Il Norico era popolato alla fine della prima Età del ferro dalla cultura di Hallstatt. Attorno alla metà del IV secolo a.C. una prima ondata di popoli celti invasero il Norico, portando con loro nuove tradizioni (Cultura di La Tène), che nei secoli successivi furono assorbite dalle popolazioni indigene.
Gli studi preistorici e linguistici della regione hanno evidenziato tre diverse componenti:
i Veneti nella parte meridionale-occidentale del Norico, con le tribù dei Laianci e dei Saevates;
I Celti nel corso dei tre secoli successivi occuparono gradualmente l'intera area norica, a partire dalla valle dal Danubio, per poi percorrere le vallate Alpine fino alla Carinzia (nella seconda metà del III secolo a.C.), e poi ad est, espellendo le tribù illiriche che si trovavano in quest'area. Fondarono numerose città, che ancora all'epoca romana conservavano il suffisso celtico, come Boiodurum, Stanacum, Joviacum, Lauriacum, Juvavum, Ovilava, ecc.
Norici o Taurisci: alleati dei Romani
Il primo incontro tra gli abitanti di questa regione ed i Romani avvenne nel 183 a.C., quando alcune bande di Taurisci avevano deciso di migrare nell'Italia settentrionale, più precisamente in Friuli, nella zona dove un paio d'anni più tardi sarebbe sorta Aquileia. Erano intenzionati a fondarvi un loro nuovo oppidum. Roma però, che non voleva interferenze sul suolo italico da parte di altri popoli, decise di intervenire costruendovi nel 181 a.C. una nuova colonia a protezione dei suoi confini settentrionali (Aquileia appunto). Fu così che i Taurisci furono costretti a tornare nelle loro terre, pur mantenendo un rapporto di amicizia con i "nuovi vicini" Romani. Testimonianza ne è la richiesta di intervento armato romano, in seguito all'invasione di Cimbri e Teutoni, con il successivo scontro presso la città norica di Noreia del 113 a.C.
Divenne protettorato romano alla fine del II secolo a.C., sviluppando una cultura marcatamente romanizzata (come si evince dalle legende in latino sulle monete e da altre iscrizioni) che portò all'annessione nel 16 a.C., da parte di un certo Publio Silio Nerva, della sola parte meridionale dei territori, dove erano presenti numerose e produttive miniere d'oro scoperte un secolo e mezzo prima (Carinzia settentrionale).
A partire dal III secolo, il Norico, come del resto l'intera frontiera danubiana subì continue invasioni da parte di Alemanni (dal 213 d.C.), Iutungi, Marcomanni, Naristi, Vandali, Suebi, ecc. Per questi motivi Diocleziano, alla fine del III secolo, provvedette a riformare l'intero ordinamento provinciale e militare dell'impero, compreso il Norico, che fu diviso in due nuove province: il Noricum Mediterraneum e il Noricum Repense.
Alla fine del V secolo, una volta disgregatosi l'Impero romano d'occidente, il Norico fu assalito dai Rugi. Questi devastarono la provincia fino alla loro sconfitta per mano di Odoacre. A seguito della fuga dei latini dall'area, i Longobardi si insediarono in alcune sue zone. Fece parte del regno ostrogoto d'Italia.
Dopo il 568, i Longobardi si spostarono verso l'Italia e la regione cadde sotto l'avanzata degli Avari Allo stesso tempo, vi si insediarono anche gli Slavi. Come i nuovi arrivati chiamassero la loro terra di insediamento rimane tuttora sconosciuto. Intorno all'800, i Franchi e i Bavari sotto Carlo Magno invasero l'Impero Avari e sottomisero il Norico.