Collezione privata
Specchio con tre putti (1660), Palazzo Colonna, Roma
Vaso di fiori (1660), MART, Rovereto e Trento
Note
^Giuseppe Bartocci, "Della patria del pittore Mario Nuzzi", in 'Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche' , s. 8, II, 1961 - Quasi tutti i testi, anche autorevoli, citano Penna in Teverina, in Alta Sabina, come luogo di nascita di Mario Nuzzi, ma lo storico Giuseppe Bartocci riporta nel suo libro una fonte documentale inconfutabile: il certificato di battesimo di Mario, registrato il 27 gennaio 1603 nella parrocchia di S. Lorenzo in Damaso a Roma (pag.197).
^abGiuseppe Bartocci, "Della patria del pittore Mario Nuzzi", in 'Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche' , s. 8, II (1961).
^Francesco Solinas (a cura di), "I segreti di un collezionista. Le straordinarie raccolte di Cassiano dal Pozzo 1588-1657", Biella 2002.
^Tra gli altri, il cardinale don Mario Theodoli e suo fratello, il marchese Alfonso, che nel 1646 portarono in dono ad Anna d'Austria, regina consorte di Luigi XIII di Francia, alcuni fantasiosi e ricchi 'bouquet di fiori' dipinti che consacrarono Nuzzi sulla scena francese. (in: Francesco Solinas, "Politica familiare e storia artistica nella Roma di primo Seicento: il caso dei marchesi Theodoli", in 'Storia dell'Arte', 2007, nn.16-17, pp. 135-192)
^Opere di Mario de' Fiori in Spagna A seguito dell'ampliarsi dei rapporti con i maggiori collezionisti del Seicento romano e dell'accresciuta fama all'estero, la Corte spagnola commissionò a Nuzzi cinque sovraporte, databili entro il 1650, per il Palazzo Reale di Madrid (oggi divise tra Museo del Prado, a Madrid, Palazzo de Pedralbes, a Barcellona e Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, a Roma), e almeno due ghirlande per il Monastero dell'Escorial. - Per approfondire l'argomento: Alfonso E. Pérez Sánchez, "Pintura italiana nel siglo XVII en España", Madrid 1965, pp. 313-318.
^M. L. Strocchi (a cura di), "Fiori dei Medici. Dipinti dagli Uffizi e dai Musei fiorentini", Bari 2005.
^Laura Laureati, "Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori", in 'La Natura morta in Italia' , 2 vol., Milano, 1989, vol. II, p. 759
^abEmilio Lucci, "Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori. Un pittore di origini umbre a Roma", in 'Studi di storia dell'arte' , 2004, n. 15, pp. 275-288
^Nel 1658 il cardinale Flavio Chigi, che possedeva già ben 24 opere di Mario de' Fiori, commissionò all'artista una serie di dipinti su specchio raffiguranti le "Quattro stagioni". Fra il 1658 e il 1659, Nuzzi realizzò i quattro dipinti avvalendosi della collaborazione dei maggiori pittori storici del momento ( Filippo Lauri per la Primavera, Carlo Maratti per l'Estate, Giacinto Brandi per l'Autunno e Bernardino Mei per l'Inverno). Prima furono eseguite le figure, poi completate dai trionfi floreali eseguiti da Nuzzi. (in: Francesco Solinas (a cura di), "Fiori. Cinque secoli di pittura floreale", Biella 2004).
Giuseppe Bartocci, Della patria del pittore Mario Nuzzi, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, s. 8, II (1961), pp. 197 ss.
Laura Laureati, Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori, in La Natura morta in Italia, 2 volumi, Milano 1989 (II vol).
Francesco Solinas (a cura di), Fiori. Cinque secoli di pittura floreale, Biella 2004.
Emilio Lucci, Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori. Un pittore di origini umbre a Roma, in Studi di storia dell'arte, 2004, n. 15, pp. 275–288.
Gianluca Bocchi - Ulisse Bocchi, Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, Viadana 2004, pp. 76–82.
Francesco Solinas (a cura di), Flora Romana. Fiori e cultura nell'arte di Mario de' Fiori, (catalogo mostra, Tivoli), Roma 2010.