Nacque a Nantes, da una famiglia benestante e fu avviato agli studi classici e alla carriera di uomo d'affari. A 18 anni cominciò a dipingere spontaneamente[1] frequentando l'atelier del pittore Charles Leduc e di suo fratello Alfred, che gli fornirono le basi della tecnica pittorica, facendogli soprattutto ritrarre i paesaggi lungo le rive della Loira. Ma suo padre lo mandò per qualche anno in Inghilterra, presso un grosso commerciante di Liverpool, perché imparasse correttamente il mestiere. E fu proprio lì che Maxime scoprì la sua passione per la pittura e, ammirando le opere di Turner, l'emozione dell'impressionismo. Visitò poi il Galles e la Scozia, i cui paesaggi lo ispirarono profondamente.
Nel 1884 rientrò in Francia ed intraprese contemporaneamente l'attività professionale e la carriera di pittore.
La decisione di dedicarsi interamente all'arte abbandonando la sua professione originaria maturò quattro anni dopo, nel 1890, quando conobbe Paul Gauguin. Maufra lasciò Nantes e si sistemò a Pont-Aven. Nel 1891 tenne la sua prima mostra personale a Le Barc de Toutteville. Dal 1891 all'inizio del 1892 frequentò spesso la locanda Buvette de la Plage di Marie Henry, a Pouldu, in compagnia di Charles Filiger. Nel 1892 si recò nello studio di Eugène Delâtre con l'amico Dezaunay e assieme a quest'ultimo realizzò la sua prima incisione, fortemente influenzato dal tratto di Gauguin.
Dopo un altro viaggio in Inghilterra, decise di restare a Parigi e fu infatti, nel 1893, il primo di molti pittori ad installarsi nel Bateau-Lavoir, a Montmartre, che sarebbe divenuto una celebre residenza parigina per artisti[2]. Il suo studio divenne subito un luogo d'incontro per i suoi amici, specialmente Dezaunay, Aristide Briand e il poeta Victor-Émile Michelet.
A partire dal 1895 entrò in relazione d'affari con Paul Durand-Ruel, che diventò il suo mercante d'arte e tale restò per tutta la vita, organizzando diverse mostre dei suoi lavori.
Sempre nell'estate del 1895, dopo un viaggio in Scozia, Maufra, che aveva allora 34 anni, sposò a Londra Céline Le Floch, che aveva conosciuto a Pont-Aven. Soggiornò in seguito a Quiberon, alla Pointe du Raz, nella penisola di Crozon e in diverse altre località.
Nel 1903 si sistemò nella piccola fattoria di Clairefontaine, a Kerhostin, che poi, nel 1910, finì per acquistare. Lì tentò, ma senza successo, di ricostituire un piccolo gruppo di amici artisti, ma solo Léon Duval-Gozlan lo raggiunse, stanco della vita parigina.
Nel 1916 fu nominato Pittore del Dipartimento della Marina.
Regionalista convinto, fu uno degli animatori della sezione "Belle arti" dell'Unione regionalista bretone.
Maxime Maufra morì dipingendo. Il 23 maggio del 1918, infatti, presso il guado di Braye dove aveva sistemato il suo cavalletto, fu colto da infarto cardiaco.
Nei suoi quadri Maufra usò talvolta la tecnica puntinista di Pissarro e di Sisley. Altre volte si espresse con i colori decisi ed i segni forti della scuola di Pont-Aven. Comunque Maufra rimase un artista indipendente che dedicò la sua arte alla bellezza dei paesaggi, in prevalenza bretoni. Interpretò quindi, assai personalmente e coerentemente, le ansie formali e cromatiche del post-impressionismo, così come Gauguin l'aveva iniziato.
^Bateau-Lavoir, su serdar-hizli-art.com. URL consultato il 27 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).
^Fernand Graindorge 1903-1985. Collezionista e mecenate. Donazione alla Comunità francese del Belgio, catalogo d'esposizione, Liegi, Museo dell'Arte Vallone, 2009
Bibliografia
E. Bénézit, Dictionnaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs, Gründ, 1999.
AA:VV., Maxime Maufra (1861-1918). - Ediz. "Le Télégramme" con il Museo di Pont-Aven, 1998, in: Encyclopédie des Peintres - ISBN 978-2-909292-34-2
Arsène Alexandre, Maxime Maufra, peintre marin et rustique (1861-1918) . - Ediz. delle gallerie Georges Petit, Parigi, 1926.
Patrick Ramade, Maxime Maufra e Le Chasse-Marée. - Ediz. L'Estran à Douarnenez.
AA.VV., Maufra, les années de Pont-Aven et du Pouldu . - Edizioni del Museo di Quimper.
Daniel Morane, Maufra, L'oevre gravée. Ediz. Museo di Pont-Aven, 1986.