Michele FoderàMichele Foderà (Agrigento, 30 aprile 1792 – Palermo, 30 agosto 1848) è stato un fisiologo, biologo, scrittore e professore universitario italiano. BiografiaStudi giovaniliNacque ad Agrigento, nella popolarissima via Atenea[1], il 30 aprile 1792, da Antonino e Paola Vullo. Studiò medicina e filosofia presso l'Università di Catania e dopo essersi laureato, iniziò ad interessarsi allo studio della fisiologia. Il fratello Filippo, fu un valido avvocato e studioso di diritto penale. Soggiorno a ParigiAttorno al 1820, partì per Parigi, grazie al conseguimento di una borsa di studio, per arricchire la sua preparazione in materia. Qui divenne allievo di François Magendie[2], il quale lo avvicinò molto al metodo scientifico di ricerca, attraverso raccolta di informazioni e osservazioni. Grazie a ciò confermò la validità della cosiddetta legge di Bell-Magendie, la quale affermava che i rami anteriori delle radici di un nervo spinale contengono solo fibre motorie, mentre le radici posteriori contengono solo fibre sensoriali[3]. Più tardi, conobbe anche Georges Cuvier e Antoine Portal, che gli offrirono la possibilità di stipulare importanti contratti. Esperimenti e scoperte personaliCompì anche alcuni personali esperimenti, sia di fisiologia generale che in campo neurofisiologico, applicandone i risultati di persona. Fra le altre cose, dimostrò come l'apparato circolatorio fosse destinato ad assorbire sostanze liquide e gassose e che nei linfonodi dei bronchi fossero presenti soluzioni fisiologiche iniettate attraverso il sistema circolatorio linfatico. Studiò poi le funzioni del liquido interstiziale e delle cavità seriose, affermando la capacità assorbitiva di queste ultime e scoprendo l'esistenza dei fattori di crescita, quali la caloria ed il galvanismo. Trasferimento a PalermoNel 1827, avendo ottenuto la cattedra di fisiologia dell'Università di Palermo[4], si trasferì da Parigi verso la Sicilia. L'anno dopo, appena trentenne, venne nominato membro dell'Institut de France[2]. Durante questo periodo si interessò molto allo studio della filosofia. Nel 1846 pubblicò la sua ultima e più importante opera: Trattato sulle abitudini, ove a luogo discorre la loro forza ed influenza su tutte le azioni della vita per tutte le classi della società. Il libro suscitò forte scalpore tant'è che nel febbraio 1847, le autorità governative lo sequestrarono ritirandolo dal commercio. Egli, provato per quanto accaduto, ritornò in Francia. Qui ebbe nuova linfa, ritornando a lavorare con entusiasmo. Durante la Rivoluzione siciliana del 1848 ritornò a Palermo, facendosi promotore di alcune iniziative politiche ed entrando nelle file del movimento della democrazia. MorteMorì avvelenato da mano ignota, il 30 agosto 1848. Alla sua memoria è stata intitolata una scuola superiore di Agrigento[5]. Opere
Note
Collegamenti esterni
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